Gli argentini sono i prossimi avversari dei nerazzurri nella gara finale del girone E del Mondiale per Club: tra affinità e differenze, cosa bisogna sapere
di Francesco LommiSe il mondo si dividesse tra Baüscia e Casciavit, i tifosi dell'Inter e i Millonarios del River Plate sarebbero da considerare fratelli. Due club storicamente avvolti da un'aura di "nobiltà" in contrapposizione ai rivali cittadini, Milan e Boca Juniors, considerati simbolo del proletariato. Negli anni questa caratterizzazione è andata via via perdendosi, ma per il loro passato i Millonarios di Buenos Aires e i Baüscia nerazzurri sono più vicini di quanto gli oltre 11mila chilometri di distanza tra le due città non raccontino: per storia, ex (da Crespo a Cambiasso passando per Almeyda e Cruz fino a Colidio), ma anche dentro al rettangolo di gioco.
Inter e River si sfideranno nella notte italiana tra mercoledì e giovedì nell'ultima partita del girone del Mondiale per Club (diretta in co-esclusiva sui canali Mediaset): in palio ci sono gli ottavi di finale. Impariamo a conoscere meglio i "fratelli" argentini dell'Inter.
Dal Lumen Field di Seattle arriveranno i verdetti del gruppo E: Inter e River Plate si affrontano in un match che dirà molto sula classifica finale del girone (qui tutti gli incroci di risultati). I Millonarios di Marcelo Gallardo ci arrivano dopo il match point qualificazione fallito con il Monterrey, contro cui gli argentini hanno raccolto soltanto un deludente 0-0. La partita contro i messicani ha evidenziato lacune (velocità nella manovra e peso offensivo) e punti di forza del River come esperienza, solidità difensiva e pericolosità sui piazzati. Tutte qualità condivise coi nerazzurri.
Gallardo si presenterà con il solito 4-3-3 a cui però mancheranno alcune pedine fondamentali. Il leggendario tecnico del River infatti si dovrà inventare un'inedita mediana, avendo tutto il centrocampo titolare fuori per squalifica: Enzo Perez, Kevin Castano e Giuliano Galoppo non ci saranno. Al loro posto si scaldano Kranevitter e Nacho Fernandez. Ma l'assenza più pesante sarà probabilmente quella di Sebastian Driussi. Gallardo, per sua stessa ammissione, aveva trovato la quadra del suo tridente con il classe '96 in mezzo a Facundo Colidio, ex conoscenza nerazzurra, e Franco Mastantuono, nuovo crack del calcio argentino.
Nella gara d'esordio contro l'Urawa Red Diamonds la caviglia di Driussi si è girata, mettendo fine anzitempo al suo Mondiale. Un serio problema per il River che nella gara successiva contro il Monterrey ha mostrato una certa sterilità offensiva: le occasioni più grandi sono arrivate da calci piazzati. Nel secondo tempo contro i messicani, con l'ingresso di Miguel Borja, 9 più tradizionale, al posto di Maxi Mesa e il ritorno di Colidio sulla sinistra, i Millonarios hanno riacquisto pericolosità negli ultimi 30 metri.
La luce nell'attacco degli argentini è rappresentata da Franco Mastantuono. Argentino, mancino, classe 2007 e già promesso sposo del Real. Mastantuono vuole fare l'ultimo regalo ai suoi tifosi prima della partenza in direzione Madrid al termine del Mondiale: la qualificazione agli ottavi. Pur non avendo ancora compiuto 18 anni, lo farà il 14 agosto, il gioiello argentino non ha paura di prendersi responsabilità: dribbling, filtranti rischiosi, tiri da lontano, nulla spaventa Franco, pericolo numero uno tra i calciatori del River.
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Da non sottovalutare anche Facundo Colidio, ex conoscenza della Primavera nerazzurra. In questo Mondiale è già andato a segno e, partendo da sinistra nel tridente offensivo, ha mostrato di poter essere sempre pericoloso.
Il River Plate si è qualificato al Mondiale per Club grazie al suo punteggio nel ranking della CONMEBOL. I Millonarios nella loro storia vantano 37 campionati argentini, record nazionale, e 4 Libertadores, l'ultima, leggendaria, nel 2018 contro i rivali storici del Boca Juniors. In questa stagione hanno chiuso il Torneo di Apertura ai quarti, eliminati dal Platense. Ad agosto, terminato il torneo negli Usa, affronteranno gli ottavi di Libertadores.