CICLISMO

Giro d'Italia in ansia dopo i casi di Covid: tornano le mascherine

Il direttore della corsa rosa Vegni ha annunciato provvedimenti in difesa dei corridori

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Giro d'Italia in ansia dopo i casi di Covid: tornano le mascherine - foto 1
© Getty Images

Dopo i casi di Covid che hanno colpito prima Ganna e poi il leader della classifica Evenepoel. il direttore del Giro d'Italia, Mauro Vegni, ha annunciato provvedimenti in difesa dei corridori stessi. "Non c'è più il protocollo che c'era prima, l'Oms non classifica più il Covid come una emergenza sanitaria internazionale. Ciò significa che ogni squadra può fare, se vuole, dei test Covid. Qualcuno può decidere di fermare il corridore per motivi di salute, qualcuno può decidere di farlo continuare. Qua al Giro ci sono stati dei casi Covid dichiarati, non possiamo mettere la mano sul fuoco sul fatto che non ce ne siano stati altri, ma magari non sono stati dichiarati", ha detto.

Vedi anche Giro d’Italia, 9a tappa: Evenepoel torna in maglia rosa ma è costretto al ritiro per Covid ciclismo Giro d’Italia, 9a tappa: Evenepoel torna in maglia rosa ma è costretto al ritiro per Covid "Dobbiamo continuare a tenere alto il livello di guardia - ha aggiunto Vegni, come riporta la Gazzetta - . Cominceremo già da questa settimana. Rimetteremo qualche limitazione che era stata abolita, come l'obbligo di portare le mascherine nelle aree in cui si viene a contatto con i corridori, alla partenza e all'arrivo. Non saranno limitazioni al lavoro, ma chiunque vorrà interagire con i corridori dovrà avere la mascherina. Avremmo dovuto farlo prima? Probabilmente sì".

La Direzione del Giro d'Italia ha così comunicato che "in tutte le aree di contatto con i corridori sarà obbligatorio l'uso della mascherina". A titolo esemplificativo e non esaustivo, le aree in cui vigerà l'obbligo sono: parcheggio bus delle squadre (partenza e arrivo); area podio firma; area podio premiazioni; mixed zone; area linea d'arrivo; area conferenza stampa; area antidoping.

LA FEDERCICLISMO: "EVENEPOEL DOVEVA CONTINUARE"
"I corridori estromessi dal Giro per le positivita' al Covid? Io ho una mia opinione personale, che potrebbe anche non piacere a tanti: se è stata dichiarata la fine della pandemia, deve essere finita veramente. Oggi si entra anche negli ospedali senza mascherina, a Milano ho diversi esempi, e quelli sono luoghi più delicati. E' paradossale che un corridore che vince la crono e mette la maglia rosa, quindi sta bene, poi deve essere estromesso perché positivo". Così a LaPresse il presidente della Federazione ciclistica italiana, Cordiano Dagnoni, in merito alle ultime esclusioni eccellenti per positivita' al Covid. "Evenepoel dveva continuare - spiega Dagnoni - a mio avviso si sta svilendo quello che è il valore di una corsa così importante, senza ora più protagonisti che avrebbero dato lustro al Giro. Dispiace molto, veramente sono quasi sorpreso da questo presa posizione così forte. Speravo prima in Ganna, poi in Evenepoel". "Se il corridore vince - prosegue il numero uno della Fci - sta bene e se sta bene deve correre. Oggi ci sono influenze ancora più invasive del Covid, difficile trovare qualcuno che muoia di Covid al giorno d'oggi. Purtroppo noi come Fci siamo spettatori senza poter influire e dire la nostra. Le regole sono internazionali e a questo punto il Giro deve continuare con queste regole per non danneggiare chi è si è dovuto ritirare finora. Ma sicuramente a Giro finito ci faremo sentire con l'Uci".

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