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L'OPINIONE

Messina-Milano, un finale tanto inevitabile quanto amaro

Tra coach e ambiente milanese l’aria era diventata pesante ormai da tempo: la scarsa empatia con la squadra e la fuga dei tifosi dal Forum hanno anticipato una scelta già scritta

di Enrico De Santis
25 Nov 2025 - 15:37
 © IPA

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Le clamorose dimissioni di Ettore Messina aprono un nuovo capitolo per l’Olimpia Milano e ne chiudono uno tra i più ricchi di avvenimenti e controversi della storia recente del club. La missione di riportare la squadra al centro della cartina europea non è stata completata e inevitabilmente l’imputato numero uno per questo fallimento è stato individuato un po' da tutti nell’uomo a cui Giorgio Armani affidò le chiavi della sua amata Olimpia nel 2019. Allenatore e figura apicale dell’organizzazione societaria: un modello aziendale rischioso, discusso e discutibile. 
Andiamo oltre, se n’è già parlato abbastanza. Il clima che si respirava intorno al mondo EA7 viveva da tempo di equilibri molto sottili. Un rapporto, quello tra Messina e l’ambiente milanese, ormai compromesso dopo 3 stagioni con troppe delusioni. Che non vuol dire necessariamente solo sconfitte (perché sono arrivate anche vittorie e trofei), ma atteggiamenti, parole, scelte, gestioni che a poco a poco hanno logorato anche la connection con la squadra.

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Quante volte abbiamo visto i giocatori di Milano scendere in campo con un linguaggio del corpo che nulla aveva a che vedere col gioco della pallacanestro, che è uno sport bellissimo e capace di regalare emozioni fortissime. E invece negli occhi, nei movimenti, nelle giocate di ragazzi che dovrebbero trasmettere energia, entusiasmo, voglia, addirittura spavalderia, abbiamo spesso visto negatività, scoramento, paura. “Se un giocatore è depresso, non ci posso fare niente”, ha detto di recente Messina. Su questo punto ci permettiamo di esprimere un’opinione diversa. In qualsiasi ambito lavorativo, sentire fiducia, avere empatia con i colleghi di lavoro, superiori o pari ruolo che siano, sono aspetti fondamentali per performare al meglio delle proprie possibilità. Nel basket, sport in cui la fiducia, le motivazioni e l’entusiasmo hanno un’incidenza forse anche superiore ad altre discipline, l’aspetto psicologico è di importanza fondamentale. Senza voler togliere responsabilità ai giocatori che ne hanno avute e ne hanno: sono professionisti chiamati a dare il massimo anche sotto questo aspetto. 
La grandezza di un allenatore, e in generale di un leader, sta anche nel capire quale sia il metodo migliore per trarre il massimo dal gruppo che guida: forse con più carota e meno bastone si sarebbero ottenuti risultati migliori. 

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Risultati – e modalità attraverso cui sono arrivati – che hanno portato a disperdere nell’ultimo triennio quanto costruito in precedenza dallo stesso Messina. Nel 2023/2024 la media spettatori al Forum per le sole gare di Eurolega aveva sfondato il tetto delle 10000 presenze a partita (10203). In questa stagione, nelle prime sei casalinghe, la media è scesa a 7391 (anche per via di una politica dei prezzi di biglietti e abbonamenti discutibile, ma questa è un’altra storia). 
Ritrovare il sorriso e riportare gente al palazzetto: saranno questi i compiti più delicati per Peppe Poeta, che probabilmente avrebbe evitato queste tempistiche per giocarsi la chance della vita. 
Perché un’Olimpia dimessa in un Forum mezzo vuoto è un’immagine triste e preoccupante per l’intero movimento. Almeno quanto questa mesta uscita di scena di Ettore Messina. Che avrà commesso più di un errore, ma che per serietà, senso del dovere e qualità umane avrebbe meritato un altro finale. Ammesso e non concesso che questo sia veramente un finale.