Lo Stelvio ha fatto male a Vincenzo Nibali. Il 35enne della Trek è deluso dopo il crollo nella 18.esima tappa: "E' stata una giornata dura e, anche se ieri non era successo nulla, i 5 mila metri di dislivello oggi si sono fatti sentire sulle gambe di tutti. Sullo Stelvio c'è stato un ritmo forte fin da subito, con la Sunweb a tirare. Quando mancavano 8-9 chilometri alla cima, ed eravamo già a 2 mila metri d'altezza, c'è stata un'ulteriore accelerazione dei corridori della Ineos, con Geoghegan Hart e Dennis. Hanno fatto esplodere il gruppetto che si era formato e tutta la gara. Io sono rimasto da solo, sono andato avanti fin che potevo e sono arrivato con la maglia rosa".
Amareggiato e quasi sconsolato: "Gli altri vanno più forte, c'è poco da dire: c'è un ricambio generazionale, è evidente che gli altri hanno dalla loro la carta d'identità. Credo di essere l'unico nato nel 1984 a lottare con i primi. L'anno è stato difficile, complicato, per tutti - aggiunge -. Hindley è molto forte, si era già visto a Piancavallo, quando si era messo a fare un ritmo altissimo. La stagione, comunque, è stata strana: in tanti ci siamo concentrati su eventi particolari, nessuno di noi sapeva come saremmo arrivati qui".
"Ci sono poi i giovani: Hindley, Almeida, che anche oggi è andato forte, le medie nel finale erano molto alte. Domani non accadrà niente, dopodomani la corsa esploderà di nuovo", conclude il capitano della Trek.
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