Nba, Belinelli e gli Spurs in forma

I Lakers, ancora senza LeBron, tornano al successo contro Phoenix (116-102), Harden ne mette altri 40 nella vittoria contro Orlando

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Terza vittoria consecutiva per i Los Angeles Clippers che, senza Danilo Gallinari, superano Sacramento 122-108. Tutto facile per gli Spurs di Belinelli (13 punti), che mandano sette uomini in doppia cifra e strapazzano Washington 132-119. La seconda tripla doppia di Doncic non basta a Dallas contro Toronto (123-120), mentre Harden tocca ancora quota 40 nel successo dei Rockets contro Orlando (103-98). Senza LeBron, i Lakers piegano Phoenix 116-102.

LOS ANGELES CLIPPERS-SACRAMENTO KINGS 122-108
In una sorta di spareggio per l'ottavo posto della Western Conference, i Los Angeles Clippers piegano Sacramento 122-108 al termine di una partita mai davvero in discussione. Ancora priva di Danilo Gallinari, fermo ai box per la quinta partita consecutiva a causa dei problemi alla schiena, LA conduce dall'inizio alla fine, senza consentire agli ospiti di mettere mai il naso avanti nel punteggio. Ad aprire le danze sono le due bombe di Patrick Beverley, mentre a chiudere il discorso è Montrezl Harrell, che sale di colpi nel finale e ricaccia indietro i Kings, risaliti fino al -5 dopo essere stati sotto anche di 25 lunghezze nel secondo periodo. Il 'Gallo' è sicuramente il primo violino dell'orchestra di coach Rivers, ma, anche senza il contributo del suo numero 8, il meccanismo non si inceppa: sono 25 i punti di Harrell, in uscita dalla panchina, a cui si aggiungono i 12 (con 10 rimbalzi) di Lou Williams. A eccezione di Marcin Gortat, tutto il quintetto chiude in doppia cifra, con Beverley che ne mette 16 (con 10 rimbalzi) e Tobias Harris che ne aggiunge 18. Per Sacramento, invece, serve a poco lo sforzo profuso nel secondo tempo per provare a riacciuffare i Clips. Il migliore tra le fila di Sacramento è De'Aaron Fox, che chiude con una prova da 21 punti, a cui si aggiungono i 19 di Bogdan Bogdanovic in uscita dalla panchina. Un successo comodo per Los Angeles che vale molto anche in ottica playoff: i Clippers, infatti, consolidano l'ottavo posto a Ovest, tagliando fuori, forse definitivamente, proprio Sacramento dalla corsa alla post season. SAN

ANTONIO SPURS-WASHINGTON WIZARDS 132-119

Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera coach Gregg Popovich ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti e soddisfazioni. Tra queste, sicuramente, c'è quella di veder giocare così i suoi San Antonio Spurs che, nella notte, hanno strapazzato Washington 132-119, mandando la bellezza di sette uomini in doppia cifra. Gira tutto per il meglio ai texani: 56% di squadra dal campo, 47% da dietro l'arco, un dominio totale sotto ai tabelloni e una perfetta circolazione di palla. L'unica nota dolente sono le 15 perse, che regalano 24 punti in contropiede agli Wizards. Eppure, la partita per Popovich non era iniziata nel migliore dei modi: primo time out dopo appena 16 secondi per redarguire i suoi per la pessima difesa sul primo possesso avversario. Una strigliata che sveglia San Antonio, guidata al successo dal solito LaMarcus Aldridge, autore di una prova da 30 punti, 9 rimbalzi e 6 assist nonostante i problemi al polso della mano sinistra. A questi, si aggiungono i 21 di Davis Bertans (massimo in stagione) e i 13 di Marco Belinelli, sempre prezioso uscendo dalla panchina. Gli Spurs volano in doppia cifra di vantaggio già nel primo quarto, poi si lasciano riacciuffare nel secondo e chiudono definitivamente i conti nel terzo, costringendo gli avversari a 17 punti. Per Washington, sono tre i giocatori sopra quota 20: 21 per Beal e Satoranski, uno in meno per Trevor Ariza.

DALLAS MAVERICKS-TORONTO RAPTORS 120-123
Che Luka Doncic avesse qualcosa di speciale, di unico, lo si era già capito quando, nemmeno maggiorenne, si laureava MVP dell'Eurolega con la maglia del Real Madrid. Ora che è volato oltre Oceano, lo sloveno sta dominando anche in Nba e a Dallas se lo tengono stretto. Nella notte è arrivata la seconda tripla doppia in carriera per il classe 1999, che fa meglio anche di LeBron James. I 35 punti, con 12 rimbalzi e 10 assist contro Toronto, infatti, rappresentano un nuovo record, visto che a cifre del genere il ‘Chosen One' ci era arrivato solo a 20 anni e 100 giorni, mentre lo sloveno ne ha ancora 19. Peccato però, che tutto ciò non sia servito a Dallas per avere ragione di Toronto, che si conferma una delle migliori squadre della lega, capace di imporsi, in rimonta, 123-120 grazie ai 33 punti di Kawhi Leonard. Dopo aver chiuso il primo tempo con un vantaggio in doppia cifra, i canadesi alzano il piede dall'acceleratore e incassano un parziale di 15-30, che li costringe a inseguire. Nell'ultima frazione, però, i Raptors risalgono la china e trovano la W numero 37 in stagione regolare. Tutto il quintetto dei canadesi chiude in coppia cifra: ci sono 19 punti per Lowry, mentre Ibaka ne aggiunge 11 con altrettanti rimbalzi. Per Dallas, invece, Doncic e poco altro: sono 14 i punti di Harrison Barnes e 13 quelli di Dorian Finney-Smith.

HOUSTON ROCKETS-ORLANDO MAGIC 103-98
E a proposito di record, non ha alcuna intenzione di fermarsi dal realizzarne altri James Harden. Il 'Barba' continua a praticare un altro sport, vola per la 23esima volta consecutiva sopra quota 30 punti, chiudendo a quota 40 e regalando la vittoria ai Rockets contro Orlando. Inizia malissimo la partita per Houston, che fatica a trovare la via del canestro, e Orlando ne approfitta per costruirsi un tesoretto in doppia cifra di vantaggio. Il momento di appannamento di Harden, però, dura poco: il numero 13 inizia a macinare canestri, chiudendo con 14/27 dal campo, ed è il solito cecchino dalla lunetta del tiro libero (8/9). Houston, possesso dopo possesso, si riporta a contatto e poi piazza l'allungo decisivo nell'ultima frazione, costringendo l'attacco dei Magic a soli 16 punti dal campo. Oltre ai 40 punti (con 11 rimbalzi) di Harden, ne arrivano 16 per Eric Gordon e 24 per la coppia Paul-Faried. Il rientro in campo di CP3 è sicuramente una delle note più liete della serata per coach Mike D'Antoni. Dall'altra parte, invece, non bastano le doppie doppie di Aaron Gordon e Nikola Vucevic: il primo chiude con 23 punti, a cui aggiunge 10 rimbalzi, mentre il secondo si ferma a quota 19, catturandone però 17. Grazie a questa vittoria, Houston resta al quinto posto nella Western Conference davanti ai San Antonio Spurs. Scivola sempre più giù, invece, Orlando, che vede allontanarsi l'ottavo posto nella Eastern Conference occupato dagli Charlotte Hornets e distante quattro partite.

OKLAHOMA CITY THUNDER-MILWAUKEE BUCKS 118-112

Sono cinque le vittorie consecutive per gli Oklahoma City Thunder, che piegano le resistenze dei primi della classe a Est, i Milwaukee Bucks: 118-112 il punteggio finale. A decidere le sorti del match, come sempre più spesso sta accadendo in questo scorcio di stagione, è Paul George, autore di ben 7 punti nell'ultimo minuto e mezzo della sfida. Per l'ex Indiana Pacers sono 36 quelli alla sirena finale, a cui si aggiungono anche 13 rimbalzi. Una prestazione che fa passare in secondo piano anche la sedicesima tripla doppia stagionale di Russell Westbook, che ferma il tassametro a quota 13 punti, 13 rimbalzi e 11 assist. Prezioso anche il contributo di Jerami Grant, che ne aggiunge 16 e colleziona la bellezza di 6 stoppate. Dall'altra parte, Milwaukee evidenzia la mancanza di esperienza e malizia nel finale, concedendo troppi possessi offensivi a George, senza riuscire a trovare le giuste contromisure. Ai Bucks è mancato, almeno in avvio, il contributo di Giannis Antetokounmpo, che chiude con 27 punti e 18 rimbalzi, arrivati quasi interamente nel corso del secondo tempo. Insieme con il 'Greek Freak' viaggiano in doppia cifra anche Malcom Brogdon, che ne mette 18, e Chris Middleton, che ne aggiunge 22. Nonostante la sconfitta, Milwaukee conserva il miglior record di tutta la lega con 35 vittorie a fronte di 13 sconfitte. Una in meno rispetto a quella di Golden State, che cavalca però una striscia di 10 W consecutive.

LOS ANGELES LAKERS-PHOENIX SUNS 116-102
Il rientro di LeBron James è sempre più vicino ma, contro Phoenix, i Lakers devono fare nuovamente a meno del 'Re'. Nonostante l'assenza del miglior giocatore della lega, LA approfitta dei favori del calendario e supera Phoenix 116-102 al termine di una partita mai realmente in discussione. I gialloviola tengono il naso avanti dall'inizio alla fine, chiudendo il primo tempo sul 64-53 e allungando, poi, nella ripresa. I Lakers, contro la peggior squadra della Western Conference, chiudono con il 52% dal campo e con il 43% dall'arco. A guidare l'attacco di Luke Walton sono i tre uomini sopra quota 20 punti: il miglior realizzatore è, ancora una volta, Ivica Zubac, che chiude in doppia doppia con 24 e 16 rimbalzi, ai quali si aggiungono i 24 di Kentavious Caldwell-Pope e i 22 di Brandon Ingram. Dall'altra parte, invece, non bastano i 21 punti di Devin Booker e la doppia doppia da 12 punti e 10 rimbalzi di Richaun Holmes. Una vittoria dall'enorme peso specifico per i Lakers, che restano così aggrappati al treno per l'ottavo posto nella Western Conference, occupato, al momento, dai cugini dei Clippers. Per non rischiare di mancare l'appuntamento con la post season, LA deve sperare che LeBron James possa tornare in campo già nella prossima partita contro i Sixers e provare a ripetere l'impresa di guidare, praticamente da solo, una squadra ai playoff come ha già fatto diverse volte in passato con Cleveland.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-UTAH JAZZ 111-125
Con questi Jazz non si scherza più. La terza vittoria consecutiva, la nona nelle ultime 10 partite, fa di Utah una delle squadre più in forma di tutta la Nba. Il settimo posto a Ovest, ormai, sembra consolidato, mentre per l'ottavo sembra una questione riservata alle due cugine di Los Angeles. Contro Minnesota arriva un'altra dimostrazione di forza e compattezza per i mormoni, che crescono alla distanza, chiudendo definitivamente i conti nel finale, in un quarto periodo da 35-26. Tutto il quintetto dei Jazz chiude in doppia cifra, guidato dai 29 di Donovan Mitchell, che ormai viaggia stabilmente sopra quota 20. A questi, si aggiungono anche i 18 di Ricky Rubio, che guida l'orchestra di Utah e i 17 del gigante francese Rudy Gobert, che non va oltre quota 4 rimbalzi. L'unico in doppia doppia è Derrick Favors, che agli 11 punti aggiunge altrettanti rimbalzi. Per Minnesota, invece, i playoff restano un traguardo inarrivabile. Andrew Wiggins ci prova fino alla fine, chiudendo con 35 punti, ma deve alzare bandiera bianca per lo scarso contributo del supporting cast. Non bastano, infatti, i 22 di Karl-Atnhony Towns, che ne mette 22 con 6 rimbalzi e 7 assist. Sono 19, infine, quelli di Jerryd Bayless, che sta vivendo una seconda giovinezza con i T'Wolves.

CHICAGO BULLS-CLEVELAND CAVALIERS 101-104
Ultima contro terz'ultima, peggior record della lega contro secondo peggior attacco. Quella tra Bulls e Cavs è una sfida tra deluse: da una parte i vicecampioni Nba (con un LeBron in meno), dall'altra una franchigia nel bel mezzo di un complicato re-building. Nonostante le premesse non fossero delle migliori, la giostra dello United Center è divertente e, a tratti, quasi entusiasmante. Ad aggiudicarsi il confronto è Cleveland, che raggiunge la doppia cifra alla voce vittorie in stagione regolare e costringe Chicago al terzo stop consecutivo: 104-101 il punteggio finale. La gara corre lungo i binari dell'equilibrio fino all'ultimo quarto, con le due squadre che ci arrivano in perfetta parità: 79-79. A regalare il successo a Cleveland è il canestro di Alec Burks, seguito dall'errore di Zach LaVine, che spedisce sul primo ferro la tripla del possibile overtime sulla sirena. I migliori tra le fila dei Cavs sono Burks e Clarckson, che chiudono con 18 punti a testa. Dall'altra parte, invece, non bastano le doppie doppie di Markkanen e LaVine: il finlandese mette a referto una prova da 21 punti e 15 rimbalzi, mentre l'ex Minnesota Timberwolves ne aggiunge 17 con 12 rimbalzi. Nonostante questo successo, Cleveland resta la peggior squadra di tutta la Nba con un record di 10 vittorie e 41 sconfitte. Non se la passa certo meglio Chicago, che di vittorie ne ha appena 11 a fronte di ben 39 L.

NEW YORK KNICKS-MIAMI HEAT 97-106
Un primo tempo dominato, la sensazione di essere scesi in campo con il piglio giusto. Poi, il solito quarto raccapricciante (solo 12 punti a referto) e per New York arriva la sconfitta numero 38 in stagione regolare. Questa volta a espugnare il Madison Square Garden sono gli Heat, che si impongono 106-97. Troppa la differenza di valori in campo, con Miami che punta con decisione ai playoff, mentre i Knicks devono stare attenti a non finire sul fondo della classifica a Est. Lo specchio delle difficoltà della squadra di coach Fizdale è dato dalle prove deludenti (per usare un eufemismo) dei suoi titolari: l'unico ad andare in doppia cifra è Tim Hardaway Jr, che si ferma a quota 22. Per il resto, davvero poco altro: l'unico a meritarsi gli applausi del Garden è Trey Burke che, in uscita dalla panchina, ne mette 16. Per Miami, invece, sono sei i giocatori in doppia cifra (tutto il quintetto iniziale ha almeno 10 punti), guidati da Wayne Ellington (19 i punti per lui). Per Dwyane Wade, osannato dal pubblico di casa, in quella che potrebbe essere stata la sua ultima partita a New York, arriva una doppia doppia da 15 punti e 10 assist. Un vittoria che permette a Miami di restare al settimo posto a Est e di allungare nei confronti di Pistons e Wizards.

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