"Ghiaccio, acciaio, anima": Armin Zöggeler si racconta

La vita del campione di slittino raccontata a Simone Battaggia

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Armin Zöggeler con lo slittino ha gareggiato sulle piste di tutto il mondo, conquistando trofei e medaglie, divenendo uno degli atleti italiani più vincenti di sempre. Con il suo fisico perfetto, lo sguardo da duro e la fama di imbattibile, Armin è il campione che non tradisce emozioni, lo sportivo che ha fatto della dedizione al lavoro una ragione di vita. Ed è stato premiato. Ma anche lui ha esultato, ha pianto, ha avuto paura. Anche lui si è messo nei guai, ha litigato, ha pregato. Dopo aver vinto a Sochi 2014 la sesta medaglia in sei Olimpiadi consecutive, il più grande slittinista di sempre si racconta nelle pagine di "Ghiaccio, acciaio e anima" al giornalista Simone Battaggia.

L’infanzia in montagna, la fatica nei boschi, le prime gare che lo portano lontano dalla sua valle e gli fanno sognare un destino diverso. E poi la scoperta dell’amore, le complicità e le ribellioni, le notti in bianco per sottrarre qualche millesimo a una pista, a un avversario, a un corpo che invecchia. Nulla può essere lasciato al caso, quando ci si affida a una slitta per lanciarsi a 140 chilometri orari giù per un budello di ghiaccio.

Armin Zöggeler è uno degli atleti italiani che più hanno vinto in carriera. Nella sua specialità, la gara individuale di slittino, ha conquistato sei titoli mondiali, tre europei, dieci Coppe del Mondo (57 vittorie e 102 podi in gare di Coppa), oltre ad aver vinto sei medaglie consecutive (due ori, un argento e tre bronzi) in sei differenti edizioni dei Giochi olimpici, da Lillehammer 1994 a Sochi 2014. Fa parte del gruppo sportivo dell’Arma dei carabinieri.

Simone Battaggia è un cronista della redazione Sport Olimpici della «Gazzetta dello Sport». Ha seguito le gare di Armin Zöggeler dal 2007 fino al termine della sua carriera sportiva.

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