Se ne riparla da lunedì, dopodomani. Comodi (si fa per dire) a Milano: con Icardi, Wanda Nara, Mancini, il management interista, quello azzurro e De Laurentiis. Le distanze, si sa, complicano rapporti e buoni propositi e la fretta di chiudere il tormentone è reciproca: il Napoli deve sapere se Maurito si può raggiungere o no; l'Inter deve decidere se l'aumento di ingaggio e contratto fino al 2020 per Icardi sono la strada da percorrere.

Il diktat: "Icardi è incedibile", fa parte del modo di procedere interista fin dal primo giorno del pressing napoletano. Poi è arrivato il presidente Thohir e mettere a soqquadro il quadro. Pronunciando quella frase "Icardi, speriamo valga più di 60 milioni", che nessuno ha compreso fino in fondo, salvo far scattare la logica del "possiamo cederlo, oltre quella soglia". Cosa avrà voluto dire, Thohir? Appunto: ha generato solo confusione.
Il Napoli ha fatto scattare tre offerte: arrivando fino a 60 milioni e mettendo nel conto anche Gabbiadini, il quale però deve capire e sapere se fa parte del progetto-Napoli 2016-17 o no. Per questo, De Laurentiis non può aspettare ancora: diciamo ancora 3-4 giorni, fino a metà settimana. Per sostituire Higuain ha preso un ... acconto: il polacco Milik. Icardi resta nel mirino, la trattativa è aperta, ma se l'Inter non cede il suo capitano, non si può alzare ancora la già sontuosa offerta. E allora capitolo chiuso, Gabbiadini rimane ci si rivolge altrove.

Quanto al rinnovo di Icardi, l'Inter non fa trapelare date, mentre Wanda Nara preme perché tutto si completi già ad agosto, prima che la stagione ufficiale prenda il via. Il management cino-indonesiano tutta questa fretta non mostra di averla. E questa è una partita che non giova granché: alla squadra e a Maurito.