Nba: bene Houston e Toronto, frenano Boston e Golden State

Le prime della classe approfittano dei passi falsi di chi insegue. Ko anche Cleveland. Davis fa tripla doppia con le stoppate, ma i suoi Pelicans perdono con Utah

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Nella domenica Nba vincono le prime e perdono le inseguitrici: Houston batte Dallas nel derby texano (105-82) e Toronto viola con autorità il parquet di New York (132-106), mentre i campioni in carica di Golden State si arrendono a Minnesota (109-103) e Boston cade in casa con Indiana (99-97). Ko anche Cleveland a Los Angeles con i Lakers (127-113) e New Orleans con Utah (116-99). Bene Philadelphia, Denver e Chicago.

HOUSTON ROCKETS - DALLAS MAVERICKS 105-82
James Harden ha bisogno di un po' di riposo per smaltire le fatiche e gli acciacchi delle ultime settimane? Nessun problema per Houston che archivia in scioltezza la pratica Dallas. Il derby texano è equilibrato fino all'intervallo lungo (48-47), poi i Rockets cambiano passo e ritrovano il sorriso dopo che il ko con Toronto aveva interrotto una striscia di 17 affermazioni consecutive. La palma di migliore in campo va in ex aequo a Eric Gordon (26 punti) e a Chris Paul (24 con 12 assist), mentre per i Mavericks si segnalano i 20 punti di Dwight Powell

TORONTO RAPTORS - NEW YORK KNICKS 132-106
La stella DeMar DeRozan incappa nella più classica delle serate no (9 punti con 4/16 dal campo), eppure la vittoria di Toronto a New York non è davvero mai in discussione. A trascinare la prima forza della Eastern Conference verso l'ottavo successo consecutivo sono i giocatori in uscita dalla panchina: Miles, Poeltl, VanVleet e Wright vanno in doppia cifra, Siakam e Miller non sono lontani dalla quota e a fine gara i Raptors possono contare sulla bellezza di 69 punti extra quintetto che si aggiungono ai 17 di Valanciunas, ai 16 di Lowry e ai 14 di Ibaka. In condizioni del genere c'è davvero poco da fare per i malcapitati Knicks che provano ad aggrapparsi a Tim Hardaway Jr. (25 punti) e a Luke Kornet (18), ma alla fine sprofondano a -26

GOLDEN STATE WARRIORS - MINNESOTA TIMBERWOLVES 103-109
Minnesota arriva con più energie allo sprint finale dell'ultimo quarto e si impone sui campioni in carica di Golden State. In assenza degli infortunati Butler e Curry sono Karl Anthony Towns e Kevin Durant a dare vita ad una vera e propria sfida nella sfida. I 39 (con 12 rimbalzi) dell'mvp delle scorse Finals non bastano però ai Warriors che si inchinano ai Timberwolves, trascinati da un Towns da 31 punti e 16 rimbalzi. Affascinante anche il duello tra secondi violini che ha visto contrapposti Klay Thompson e Andrew Wiggins: la stella di Golden State chiude con 21 punti (figli però di un modesto 8/22 dal campo), mentre l'ala di Minnesota raggiunge quota 23

INDIANA PACERS - BOSTON CELTICS 99-97
Indiana vince di misura a Boston e strappa dalle mani di Cleveland il terzo posto della Eastern Conference. Senza gli infortunati Jaylen Brown e Al Horford e con Kyrie Irving (7 punti) in campo appena due quarti a causa di un fastidio al ginocchio sinistro, i Celtics si arrendono dopo aver comandato per quasi tre tempi. Negli ultimi 12' i Pacers passano a condurre, ma il risultato resta in bilico fino all'ultimo possesso, quando Terry Rozier (16 punti) manda sul ferro il tiro del possibile sorpasso per i padroni di casa. A coach Stevens non servono i 20 di Smart e i 19 di Tatum, Indiana sorride grazie ai 27 del solito Oladipo e ai 19 con 10 rimbalzi di Myles Turner

CLEVELAND CAVALIERS - LOS ANGELES LAKERS 113-127
Seconda sconfitta consecutiva per Cleveland a Los Angeles. Dopo aver perso con i Clippers, LeBron James (24 punti, 10 rimbalzi e 7 assist) e compagni si arrendono pure ai Lakers. Padroni di casa sempre avanti, ma è sul finire del terzo periodo che arriva il parziale in grado di mettere in ginocchio i Cavs, privi di Rodney Hood. A lanciare i gialloviola californiani sono i 36 (più 14 rimbalzi) di Julius Randle, ma si fanno notare anche i 22 di Brook Lopez e i 20 di Caldwell-Pope e dell'ex Isaiah Thomas. A proposito di ex: serata in chiaroscuro per la coppia di Cleveland che arriva dai Lakers. Larry Nance jr si regala 16 punti e 8 rimbalzi e fa decisamente meglio di Jordan Clarkson che chiude con soli 4 punti in 16' frutto di un pessimo 1/8 dal campo

UTAH JAZZ - NEW ORLEANS PELICANS 116-99
Nel giorno del suo 25esimo compleanno Anthony Davis mette a referto una tripla doppia rara e memorabile (25 punti, 11 rimbalzi e 10 stoppate), ma non basta a New Orleans che in casa deva alzare bandiera bianca al cospetto di Utah. I Jazz continuano la rincorsa alla zona playoff e ottengono la sesta vittoria di fila, figlia della sontuosa prova di tutti e quattro gli uomini migliori: Ricky Rubio si mette sopra gli altri chiudendo con 30 punti, 10 rimbalzi e 7 assist, ma a fare la differenza sono anche i 27 di Mitchell, i 20 di Ingles e i 19 (con 16 rimbalzi) di Rudy Gobert

PHILADELPHIA SIXERS - BROOKLYN NETS 120-97
Al Barclays Center di Brookyln arriva la 36ª vittoria stagionale per Philadelphia che si proietta al sesto posto della graduatoria a Est. Successo facile facile per i Sixers di un ottimo Marco Belinelli (13 punti con 6/10 dal campo): meglio della guardia italiana solo i lunghi Emiid e Saric (21 e 18 punti) e l'ala Covington (19). Unica nota positiva della serataccia dei Nets sono i 26 punti di un ispirato D'Angelo Russell, praticamente il solo terminale offensivo in grado di creare qualche grattacapo alla difesa di Philadelphia

SACRAMENTO KINGS - DENVER NUGGETS 104-130
Tra le mura amiche del Pepsi Center, Denver vince in scioltezza con Sacramento e alimenta le speranze di post season. Gara dominata dai Nuggets che scavano il solco decisivo nel terzo periodo, ma sono avanti sin dalla palla a due. A fine partita sono 21 i punti di Gary Harris e 20 quelli di Jamal Murray, però l'mvp non può che essere Nikola Jokic, autore di una tripla doppia da 20 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. Nelle fila dei Kings il migliore è Buddy Hield, capace di segnare 18 punti in uscita dalla panchina

CHICAGO BULLS - ATLANTA HAWKS 129-122
Chicago vince ad Atlanta al temine di una gara divertente e dall'esito incerto. Senza Schroder e con Bazemore che si fa male praticamente subito, i padroni di casa approfittano di un avvio shock degli ospiti e si portano avanti 34-20 dopo 12', ma prima dell'intervallo lungo i Bulls capovolgono il risultato piazzando il parziale che vale il +3 al cambio di campo (53-50). Da questo punto in poi la contesa non cambia più padrone, anche se Chicago (LaVine e Portis 21, Markkanen 19) deve sudare le proverbiali sette camicie per portare a casa la vittoria. Agli Hawks non sono sufficienti i career high di Taurean Prince (38 punti con 7/13 da tre) e di Mike Muscala (19 punti).

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