TENNIS

La conferma di Berrettini e l'ascesa di Sinner: 2021 anno d'oro del tennis italiano

Mai prima d'ora due azzurri in Top 10: sono 7 i trofei portati a casa

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Il 2021 sarà ricordato come l’anno meraviglioso dello sport italiano e il tennis non fa eccezione. Mai nella storia dell'Atp sono stati ottenuti risultati così buoni: per la prima volta due giocatori hanno chiuso l'anno tra i primi 10 al mondo (Matteo Berrettini 7° e Jannik Sinner 10°); il romano è stato il primo azzurro nella storia a centrare la finale di Wimbledon e alla fine sono 7 i tornei vinti dagli azzurri. Un movimento, quello maschile, che conferma i grandi passi avanti degli ultimi anni e il 2022 si preannuncia ancora più roseo.

Berrettini si è confermato la grande certezza del tennis italiano, sebbene la sua stagione sia stata condizionata da qualche infortunio di troppo. Il suo 2021 è iniziato con il ritiro negli ottavi degli Australian Open per via di un problema agli addominali e si è chiuso nello stesso modo alle ATP Finals di Torino, quando è stato costretto a dare forfait in lacrime nel primo match contro Zverev. In mezzo, però, tante gioie e grandi traguardi. Il campione romano negli altri tre Slam ha raggiunto sempre almeno i quarti (Roland Garros e US Open), con la ciliegina sulla torta della finale di Wimbledon. Purtroppo per lui, sulla sua strada sempre il numero 1 al mondo Novak Djokovic, andato davvero a un passo dal un clamoroso Grande Slam. In stagione due i tornei in bacheca: Belgrado e il Queen's, primo italiano nella storia ad alzare il trofeo nel torneo su erba che precede Wimbledon.

Per Sinner, invece, il 2021 è stato senza dubbio l'anno della consacrazione e dei record. L'altoatesino è diventato il primo tennista italiano nella storia a vincere quattro tornei Atp nello stesso anno. A febbraio, con la vittoria nell'Atp 250 di Melbourne, Sinner è diventato il giocatore più giovane a vincere 2 titoli Atp dai tempi di Djokovic, che aveva 19 anni quando nel 2006 si impose ad Amersfoort e Metz. Non sono mancate le difficoltà nel corso della stagione e un calo di forma in prossimità di Wimbledon lo ha costretto alla decisione drastica di rinunciare alle Olimpiadi. Scelta che ha fatto molto rumore, ma che alla fine si è rivelata corretta, visto il suo grande finale di stagione. L'infortunio di Berrettini gli ha aperto le porte delle Finals, dove ha vinto con il polacco Hurkacz e perso con Medveded, prima di chiudere l'anno con tre successi in Coppa Davis contro Isner, Galan e Cilic. Un'ascesa inarrestabile, con la benedizione di due mostri sacri. "È sicuramente la prossima stella" le parole di Djokovic in tempi non sospetti, confermate da Roger Federer.

Alle spalle dei due alfieri c'è un movimento in grande crescita, grazie anche ai due Lorenzo, Sonego e Musetti. Il primo ha chiuso l'anno nei primi 30, con la ciliegina della vittoria al Sardegna Open, il secondo ha mostrato solo a sprazzi la sua grande classe, evidenziando grandi doti e un'inevitabile inesperienza. Negli ottavi del Roland Garros ha sfiorato l'impresa della vita contro Djokovic: avanti di due set, ha ceduto poi nettamente anche per problemi alla schiena, spaventando e non poco il numero 1 al mondo. Tra conferme e ascese, erano anni che il nostro tennis al maschile non viveva un periodo così fortunato.

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