Juve, Agnelli: "Non venderemo mai la Juve. Abbiamo un solo obbligo: vincere"

Il presidente bianconero: "Semmai un giorno potremmo comprare un club estero"

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"La sfida dei prossimi 3-5 anni per il calcio italiano sarà come non perdere ulteriore terreno in Europa. Dobbiamo smettere di pensare a proteggere e porci l'obiettivo di innovare". Così il presidente della Juventus Andrea Agnelli nel corso di un'intervista a Sky. "Dobbiamo capire - ha aggiunto - quale è il modello che il calcio italiano si vuole dare, quale la mission da affidare alle squadre principali, quale il piano per essere competitivi".

Premessa per inquadrare poi più da vicino la situazione legata alla sua Juventus: "Club e squadra sono bene impostate - ha spiegato il presidente bianconero - per reggere le sfide dei prossimi 2-3 e i nostri piani triennali hanno sempre rispettato gli obiettivi. Però dobbiamo vedere cosa succede nel calcio italiano ed europeo nei prossimi anni, per capire dove essere competitivi. Questa Juve mi sembra la più completa e la più forte, europea, che abbiamo avuto negli ultimi 6 anni". 

"Non ho mai pensato ad una Juventus senza una base di 7-8 giocatori italiani, perché aldilà dell'identità sono quelli che percepiscono meglio la reazione della gente. Sturaro, Zaza e Rugani si aggiungono allo zoccolo duro. E' fondamentale avere una base italiana. Senza forse non si sarebbe capita la gravità della situazione ad inizio stagione".

"La Juve in mani straniere? Senza volontà non si può fare. Abbiamo il 63% della Juve e così è. Non essere favorevoli all'ingresso di capitali esteri sigificherebbe non capire il mondo in cui viviamo, è un fattore positivo e devono essere più che benvenuti. Maggiore è la concorrenza, maggiore è lo stimolo a fare meglio. Ma per quanto riguarda noi, ripeto, abbiamo il 63% della Juve e non abbiamo alcuna intenzione di cederlo a nessuno. Comprare un club all'estero? Una possibilità che stiamo valutando, ma non è ora all'ordine del giorno".

"Chi sta alla Juventus deve pensare a una sola cosa: vincere. Abbiamo iniziato in Cina con un trofeo e finito a Roma con un altro trofeo ed è quello a cui dobbiamo ambire sempre. Questa è la cosa più bella, iniziare e finire bene".

"Con Conte ho un ottimo rapporto, ai tempi della squalifica l'ho difeso dal primissimo minuto. Abbiamo fatto 6 mesi senza allenatore. Sfido chiunque altro a riuscirci. Il caso Bonucci? Leo in quei giorni si è regolarmente allenato con la squadra, è un uomo spogliatoio e ha un carisma straordinario. Per andare a fare cosa poi? Tre giorni di test fisici, sono cose che non capisco"

"Lo stile Juve? non ho mai capito cosa sia. Per me lo stile Juve è vincere: quindi esiste".

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