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ROLAND GARROS

Sinner: "Perdere così fa tanto male ma piangere non serve: ora riposo e poi si risale"

08 Giu 2025 - 23:48

Deluso, profondamente deluso. Ma consapevole di aver dato il massimo e aver giocato una partita epica che verrà ricordata negli anni. Jannik Sinner si è dovuto inchinare a Carlos Alcaraz, ha sfiorato il successo, ha lottato, si è inchinato al rivale di sempre come solo i grandissimi sanno fare, lottando fino all'ultimo punto. Poi, da sè, la sconfitta pesa, ovviamente: "Stasera non dormirò facilmente e ora come ora parlare è molto complicato. Detto questo, complimenti a Carlos, un'altra prestazione eccezionale, una grande battaglia. E complimenti al suo team". Parole sincere, non di circostanza. Il riconoscimento del valore dell'avversario è proprio del campione vero: "E' stato comunque un torneo straordinario, abbiamo lottato per essere qui e per questo non posso non ricordare il lavoro del mio grande team. E' un grande privilegio per noi giocatori essere qui a Parigi. Un ringraziamento anche al pubblico: non dormirò facilmente questa sera ma grazie di tutto, mesi fa avrei firmato per arrivare sin qui. Ci vediamo il prossimo anno".

Roland Garros, ultimo atto: il film di Sinner-Alcaraz

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LE DICHIARAZIONI IN CONFERENZA STAMPA

"A volte lo sport ti dà tanto, a volte ti toglie. Oggi - ha dichiarato Sinner in conferenza stampa - ho vissuto il lato triste. Ma piangere non serve a niente, adesso mi serve solo di tornare dalla mia famiglia, di avere un po' di tempo con loro e con me stesso. Poi, piano piano, si risale". Sinner ripensa ai tanti momenti del match in cui avrebbe potuto chiudere il conto con Carlos Alcaraz e non l'ha fatto: "Sono contento della mia performance, è stato un incontro ad altissimo livello. Fin quando giochi c'è qualcosa da fare, pensi di sfruttare ogni punto, c'è sempre spazio. Dopo questo risultato c'è delusione, ma quando è finita è finita. E' difficile da accettare, non ho avuto molta fortuna, ma questo è lo sport, c'è la parte felice, oggi a me spetta quella triste. Torno a casa con la mia famiglia che è una famiglia molto semplice. Mio padre non era qui a vedere la partita perché doveva lavorare. Il successo non cambia tutto in una famiglia, adesso sono io che mi aspetto di prendere qualcosa da loro. Mia madre era qui, mio padre mi ha seguito in tv e ha finito di lavorare. Non bisogna continuare a piangere, succede". Sinner prova a farsi coraggio tornando alle immagini di "un match ad altissimo livello, con la palla che andava veloce ed una bella atmosfera anche per il pubblico. Mi porto via un'altra finale slam, che non è da sottovalutare, è la terza consecutiva. Ultimamente sono sempre andato lontano in tutti i tornei, è la mia ottava finale di fila. L'anno scorso avevo più alti e bassi, adesso riesco a resettare ma oggi è stato inutile. Se dicessi che sono felice perché ho giocato la finale non andrebbe bene. Perdere così fa tanto male". E adesso? Jannik ha le idee chiare: "Con calma, mi serve un po' di tempo per me stesso, ho voglia di stare con la mia famiglia, poi andiamo avanti. La strada è questa, o la segui o ti perdi. E io non sono assolutamente il tipo che ha voglia di perdersi. Cercheremo di giocare qualche partita sull'erba prima di Wimbledon. A piangere si perde soltanto tempo. Nei mesi scorsi ho avuto momenti difficili, ma si risale". Quando si ferma, ripensa di tre match ball sprecati: "Inutile ripensarci. Carlos è il numero 2, è il giocatore migliore sulla terra in questo momento, ed è uno di quei giocatori in grado di cambiare la partita. Io ho avuto tante chances ma non sono stato in grado di sfruttarle". Con la mente, torna ai tre mesi di sospensione: "Ho trascorso un periodo difficile, in cui solo io e le persone che erano intorno a me sanno come erano andate le cose. Perché noi ne abbiamo la certezza al 100%. Sono stati 3 mesi difficili da gestire, e quando torni vuoi vincere, vuoi dimostrare, e per questo fa ancora più male perdere così"

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