Mancini: "Amo troppo l'Inter per tradirla. Ma se non piaccio, mi faccio da parte"

Altre parole del tecnico, stavolta in una intervsita al Guerin Sportivo

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Mancini e l'Inter, questa del nuovo corso cino-indonesiano. Sta per finire tutto? O si può ricominciare? Le parole del club -sul tema- non esistono. Quella del tecnico, goccia dopo goccia, scavano il dubbio che il feeling sì, stia per finire. Dalla serie di interviste di gruppo o dedicate a Riscone di Brunico, si è ben compreso il malessere: di mercato, di intese, di un ruolo da manager -e come tale decisionista in tema di scelte- che Mancio aveva con Thohir e Moratti e che ha visto svanire con Thohir-Suning.

Ora, ci sono altre parole del tecnico. Concesse al Guerin Sportivo, antecedenti la due giorni di interviste a Riscone, di sicuro più pacate e misurate. E comunque illuminanti.
Citiamo qualche passaggio: "Ho sempre detto che amo troppo questa società per poterla tradire. Non sarò mai un peso: come dissi a fine campionato, se qualcuno non mi vuole sono pronto a farmi da parte".
E poi, a proposito della assenza del padrone, lui che ha lavorato al City in condizioni analoghe a queste, interiste: "L'assenza del padrone non incide mai negativamente se organizzi bene la società. Non credete a chi dice che i club possono essere condizionati dalla lontananza della proprietà".
E per chiudere: "La nuova proprietà è appena arrivata. Pensiamo a lavorare, bene e in sintonia. Poi affronteremo anche il futuro. Io devo conoscere loro e loro devono conoscere me, come è logico che sia. Ma le premesse sono buone”.

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