Nelle prime tre gare negli Usa c'è stato spazio per vedere in azione alcuni volti nuovi: dai neo acquisti ai giovani passando per i veterani, il borsino dei nerazzurri
di Francesco LommiNelle prime tre partite di questo Mondiale per Club, Cristian Chivu, tra assenze e bisogno fisiologico di far rifiatare qualcuno, ha dovuto rimodellare la sua Inter mettendo anche alla prova diversi giocatori: dai nuovi arrivati, Sucic e Luis Henirque, fino ad alcuni giovani di belle speranze come Pio Esposito e Valentin Carboni. Tra tante novità, c'è stato spazio anche per ritrovare alcune certezze: Lautaro Martinez e Alessandro Bastoni su tutti. Ecco il bilancio di quello che si è visto nel girone.
Lautaro Martinez: Il faro nelle notti più nere che azzurre. Quando le cose non girano, il capitano si carica la squadra sulle spalle: 2 gol e 2 legni in tre partite non bastano a restituire il reale peso del Toro in questa Inter. Viene incontro, allunga la squadra, si inventa gol clamorosamente belli (e pesanti) come quello che ha riagguantato l'Urawa a un passo dal baratro per i suoi. Leader tecnico e caratteriale, oggi più di ieri.
Pio Esposito: Un gol e un assist, seppur involontario, in una partita e un tempo: l'impatto di Pio con il mondo Inter è di quelli da predestinato. Nella partita con l'Urawa era stato molto utile nell'assalto finale, ma è nell'ultima con il River, giocata da titolare, che la stella classe 2005 si è mostrata in tutto il suo splendore. L'1-0 è solo la punta dell'iceberg di una prestazione da attaccante completo: fa salire la squadra, pulisce palloni, regge il confronto fisico con gli arcigni centrali argentini. Merita l'Inter
Petar Sucic: C'è un Sucic prima e dopo l'assist a Esposito in Inter-River. Il croato con l'assistenza al giovane attaccante azzurro ha trovato fiducia, mettendo poi in mostra tutte le sue qualità: regia, incursioni, e recupero palla. Nella prima partita con il Monterrey il suo ingresso in campo non era stato positivo, ma il contesto non era sicuramente semplice. Oggi ha fatto intravedere le qualità di un centrocampista moderno.
Valentin Carboni: Il piglio con cui è entrato in campo e il gol vittoria allo scadere con l'Urawa gli valgono la promozione. Ha giocato poco ma ha mostrato di avere tanta voglia e qualità: se Chivu vuole continuare a provare il 3-4-2-1 è uno dei pochi in rosa ad avere estro e colpi per giocare dietro la punta.
Alessandro Bastoni: Sempre positivo e propositivo. Oltre alla solita sicurezza in fase difensiva, quando accompagna l'azione veste i panni di "Bastoninho": semina il panico sulla sinistra con tunnel e giocate da esterno offensivo. COn il River si toglie pure lo sfizio del gol, guarda caso, arrivato dopo un tunnel all'ex Fiorentina Pezzella
Luis Henrique: La doverosa premessa è che il ragazzo è appena arrivato, reduce da 3 settimane di vacanze e si trova catapultato in un contesto nuovo. Quello che ha fatto vedere fin'ora però non ha rassicurato i tifosi nerazzurri che l'avevano già etichettato come "nuovo Dalbert": molto fumo e pochissimo arrosto. La sensazione è che un giocatore come lui mancasse ai nerazzurri, ma dovrà crescere di condizione e fiducia per essere utile alla causa.
Sebastiano Esposito: Suo fratello ha colto l'occasione al volo, lui potrebbe averne gettata alle ortiche un'altra. Il talento è indiscutibile, il problema di Seba, non dell'ultim'ora, è il suo accendersi e spegnersi: nella prima partita con il Monterrey aveva ben impressionato, sfiorando anche il gol. Poi nella seconda con l'Urawa è stato spettatore non pagante, tanto da venire sostituito proprio da Pio a inizio della ripresa. Le assenze nel reparto offensivo nerazzurro gli avevano offerto una grande occasione che forse non ha saputo sfruttare al meglio.
Federico Dimarco: È ormai qualche mese che l'esterno azzurro sembra l'ombra di sè stesso. Poca benzina, ancora meno fiducia: Chivu ha bisogno di recuperarlo fisicamente e mentalmente perché Dimash è stato una delle pedine chiave nel quadriennio dell'Inter di Inzaghi.