Intervista esclusiva all'ostacolista friulana capace di ottenere i suoi migliori risultati dopo i 30 anni
di Ferdinando Savarese© Grana/Fidal
Giada Carmassi ha realizzato domenica 15 giugno a Stoccolma il nuovo primato italiano dei 100 ostacoli grazie al crono di 12"69, 6 centesimi meglio del precedente 12"75 ottenuto da Luminosa Bogliolo alle Olimpiadi di Tokyo 2021, con una prestazione che le garantisce anche il minimo ufficiale di partecipazione per i Mondiali in Giappone di settembre che rappresenteranno la sua prima grande esperienza in un campionato iridato all'aperto, dopo la delusione patita l'anno scorso quando ha fallito la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi per pochissimi punti all'interno del Ranking di World Athletics.
Un risultato agonistico di grande spessore anche se apparentemente come tanti altri, ma la particolarità della storia di Giada sta nei suoi 31 anni compiuti lo scorso 15 maggio e nel fatto di essere riuscita a esprimere il meglio del suo talento alla soglia proprio dei 30, dall'inizio del 2024 con una serie di riscontri sempre più positivi sia in termini di tempi che di partecipazioni alle più importanti competizioni internazionali.
Un'esplosione tardiva frutto di tanti motivi anche se la passione per l'atletica nasce in lei sin da piccolina pur iniziando a praticarla a Gemona del Friuli dopo varie esperienze tra ginnastica artistica, nuoto e pallavolo, dedicandosi agli ostacoli veloci dalla categoria allieve in avanti con varie esperienze nei principali campionati internazionali giovanili sino agli europei under 23 nel 2025, quando ha pure ottenuto il primo significativo crono di 13"32 nei 100 H a 20 anni.
Dalla fine del 2016 la sua vita cambia radicalmente in quanto diventa un'atleta professionista e viene arruolata nel Gruppo Sportivo dell'Esercito, decidendo di trasferirsi dal Friuli dove aveva sempre vissuto dalla nascita a Roma per essere seguita da un nuovo staff tecnico, ma tale esperienza si rivela negativa e dopo 3 anni in cui i risultati agonistici non sono all'altezza delle aspettative viene esclusa dal Gruppo Sportivo, ma decide di rimanere all'interno dell'Esercito per svolgere attività di ufficio, riuscendo in tale ambito a trasferirsi dal 2020 a Padova.
A circa 25 anni, quindi, Giada si ritrova davanti a un bivio da un punto di vista sportivo perché sente di poter dare ancora molto all'atletica e alla disciplina degli ostacoli veloci in particolare, e decide in ogni caso di continuare ad allenarsi nel tempo libero lasciatole dalla sua nuova attività professionale, facendosi seguire dal padre del suo fidanzato Nicolò, Emanuele Olivieri, e da questo connubio si crea magicamente la perfetta sintonia grazie alla quale inizia la sua rinascita agonistica, ricominciando dopo anni a migliorarsi con 13"23 subito nel 2020, 13"10 nel 2021, per poi nel 2023 scendere sino a 13"08 con anche la conquista del primo titolo italiano assoluto in carriera a 28 anni compiuti e, alla fine della stagione, con il reintegro nel Gruppo Sportivo dell'Esercito.
Questa rinnovata fiducia rappresenta la scintilla definitiva per la sua definitiva ascesa a livello internazionale proprio nell'anno, il 2024, del compimento dei 30 anni con la partecipazione ai suoi primi mondiali al coperto a Glasgow, agli europei di Roma ma anche con i suoi primi crono sotto i 13 secondi, la barriera dell'eccellenza nella specialità, sino al 12"87 realizzato in occasione del secondo titolo italiano consecutivo a La Spezia.
Il 2025 è storia recente con una intensa stagione invernale sui 60 H indoor, caratterizzata in particolare dalla prima maglia tricolore al coperto e dalla partecipazione sia agli europei di Apeldoorn che ai mondiali di Nanchino, per poi decollare all'aperto con un primo nuovo personale nei 100 H di 12"81 nella Diamond League di Rabat a fine maggio, il nuovo record italiano di 12"69 sempre in Diamond a Stoccolma, a cui ha fatto seguito solo due giorni dopo un altro ottimo riscontro a Turku in Continental Tour Gold ancora con 12"81.
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Giada le 48 ore più belle della tua vita agonistica. Te le aspettavi sia in termini cronometrici che di tenuta fisica e mentale?
"I numeri in allenamento erano molto promettenti. L’opportunità di gareggiare a Stoccolma si è presentata all’ultimo minuto ma nel momento giusto e, in quel contesto dai così alti contenuti tecnici offerto dalla Diamond League, è venuto fuori il grande tempo del record italiano, riuscendo poi a reagire molto bene in tutti i sensi nelle ore successive, per cui sono ulteriormente contenta di come sia andata anche la gara di Turku".
La tua storia sportiva è veramente un grande esempio di come nella vita si debba ritenere finita qualcosa solo quando è veramente finita. Per la tua rinascita pensi di dover ringraziare solo te stessa o anche qualcun altro?
"Penso di dover ringraziare soprattutto me stessa per avere sempre creduto nelle mie potenzialità, ma sicuramente anche tutto il team che lavora con me che è sempre stato presente nei momenti difficili".
Il fatto di essere riuscita a scendere sotto la soglia dell'eccellenza nella tua disciplina dei 13 secondi, proprio pochi giorni il compimento dei 30 anni, pensi sia casuale o è come se quel compleanno ti abbia fatto scattare dentro una rabbia agonistica ulteriore?
"Non credo sia una questione di età anagrafica, è frutto di un percorso fatto con le persone giuste che mi ha permesso di migliorarmi anno dopo anno ma con una consapevolezza diversa, per cui l'aver abbattuto quella soglia pochi giorni dopo il mio compleanno è stata solo una piacevole casualità".
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C'è un momento che ritieni essere stato decisivo per la tua grande esplosione agonistica?
"L'incontro con il mio allenatore Emanuele Olivieri con tutto quanto poi è conseguito insieme a lui è stato certamente fondamentale, ma sicuramente il mio rientro nel Gruppo Sportivo dell'Esercito dall'inizio del 2024 è stato molto importante in quanto mi ha ridato la possibilità di allenarmi come una professionista a tempo pieno, con una qualità nei lavori fatti che si è alzata molto per via dei maggiori tempi di recupero e riposo, legati al non dover avere altri impegni professionali".
Quando alla fine del 2019 sei uscita da Gruppo Sportivo dell'Esercito hai pensato anche solo per un attimo di smettere?
"Non posso negare che, anche se magari solo per un secondo, io l'abbia pensato ma subito dopo ho sentito dentro di me che non sarei stata in grado di smettere, perché c’era un ancora qualcosa che mi faceva credere nelle mie potenzialità".
Hai già gareggiato tanto in questa prima fase di gare all'aperto, certamente nell'ottica iniziale di fare punti per i ranking in funzione della qualificazione per i mondiali di Tokyo, che però ti sei garantita proprio in occasione del tuo record italiano che ti è valso anche ampiamente il minimo diretto. Come saranno quindi i tuoi impegni futuri?
"Sicuramente il fatto di non dover più seguire il ranking mi permette di allenarmi con più tranquillità e di riprogrammare le gare del prossimo mese, ma in ogni caso sarò impegnata a fine a mese a Madrid con la nazionale nei campionati europei a squadre, per poi essere sui blocchi l'11 luglio a Montecarlo in un'altra tappa della Diamond League".
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I tuoi recenti grandi risultati dipendono certamente anche da una longevità agonistica fuori dal comune. In definitiva pensi di essere stata più fortunata per tale tua caratteristica genetica o più determinata per la tua infinita voglia di riscatto?
"Non credo sia una questione di riscatto o fortuna, ma semplicemente di un percorso che sta dando risultati in questa mia fase della carriera. In alcune atlete questo avviene prima ed certamente più comune, in altre più avanti come nel mio caso ma alla fine quello che conta è arrivarci".
Cosa vorresti dire a chi nell'ambito agonistico sta vivendo, per vari motivi, momenti di difficoltà come quelli passati da te?
"Di credere profondamente in se stessi e affidarsi alle persone giuste, ma soprattutto di vivere l’atletica con grande impegno senza dimenticare tutta la vita che c’è al di fuori di essa".
Al di là delle due più famose specialiste italiane del nuovo millennio quali Veronica Borsi e Luminosa Bogliolo, a cui hai sempre detto di esserti ispirata, c'è qualche grande campionessa presente o passata che stimi in particolar modo?
"Tra le atlete d’élite mondiale attualmente mi ispiro molto all'olandese Nadine Visser perché la reputo un atleta completa, molto tecnica nella specialità degli ostacoli ma altrettanto veloce con ottimi personali pure nei 100 piani".
Stai passando di sogno in sogno realizzato, quali sono i tuoi prossimi?
"Ho sicuramente realizzato tanti sogni nel corso degli anni, ma il mio modo d’essere è quello di non accontentarmi mai perché ho ancora “fame” di migliorarmi e vedere davvero fino a dove posso spingermi. Quindi non mi pongo limiti".
Quando tra tanti anni deciderai di smettere ti piacerebbe rimanere nel mondo dell'atletica per trasmettere ai giovanissimi tutte le tue esperienze di vita agonistica?
"Assolutamente si, mi piacerebbe davvero tanto poter trasmettere ai giovani il percorso e le scelte che ho fatto, nella speranza che possano trovare anche loro ispirazione e idee per far sbocciare il proprio talento".
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