Tennis: Nadal sempre re di Parigi

Lo spagnolo vince la finale contro l'austriaco per il secondo anno di fila ed è sempre più nella leggenda

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C'è un sovrano che a Parigi è di casa: è Rafa Nadal. Lo spagnolo vince per la 12.a volta il Roland Garros battendo in finale Dominic Thiem per 6-3 5-7 6-1 6-1 e conquista il 18esimo Slam. Troppa la differenza di valori in campo, emersa soprattutto negli ultimi due set, quando Thiem ha pagato anche le fatiche della semifinale con Djokovic. Nadal è sempre più nella leggenda: mai nessuno aveva vinto più di 11 volte un torneo dello Slam.

Dopo l'ultimo punto Nadal si distende sul Philippe Chatrier come se, dopo una giornata faticosa, si fosse buttato sul divano di casa. Perché effettivamente il Roland Garros è casa sua. E nessuno riesce a sfrattarlo. In una Parigi ora bagnata dall'acqua, ora baciata dal sole, la certezza viene dalla terra. Rossa, precisamente. Già nei primi scambi si intuisce il motivo dominante del match, cioè l'intensità. È come al solito siderale quella di Nadal, ma Thiem cresce partita dopo partita e tiene testa al maiorchino con un ritmo impressionante. I game iniziali sono una gara a chi tira più forte. Scambi lunghissimi e angoli impensabili, corse disperate e salvataggi miracolosi, con il conseguente dispendio energetico che svantaggia soprattuto Thiem, meno abituato a certi ritmi. Poche le smorzate, eppure quando scendono a rete i due regalano spettacolo, come nel quinto game, quando si scambiano quattro colpi a distanza ravvicinata prima che l'austriaco chiuda con un passante angolato. Il numero 4 del seeding si prende addirittura il break con un dritto a sventaglio e una volée: le mani sembrano stringere il set, la testa lo abbandona e Nadal realizza un parziale di 12-4 negli ultimi 16 punti, ottenendo due break consecutivi e vincendo il primo set per 6-3. Il secondo è molto più lineare nel suo andamento. Nadal nei primi cinque turni di servizio concede solo un punto all'austriaco, che però resta vivo ritrovando una prima di servizio efficace. Dal canto suo, Thiem ottiene quattro ace nel secondo set e non concede nemmeno una palla break al Re del rosso. Quando tutto sembra apparecchiato verso il tie-break, il campione in carica perde confidenza in battuta e sbagliando un dritto a sventaglio regala due set point all'austriaco. Un altro errore di misura dà a Thiem il 7-5 e la parità nel conto dei set.

Nadal è visibilmente arrabbiato, come se Thiem avesse compiuto atto di lesa maestà. Come molte altre volte, il fenomeno di Manacor converte la collera in punti, qualità figlia di una forza mentale inarrivabile, che gli consente di non abbassare l'asticella anche dopo un set perso inaspettatamente. Lo spagnolo diventa ingiocabile, mentre l'austriaco accusa un calo fisico e mentale, che poi diventa crollo. I numeri sono impietosi: nei primi quattro game Nadal comanda 16-1 nei punti segnati, trovando anche potenza e angoli in battuta. A poco serve il game della bandiera per il numero 4 del mondo, Nadal lo trita anche negli ultimi due giochi: 6-1 in un set che scivola via in soli 24'. Non va diversamente l'ultimo round: Thiem cerca di lottare, ma invece di portare a casa il break, lo subisce e va sotto 3-0. Impossibile recuperare contro questo Nadal, soprattutto se si proviene da una semifinale di 24 ore contro Novak Djokovic. Ammirevole l'austriaco, che non cede mai, ma la fatica è troppa e annebbia le idee. Un altro 6-1 dà il 18esimo Slam a Nadal, a -2 da Roger Federer. Per il sorpasso allo svizzero c'è ancora tempo. Chissà quanto ne dovrà passare per rivedere un tennista vincere 12 edizioni dello stesso Slam.

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