Coppa Davis: le foto della finale Italia-Spagna
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Il 40enne bolognese è sempre stato presente nei successi della squadra azzurra conquistando più volte l'Insalatiera di campioni come Roger Federer e Novak Djokovic
di RedazioneQuando Simone Bolelli alza la Coppa Davis, l'Insalatiera si divide improvvisamente in due. Un imprevisto che fa scoppiare l'ilarità dei compagni, eppure non si tratta di inesperienza visto che, in questi tre successi degli azzurri, il 40enne bolognese ci ha sempre lasciato il segno.
Il doppista emiliano rappresenta un vero e proprio "portafortuna" per la squadra azzurra considerato che spesso non è sceso in campo a favore dei singolaristi, come accaduto in questa edizione della Davis che lo ha visto puntualmente svolgere il riscaldamento insieme al compagno di squadra Andrea Vavassori e poi godersi dagli spogliatoi i successi altrui.
Nonostante ciò, Bolelli è un vero e proprio "uomo squadra", in grado di vincere più volte la Coppa Davis di fuoriclasse come Roger Federer o Novak Djokovic, fermi a quota uno. Fortuna o bravura dei colleghi? Tutt'altro, visto che Bolelli ha sempre risposto presente quando serviva. Un esempio su tutti, la vittoria lo scorso anno contro il Belgio nella fase a gironi, decisiva per portarsi a casa il punto dopo che Flavio Cobolli si era arreso a Zizou Bergs.
Se è vero che spesso il bolognese non è stato impiegato, Bolelli ha disputato trentasei match in azzurro fra i quali sedici in singolare, percorrendo tutta l'epopea dell'Italia, da quando bisognava accontentarsi della "Serie B" del tennis alle semifinali del 2014 e del 2022, passaggi fondamentali nella costruzione di questa corazzata. Il suo esordio in Nazionale risale addirittura al 2007 quando l'Italia doveva arrendersi a Israele, oggi però può godersi una seconda carriera piena di soddisfazioni, a dimostrazione del valore che questo giocatore può avere.
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