Ancelotti: "Il mio futuro lo decide il Real. Ma potrei anche restare"

Il tecnico: "Nessun fastidio per le voci sui miei successori. Al Real ho dato tutto. Due anni fantastiici"

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E' l'uomo del mercato-panchine: Carlo Ancelotti, aria di divorzio da casa-Real, di fidanzamento col City e di un matrimonio-bis -chissà mai- con la squadra del cuore: il Milan. Siamo alla vigilia dell'ultima della Liga, contro il Getafe: sarà secondo posto, con la semifinale di Champions svanita contro la Juve e un futuro da decifrare. Resta? Se ne va? Viene esonerato? Si dimette? E se parte, dove va?Eccolo, Ancelotti. Lo sguardo fiero e sereno di chi, oramai, ha vinto come nessuno e ne ha viste tante. "Non ho ancora parlato del mio futuro coi dirigenti del Real Madrid. Lo faremo nei tempi opportuni. Se dovessi lasciare il Real, comunque vada, lascerei dopo due anni fantastici". Già. Giusto. Perché nel calcio che va troppo di fretta e si dimentica, ci si scorda che un anno fa don Carlo ha scritto una pagina epica: la Decima Coppa campioni-Champions League.
"Non mi danno fastidio le voci su miei possibili successori qui al Real Madrid. Il mio futuro lo decide il club, io al Real ho dato tutto quello che potevo dare".
"Ho come la sensazione che resterò qui, che continuerò. Non ho nemmeno fretta di andare in vacanza, Madrid è anche una città da vacanza. Io ho voglia di restare, la sensazione -ripeto- è positiva, ma non decido io".

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