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"Il calcio è il lavoro più bello del mondo se impari a toglierti le pressioni di dosso". Così ai microfoni di Vivo Azzurro TV, Leonardo Bonucci, oggi assistente allenatore della Nazionale U20 guidata da Bernardo Corradi, ieri colonna della Juventus (502 presenze e 35 reti) e della Nazionale (121 presenze e 8 reti), che proprio domani compirà 38 anni. Dopo aver annunciato quasi un anno fa la fine della sua carriera da calciatore si prepara 'forse' a diventare allenatore, con la stessa onestà che lo accompagna da sempre. "L'idea c'è - confessa sorridendo -. Al momento sto studiando per prepararmi al corso Uefa A, che mi consentirebbe di poter allenare le formazioni giovanili fino all'Under 20 e le Prime Squadre in Serie C. Se dovesse scattare davvero quel fuoco dentro, quello stesso fuoco che mi ha spinto a voler fare il calciatore, l'obiettivo sarà quello di guadagnarmi la possibilità di allenare un giorno una grande squadra, magari anche la Nazionale".
E se un giorno guiderà una squadra, proverà a fondere due mondi opposti: l'animato Antonio Conte e il calmo Roberto Mancini. Perché, come sa bene chi ha indossato la maglia azzurra più di cento volte - quarto di sempre con 121 presenze e 8 reti -, non basta sapere. Bisogna anche ascoltare. "Ho avuto la fortuna di essere allenato da grandi allenatori, ma se dovessi sceglierne due come punti di riferimento per un possibile futuro in panchina sarebbero Antonio e Roberto. Caratteri completamente diversi, ma tatticamente mi hanno insegnato tanto", ha aggiunto Bonucci.