Monti, tecnico di Doualla, racconta nel dettaglio insieme al fisioterapista Tabone perché é troppo rischioso mandare la 15enne velocista in Giappone
di Ferdinando Savarese© Grana/Fidal
Kelly Doualla la fenomenale 15enne velocista azzurra che ha strabiliato il mondo dell'atletica italiana con la conquista di 4 trofei internazionali giovanili nelle ultime tre settimane, ha deciso ieri di non rispondere a un'eventuale, e pressoché certa, convocazione per la staffetta 4x100 dei mondiali assoluti di Tokyo, con una comunicazione fatta dal suo tecnico Walter Monti alla Fidal che, tramite il presidente Stefano Mei, nella serata di domenica aveva lanciato un invito alla giovanissima atleta in tal senso.
Nel comunicato diramato ieri sera proprio dalla Federazione, si parla di una decisione presa di comune accordo tra lo stesso tecnico, la famiglia e l'atleta, che pur qualche giorno prima si era mostrata entusiasta all'idea di poter partecipare all'esperienza iridata in Giappone, peraltro caldeggiata da più parti sulle evidenti ali dell'entusiasmo per le sue straordinarie imprese, e allora ci sembra doveroso entrare nello specifico facendoci spiegare nel dettaglio proprio da Monti le ragioni che hanno portato a tale rinuncia, che ha avuto anche un'altra autorevolissima voce quale quella del fisioterapista della velocista, Marco Tabone, che è stato fondamentale da febbraio a maggio in particolare, quando Kelly ha dovuto recuperare dal grave infortunio muscolare subito nella staffetta 4x200 dei campionati allievi ad Ancona.
Walter una decisione che in qualche modo non sorprende dal tuo punto di vista, perché ti sei sempre mostrato contrario a questa esperienza per Kelly, ma la ragazza sembrava propensa già dopo i trionfi dell'Eyof. L'avete dovuta convincere o anche lei ha capito subito che era meglio rinunciare?
"Assolutamente non abbiamo dovuto convincerla e posso dire che la decisione è stata presa solamente da lei che è una ragazza anche molto matura. Ovviamente io e in particolare Marco, che la segue quasi quotidianamente trattandola dopo ogni allenamento, le abbiamo spiegato che sarebbe stato rischioso dopo tutte le gare fatte in particolare nell'ultimo mese, sottoporre il suo fisico ad altri sforzi per mantenere la sua attuale condizione. Lei ha capito perfettamente e, alla mia domanda conclusiva se avrebbe preferito a settembre essere a Tokyo o vedere il mondiali in TV, mi ha risposto senza dubbi sulla seconda ipotesi".
Marco ha un po' stupito questa comunicazione il giorno dopo il ritorno da Tampere, due giorni dopo l'apertura scontata di Mei verso una sua convocazione per Tokyo. Nella decisione ha influito anche una tua valutazione sul fatto che fosse indispensabile un periodo di riposo, dopo gli stress fisici avuti con 5 gare ad alta intensità in quattro giorni?
"Sicuramente il motivo principale è questo e aggiungo che lo stress non è stato solamente quello dei Campionati Europei di Tampere, ma le stesse 5 gare ad alta intensità Kelly le aveva già disputate pure a Skopje per il Festival della Gioventù, solo tre settimane prima, per non parlare del Grand Prix di Brescia di Continental Tour assoluto del 15 luglio dove aveva fatto uno dei suoi tanti record dell'anno".
Marco, anche l'infortunio di febbraio ha avuto una sua importanza nella decisione finale?
"Certamente, basti pensare che la letteratura scientifica sull'argomento recita che un infortunio come quello di Kelly al bicipite femorale abbia il 30% di possibile recidiva, ragione per cui siamo stati prudentissimi nel farla tornare in gara a maggio, e addirittura eravamo in dubbio se programmare la stagione all'aperto solamente sull'Eyof in Macedonia, perché farla partecipare anche agli Europei under 20 ad agosto avrebbe forse potuto comportare qualche rischio, sempre per l'infortunio subito a febbraio".
© Marco Tabone
Walter se i Mondiali fossero stati in Europa, sarebbe cambiato qualcosa nella decisione?
"Ovviamente no, proprio per quanto appena detto da Marco, il problema non è la distanza o la scuola, anche se ovviamente importantissima pure questa, ma che a prescindere da ogni altra valutazione che si sarebbe potuta fare, Kelly non è in grado in questo momento di continuare ad affrontare dei carichi di lavoro per partecipare al principale evento mondiale assoluto, dove certamente le chiederebbero il massimo delle sue possibilità che lei sicuramente darebbe, con infiniti rischi che devono essere evitati".
La stagione di Kelly si può quindi ritenere definitivamente conclusa?
"In realtà no, adesso farà un periodo di meritata vacanza, almeno 15 giorni, e poi torneremo ad allenarci senza troppe pressioni e sarà in gara a fine settembre per le finali di campionati societari under 18, in rappresentanza della sua società Cus Pro Patria Milano, dove la sua presenza sarà fondamentale e incentivante per la squadra, ma dove potrà competere senza rischi ovviamente non al 100% delle proprie possibilità".
© Getty Images