"Allenare il Milan? Perché no?

Il brasiliano a una testata polacca: "Mi sento ancora un calciatore"

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In attesa di decidere se giocare ancora a calcio dopo l'addio a Orlando, Ricardo Kakà ha aperto le porte a un suo possibile futuro da allenatore del Milan. "Perché no? Ho sempre il Milan nel mio cuore - ha detto il 35enne brasiliano alla testata polacca 'Przeglad Sportowy'. In ogni club in cui ho giocato non ho mai lasciato brutti ricordi, penso di avere una porta aperta dappertutto. Non ho un contratto, ma mi sento ancora un calciatore".

Quando si parla di Milan a Kakà si illuminano gli occhi e non potrebbe essere altrimenti, visto che in rossonero ha vissuto le stagioni più belle della sua carriera e a Milanello è diventato il campione idolo di adulti e bambini. San Paolo, Milan, Real Madrid e Orlando le casacche vestite in carriera dal brasiliano, ora un bivio. "Nelle prossime settimane deciderò cosa fare in futuro: mi piacerebbe sicuramente restare nel mondo del calcio, come allenatore o come direttore sportivo. Per essere un grande allenatore devi avere una vocazione".

L'ex numero 22 del Milan non ha dubbi su chi prendere come esempio in panchina. "Sarebbe il massimo seguire le orme di Zinedine Zidane, anche se è facile a dirlo. Il suo passaggio da giocatore ad allenatore è da prendere come modello: prima ha appreso il meglio dai suoi ex allenatori, poi si è riposato, ha lavorato con i giovani e quando si è reso conto di essere pronto, è stato amato dal suo club e ha raggiunto successi incredibili. Era unico come giocatore ed è unico come allenatore".

Kakà è intervenuto anche sulla contesa del Pallone d'Oro, da anni ormai duopolio della coppia Messi-Ronaldo: «Sono i giocatori più forti del mondo, e negli ultimi anni le loro squadre hanno vinto in tutte le competizioni. Nel corso degli anni, con l'aiuto dei media, è nata una sorprendente rivalità tra l'argentino e il portoghese: ciò spinge entrambi a dare il massimo, li motiva a lavorare su se stessi e battere ogni record. Fino a quando esisterà questa rivalità sportiva nessuno potrà vincere il Pallone d'Oro: se Lewandowski vince la Champions League con il Bayern e il Mondiale con la Polonia si candida seriamente per vincerlo".

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