Guardiola: "Non sono ancora morto"

Il tecnico del Bayern potrebbe festeggiare il terzo campionato tedesco di fila, ma gli occhi sono tutti per il ritorno con l'Atletico

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Un leone ferito, ma orgoglioso. Pep Guardiola forse non aveva mai raccolto tante critiche tutte insieme. Curioso il fatto che siano arrivate alla vigilia della probabile festa per il terzo campionato tedesco vinto di fila dal suo Bayern. "Mi hanno ucciso dopo la sconfitta con l'Atletico, ma non siamo ancora morti del tutto. Abbiamo ancora 90': dopo quelli, potranno uccidermi definitivamente. Io sono contento, sono al top dell'energia".

Guardiola ha continuato analizzando le tante critiche ricevute: "Ho ancora una pallottola. Non è che qui mi trattano male e a Barcellona bene: ti trattano bene dappertutto in funzione delle vittorie. Andate a vedere quando sono arrivato a Barcellona e ho perso la prima partita: non ti dico neppure. E in Italia, da quanto leggo, è successo anche ad Allegri: non c'è più rispetto per gli allenatori, ovunque".

L'opinione pubblica non ha digerito l'esclusione di Müller dall'undici titolare: "A Lisbona ho lasciato in panchina Lewandowski, ma siccome ci siamo qualificati non è successo nulla. È stata una scelta tattica. Non volevo fare la fine della scorsa stagione a Barcellona, giocando con due attaccanti centrali. Non ho nulla contro Müller, lo adoro.. Forse sarebbe stato meglio farlo giocare, ma io ho riflettuto su tutte le possibilità e alla fine dovevo prendere una decisione: è andata così".

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