Ultimatum del Milan a Gigio Donnarumma. Il club rossonero, irritato con il giocatore e, soprattutto, con Mino Raiola, ha deciso di mettere alle strette il portierino e chiarito di essere pronto a lasciarlo in tribuna per un anno nel caso in cui non si dovesse arrivare a un accordo per il rinnovo di contratto entro la fine di giugno. Il Milan ha offerto a Donnarumma 3.5 milioni di euro a stagione contro i 250mila euro che guadagna attualmente da Gigio, ma Raiola sta da tempo giocando al rialzo forte dell'interessamento di numerosi club europei. Proprio le pretendenti a Donnarumma, Manchester City in testa, attendono alla finestra l'evolversi di una situazione che si fa rovente.
Difficile dire se la mossa del Milan sia giusta oppure no. Sicuramente è un modo di ristabilire le gerarchie e mettere il club davanti a tutto e Donnarumma davanti alle sue responsabilità. E d'altronde, da questo punto di vista, sono giorni che risuona la stessa musica. Gigio si è sempre dichiarato milanista e innamorato del Milan e tutti, da Montella a Gattuso, passando probabilmente per i suoi compagni, lo stanno per questo esortando a fare un passo in questo senso. Il che, tradotto, significa dissociarsi, per quanto possibile, da Mino Raiola e pensare al proprio futuro sportivo senza lasciarlo nelle mani di chi, ovviamente, è più preoccupato del futuro economico del giocatore. Di certo la situazione è diventata quasi insostenibile: a chi converrebbe, infatti, un contratto che arriverebbe alla naturale scadenza "condito" da un anno di assenza dai campi? Risposta banale: a nessuno.
E allora da settimana prossima, una volta chiuso il campionato, è evidente che le parti debbano tornare a parlarsi. Debbano, appunto, senza altre possibilità. A meno che davvero qualcuno non consideri intelligente o giusto o conveniente continuare in questo braccio di ferro che priverebbe il Milan e il calcio italiano tutto di un grande talento e toglierebbe a Donnarumma la possibilità di giocarsi, ad esempio, un posto per i prossimi Mondiali, in programma come noto l'anno prossimo.
Quella del Milan, da questa distanza, ha tutta l'aria di essere una lezione. Per Gigio e per chi verrà dopo di lui. E un chiaro messaggio per Raiola. Perché c'è un calcio che si gioca attorno alle scrivanie e il CALCIO, quello del campo. Un campo che Gigio, oggi, rischia di guardare per un anno dalle tribune di San Siro.
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