Achille Polonara racconta l'incubo dopo il trapianto di midollo osseo: "Ma non vi libererete di me: ho fatto una promessa a mia moglie"
di Stefano FioreIl recupero dal trapianto di midollo osseo si è rivelato molto più difficile del previsto per Achille Polonara. Dopo aver atteso tre mesi per l'operazione, vitale per curare la leucemia mieloide acuta diagnosticata il 10 giugno, il cestista ha dovuto affrontare anche una gravissima complicazione: Polonara ne ha parlato a Le Iene.
Dopo il trapianto, effettuato il 25 settembre all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna con midollo compatibile al 90% di una donatrice americana, le previsioni erano ottimistiche. L'incubo si è però palesato il 16 ottobre con l'insorgenza di una brusca embolia cerebrale, che ha causato una grave carenza d’ossigeno al cervello.
Polonara è stato immediatamente indotto in coma farmacologico per proteggere il cervello, scatenando momenti drammatici per la moglie, Erika Bufano, divisa tra la paura del non risveglio e l'incognita di danni permanenti. "Gli è partito un trombo e il cervello è andato in carenza di ossigeno, le possibilità di vita erano molto basse" le parole della moglie.
Nel servizio andato in onda ieri a "Le Iene" su Mediaset, Achille ha rivissuto quei momenti drammatici: "Mi avevano detto che al 90% sarei morto. Quando ero in coma mi sembrava di essere in un'altra città. Ma non vi liberate così facilmente di me: ho fatto una promessa a Erika."
A due settimane dall’embolia, Polonara ha ripreso il contatto con la normalità sebbene abbia ancora una mobilità ridotta del braccio destro: domenica scorsa e lunedì è tornato a casa per mezza giornata, scortato dall'amore della moglie. Venerdì sarà dimesso e potrà finalmente riabbracciare i figli, Vitoria (5 anni) e Achille Junior (3 anni), che gli sono "dannatamente mancati" in questi mesi.