Juve, Agnelli: "Oltre la leggenda"

"Il dogma di questa società è che il successo più bello sarà il prossimo. La sfida è riconfermarsi in Italia e in Europa"

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Andrea Agnelli ha aperto l'assemblea degli azionisti con un discorso quasi motivazionale per la sua Juventus. "Come società, squadra e componente tecnica siamo estremamente orgogliosi: mai nessuno nella storia del calcio ha vinto sei scudetti di fila. Ora ci deve essere qualcosa oltre la leggenda", ha detto il presidente bianconero all'Allianz Stadium ringraziando in modo particolare "i giocatori che hanno vinto tutti i titoli".

"Bonucci, Chiellini, Barzagli, Lichtsteiner, Marchisio e Bonucci. Per cinque di loro la sfida continua e deve esserci qualcosa oltre la leggenda. Un ringraziamento al direttore dell'area sport Marotta, che sotto la sua leadership ha coordinato la squadra a questi risultati. A Pavel Nedved, il vicepresidente, esempio anche oggi fuori dal campo. A Fabio Paratici e Federico Cherubini", ha aggiunto parlando dei singoli. "Il dogma di questa società è che il successo più bello sarà il prossimo. La sfida è riconfermarsi in Italia e in Europa", ha aggiunto.

Poi Agnelli si è addentrato sui numeri della società: "Dobbiamo essere estremamente orgogliosi anche dell'attività fuori dal campo: il fatturato di quest'anno, escludendo i trasferimenti, ha visto un ulteriore +20%, arrivando a 411 milioni; abbiamo segnato un utile storico, 42,6 milioni". E ancora: "Il focus per la Juventus è sempre stato, è e resterà il calcio giocato, ma per sviluppare la parte sportiva è altrettanto importante quello che avviene fuori dal campo".

Sul fatturato: "In sei anni, dal 2010 al 2016 il nostro fatturato è passato da 172 a 341 milioni di euro, con un incremento del 98%. Siamo al decimo posto, se dovessimo mantenere lo stesso tasso di crescita nel 2022 arriveremmo a 689 milioni: ne saremmo tutti molto orgogliosi, ma il risultato ci posizionerebbe al secondo posto nella classifica del 2016. La Juve vuole crescere ancora, ma dobbiamo essere consapevoli che i nostri competitor corrono veloci".

"E' necessaria la riforma dei campionati, 20 squadre in serie A sono troppe - ha spiegato il numero uno bianconero nel discorso di apertura lavori - questo dibattito coinvolge anche gli altri campionati, sono problemi che riguardano tutti ad eccezione della Bundesliga". "Inoltre - ha aggiunto Agnelli - la sfida non può che essere ammodernare gli impianti sportivi, teatro per i tifosi ma anche per i broadcaster". Il presidente bianconero ha ribadito la richiesta di creare le seconde squadre, necessarie anche per valorizzare i calciatori del settore giovanile: "L'Uefa ha puntato il dito, a ragione, sul livello di prestiti correnti. Ma ridurne drasticamente il numero significa avere seconde squadre in cui far giocare i giovani. Il campionato Primavera è di buon livello ma non produce atleti pronti per le prime squadre. Anche in Inghilterra esistono questi problemi, ma il campionato Primavera è aperto agli Under 21 e i prestiti sono un terzo rispetto al nostro".

"C'è un 20% della quota dei diritti tv italiani che necessita di ridistribuzione e solo dalla parte internazionale e dal loro successo può nascere il rilancio del calcio italiano". Così Andrea Agnelli sulla proposta del Ministro dello Sport, Lotti, di ridistribuzione dei diritti tv per il calcio italiano. "Il piano economico dei prossimi mesi ci dirà che ambizione potremo avere - ha spiegato il presidente della Juventus all'assemblea degli azionisti -. In questo momento in Serie A non abbiamo una visione di quelli che sono i ricavi derivanti dai diritti televisivi, visto che il bando nazionale e' stato ritirato. Dobbiamo quindi rimanere in attesa dell'esito della ridistribuzione, nel Dpef è stata avanzata la riforma della legge Melandri che rivisita alcuni parametri, modificabili fino al 22 dicembre". "I dialoghi con Lotti - ha aggiunto Agnelli - sono stati incoraggianti da un certo punto di vista: ferma è l'intenzione da parte sua di alzare la distribuzione in parti uguali dal 40% al 50%, ma il 20% andrebbe destinato a chi è impegnato nelle competizioni internazionali".

"Con la presidenza Fifa dovremo rivedere il calendario internazionale: una soluzione potrebbe essere dare i giocatori per un mese intero, evitando continue interruzioni e voli transoceanici". La riforma dell'attività delle Nazionali è sollecitata dal president Agnelli. "Bisogna coniugare in maniera virtuosa le esigenze dei club e della nazionali - ha spiegato - . Parlando con Allegri dei tre stop di settembre, ottobre e novembre, si evince che sono un elemento di complessità superiore per chi, come noi, ha 10/15 giocatori coinvolti".

Agnelli ha risposto a una domanda di un piccolo azionista sull'indagine della Fifa relativa al trasferimento di Paul Pogba al Manchester United. "L'indagine della Fifa su Pogba si è conclusa senza implicazioni per la Juventus, che è stata completamente assolta", ha detto.

Quanot alla vicenda dei rapporti con gli ultras, Agnelli ha detto che confida "negli organi giudicanti che dovranno esprimersi, ma non posso non provare rammarico per i comportamenti, le parole e gli atteggiamenti della Procura federale sui quali non è opportuno che mi esprima pubblicamente". Agnelli, ha ribadito la "piena convinzione nell'onestà e correttezza dei comportamenti del sottoscritto e di tutti i nostri dirigenti coinvolti in questa amara e tragica vicenda".

Se Agnelli ha parlato degli obiettivi stagionali, Beppe Marotta si è concentrato sul presente, con un pensiero al passato. "La campagna acquisti non è stata sbagliata, abbiamo un punto in più dello scorso anno. Siamo in linea, è il Napoli che sta facendo qualcosa di straordinario. Pochi giovani? Non portano a vincere i campionati. E' certamente anomalo avere il solo Marchisio che risponde a questi requisiti e sarebbe motivo di orgoglio avere titolari provenienti dal nostro settore giovanile. Ma l'obiettivo della società è vincere ed i giovani non portano a vincere", ha detto. Sul tormentone intervallo di Cardiff: "Non è successo assolutamente niente. Non ci sarebbe nulla di male a parlare di qualche scazzottatura, in fondo il calcio è un gioco maschio, qualche tensione alimenta l'adrenalina. Purtroppo, forse a Cardiff è successo il contrario, l'intervallo tra il primo e secondo tempo ha avuto un effetto tranquillante".

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