Lazio, Lotito alla Sinagoga: "Ogni anno andremo ad Auschwitz"

La visita e le parole del presidente laziale, con una delegazione di giocatori (Wallace e Felipe Anderson)

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Parole forti, e decise. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, davanti alla Sinagoga di Roma, accompagnato da Felipe Anderson e Wallace, ha spiegato la sua ferma presa di posizione (sua e ovviamente del club laziale e della stragrande maggioranza dei tifosi biancocelesti) sull'inqualificabile episodio di domenica all'Olimpico.

"Noi oggi siamo qui per testimoniare ancora una volta la nostra posizione di dissociazione nei confronti di ogni forma di xenofobia, razzismo, antisemitismo. La società ha sempre messo in campo tutta una serie di azioni volte a prevenire e a reprimere certi fenomeni che sicuramente non ci appartengono".
"La maggior parte della tifoseria, anzi la stragrande maggioranza della tifoseria della Lazio condivide questa nostra posizione e noi faremo anche tante altre iniziative che serviranno per prevenire nel futuro certi episodi. E annuncio oggi ufficialmente che la Lazio organizzerà un'iniziativa annuale per portare ogni anno 200 giovani tifosi in visita ad Auschwitz".

Per il presidente laziale, la (ovvia) domanda sul perché abbia fatto in modo di poter aprire la Curva Sud dell'Olimpico ai tifosi ultra biancocelesti, scansando così la chiusura della Giustizia sportiva. "Non accetto strumentalizzazioni sull'apertura della Curva Sud ai nostri tifosi: è stata fatta apposta per combattere il razzismo", ha detto il presidente Lotito, dopo aver deposto una corona di fiori alla Sinagoga di Roma sotto la lapide degli ebrei deportati. "Non è stato un escamotage dopo la chiusura della Nord - ha sottolineato Lotito - è ora di finirla, che in un momento favorevole si utilizzi qualsiasi strumento per denigrare la società".

La visita dei dirigenti della Lazio alla Sinagoga di Roma è cominciata a mezzogiorno con in testa il presidente Claudio Lotito, accompagnato dal portavoce Arturo Diaconale e da due giocatori, i brasiliani Felipe Anderson e Wallace. Visita all'esterno del tempio ebraico romano dove hanno deposto una corona di fiori. Il gesto, un segno di amicizia verso la comunità ebraica romana e di condanna verso qualsiasi forma di razzismo e antisemitismo, quanto mai necessaria e pressante dopo il ritrovamento di adesivi antisemiti affissi dagli ultras laziali durante Lazio-Cagliari di domenica sera.

All'omaggio, reso dopo la diffusione di adesivi antisemiti dagli ultrà laziali, non hanno preso parte rappresentanti ufficiali della comunità ebraica di Roma. "Non era stata concordata", spiegano fonti della comunità, aggiungendo: "oltre ai gesti servirebbero iniziative concrete da tutti i club".
"Se fossi un rappresentante della Comunità ebraica di Roma oggi non accoglierei Lotito, presidente della Lazio, davanti alla lapide dei deportati ebrei dai nazifascisti nei campi di sterminio. Farei piuttosto riportare la sua corona di fiori sugli spalti della Curva Nord dello stadio Olimpico di Roma con scritta la citazione del Talmu'd: 'Ci sono persone vive che sono come morte e ci sono persone morte che restano sempre vive' ". Lo afferma il rabbino Roberto Della Rocca, direttore dell'Area Cultura e Formazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in un intervento pubblicato oggi sul quotidiano 'Pagine Ebraiche 24'.

La Lazio indosserà a Bologna, durante il riscaldamento prima della partita di campionato, una maglia commemorativa di Anna Frank. E' questa l'iniziativa del club bianconceleste, per espressa volontà del presidente Claudio Lotito. La società si era detta già favorevole ad accettare la proposta del premier Renzi, di giocare con una stella di David sulla maglia, fermo restando la necessità di un ok da parte della Lega.

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