Inter, Icardi: "Leale, sincero e responsabile: così sono diventato capitano"

L'argentino si confessa al magazine El Grafico

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L'Inter, la nazionale argentina, Messi. E poi ancora Mancini e il Tata Martino, il calcio a Barcellona e l'approdo in Italia. Passando per la vita privata, l'amore per Wanda, la famiglia, Maxi Lopez e le dicerie, il gossip, le critiche. Mauro Icardi si confessa a El Grafico e parla di sè senza nascondersi, senza celare la soddisfazione per quanto sin qui fatto - nel calcio come nella vita privata - e senza tacere il disappunto per le maldicenze che hanno accompagnato l'inizio della sua relazione coniugale.

“Il destino non è questione di fortuna ma di scelte" ha raccontato Maurito come riporta il sito fcinternews. "Ogni volta che devo prendere una decisone non mi preoccupo della fama che potrei avere, dei nemici che mi si possono presentare, dei soldi che potrei guadagnare o dei seguaci che potrei perdere. Quando affronto una decisione, penso solo alle cose importanti per me. L'unica cosa che mi importa è essere capace di lottare, perché questo è quello che sento e questo è quello che sono: un guerriero. La mia vita, come quella di qualunque altro essere umano, è fatta di decisioni. Sì o no, freddo o caldo, aperto o chiuso. Restare o andare via. Quello che sono nella mia vita è frutto soprattutto delle mie decisioni e delle responsabilità che mi sono preso. Mi possono ritenere colpevole oppure ammirarmi e rispettarmi per le decisioni prese di mia spontanea volontà”.

Eccolo il Maurito-pensiero. Prendere o lasciare: questo è e questo lo ha portato a diventare il capitano dell'Inter: "Non voglio mostrarmi diverso da quello che sono, sarebbe una falsità da parte mia. Continuo a essere quello che sono, perché è quello che mi ha permesso di arrivare al punto in cui sono adesso, non ci sono troppi misteri. Io erede di Zanetti? Dico la verità: non parliamo mai dell'essere capitano o di altri temi del genere. So che Pupi mi vuole tanto bene come io ne voglio a lui. E se qualche giorno ho bisogno di un consiglio, non avrò dubbi nel chiederglielo perché so che sarà sempre disponibile. Si parla tanto di me perché genero sicuramente nei media l'idea di dar loro sempre un beneficio. Però quelli che parlano non mi conoscono, quelli che lavorano o hanno lavorato con me hanno un'immagine completamente diversa da quella venduta dai media. E tutti quelli che mi conoscono per davvero sanno quali sono i miei valori e che tipo di persona sono. La verità? Questo mi basta e avanza”.

Com'è Roberto Mancini? “Con lui il rapporto è molto buono, ma ovviamente, come succede con ogni allenatore, ci sono dei momenti nei quali sente che è necessario alzare la voce o far sentire il suo rigore. E' la sua funzione per portare avanti la squadra. Sono un nove d'area, ma da quando Mancini è arrivato alla guida dell'Inter ho cambiato un po' il mio modo di giocare. Aiuto più la squadra in costruzione. E quando Martino deciderà di chiamarmi in Nazionale sarò pronto".

"Messi? A Barcellona abbiamo mangiato diverse volte insieme. L'ultima volta che lo vidi era alla festa di Dolce e Gabbana per lui”. Hai come obiettivo il riuscire a cambiare l'immagine che hanno di te in Argentina? “Non inseguo l'approvazione della gente, faccio quello che sento e quello che voglio fare in ogni momento della mia vita. Io faccio quello che voglio, non mi importa dell'opinione degli altri. Ognuno ha la sua da spettatore, ma nessuno conosce internamente la realtà di ciò che è successo (con Maxi Lopez e Wanda Nara, ndr). Poi, questi codici di cui si parla non sono scritti in nessun libro. Le mie priorità nella vita son diverse dai commenti degli ignoranti che non mi conoscono, però ciò di cui sono sicuro è che i miei codici iniziano in casa, rispettando la mia famiglia. E questi cosiddetti

codici mi hanno portato a essere quello che sono, e continuerò così. Per tutta la vita”. 

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