Carlo Tavecchio c'è ancora. Come no. Si è dimesso dalla presidenza della Federcalcio, ma la medesima -come si sa- non è stata commissariata come avrebbe voluto Giovanni Malagò, presidente del Coni. Carlo Tavecchio c'è ancora: anche al vertice della Lega di Serie A, di cui è commissario straordinario fino all'11 dicembre, Lega che deciderà le sorti politiche della Federcalcio fra lunedì 27 novembre e giovedì 30 novembre. Quattro giorni di tormenti.

Lunedì 27 l'assemblea (elettiva) dei 20 club di Serie A. Elettiva significa pronta a eleggere un presidente e i consiglieri. Elettiva, ma senza aver indicato -fino a oggi- un candidato presidente e anzi: proprio in assenza di un identikit si è dovuti passare al commissario (Tavecchio lo è dal 21 aprile scorso).
Ora, c'è chi spinge perché il presidente sia eletto subito: per evitare che il Coni decida di prendere le redini della Lega. E questo sembrava l'indirizzo della maggioranza dei presidenti. Ma un passo alla volta, la linea opposta -niente presidente, aspettiamo il commissario dal Coni, - ha preso se non il sopravvento perlomeno un robusto consenso.

Così rischia di essere un'assemblea fiume quella di lunedì. C'è molto altro, all'ordine del giorno. Il progetto del canale della Lega e il bando sui diritti tv all'ordine del giorno, successivamente integrato con il rinnovo della governance per allontanare (?) il commissariamento. Non esiste un'intesa, e per questo è possibile che l'assemblea resti aperta o ne sia convocata una nuova per eleggere quelle e le altre cariche.
Restano ancora dettagli da limare nel fine settimana nel bando varato oggi dalla commissione diritti tv: fra le novità prospettate dall'advisor Infront ai club, c'è l'interesse, non solo da parte di broadcaster e agenzie, ma anche di soggetti finanziari come i fondi di investimento.