CORSA IN MONTAGNA

Kubica e Morgan aprono in Polonia la Coppa del Mondo di corsa in montagna: italiani presenza fissa sul podio

In Italia un quarto delle prove che compongono il calendario della Coppa del Mondo di Corsa in Montagna, scattata sui Monti Tatra.

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Otto nazioni coinvolte, dodici località ospitanti, sedici gare suddivise in tre categorie (Long Mountain, Short Uphill e Classic Mountain), diecimila atleti partecipanti: sono i numeri della WMRA World Cup, il circuito internazionale di corsa in montagna che è appena scattato in Polonia e che in Italia approderà alla fine dell'estate. Ad ospitare le tappe tricolori saranno il Trofeo Nasego e Vertical a Casto (Brescia) il primo weekend di settembre, la new entry Trofeo Ciolo di Gagliano del Capo (in Puglia) il 26 settembre e  lo storico Kilometro Verticale Chiavenna-Lagunc, la grande finale di Chiavenna (SO) nella quale il 10 ottobre si sfideranno i migliori atleti della disciplina.

Stati Uniti, Polonia appunto, Repubblica Ceca, Spagna, Italia, Svizzera, Francia e Austria. Sono queste le locations che ospitano la World Cup 2021, la serie di prestigiosa del calendario 2021 della WMRA (Mountain Running World Association). E tra queste l’Italia svolge un ruolo fondamentale, con quattro gare che saranno non solo competizioni di riferimento per atleti professionisti e appassionati, ma soprattutto una vetrina per gli incredibili percorsi e gli scenari spettacolari che offre il nostro Paese, portando lo spettacolo della corsa in montagna dai classici scenari alpini a quelli mediterranei (e non meno impegnativi) del Meridione.

Ad alzare il sipario sulla serie è stata - l'ultimo weekend di giugno - la Tatra Race Run, una prova da 24 chilometri di sviluppo e circa 1700 metri di dislivello positivo a Zakopane, sui Monti Tatra appunto. Oltre trecento gli atleti al via, in rappresentanza di otto nazioni. Forti anche della perfetta conoscenza dei sentieri di casa, i polacchi Marcin Kubica e Piot Lobodzinski hanno occupato il primo ed il secondo gradino del podio. “Best of the rest” l’italiano Henri Aymonod (campione del mondo di chilometro verticale) davanti a due altri atleti di casa nostra: i gemelli – loro pure valdostani come Aymonod – Martin e Bernard Dematteis. Nella prova femminile devono invece accontentarsi del gradino più basso del podio le padrone di casa: terzo posto per Iwona Januszyk. A vincere è stata la britannica Charlotte Morgan davanti alla nostra Alice Gaggi. Oltre all’inossidabile valtellinese, un’altra atleta italiana si è affacciata alle posizioni di vertice: quarta ha infatti chiuso la prova Lorenza Beccaria. La World Cup si sposta ora in Austria per la Grossglockner Berglauf di Heiligenblut, in Carinzia mentre le tre tappe italiane (quattro gare, appuntamento doppio a Casto) avranno tutte luogo tra la fine dell’estate e l’autunno, vale a dire nella fase decisiva della serie. Tanto che l’appuntamento di Chiavenna chiude il calendario.

Promuovere la disciplina e far scoprire e riscoprire alcuni tra i luoghi più suggestivi d’Italia: è questo l’obiettivo degli organizzatori delle tappe italiane della World Cup di corsa in montagna che - in particolare quest’anno con l’ingresso di Gagliano del Capo - è davvero un tour da nord a sud della Penisola. Passiamole quindi in rassegna nel dettaglio, sia per quanto riguarda l’aspetto più strettamente agonistico, sia per quello storico, culturale e paesaggistico.

Trofeo e Vertical Nasego – Casto (Brescia)

L’esperienza della ABCF Comero è il plus dell’edizione 2021 del Trofeo Nasego, gara di circa 21 chilometri di sviluppo (con 1300 metri di dislivello positivo) che da Casto porta gli atleti alla contrada di Famea dopo aver accarezzato la Valle Trompia nel comune di Lodrino ed aver intrapreso l’ascesa al rifugio Nasego, posto vicino alla spettacolare Corna di Savallo, cima famosa anche per le sue vie ferrate. Da qualche anno con la storica gara del Trofeo Nasego si corre lo spettacolare Vertical Nasego (anch’esso “iridato”) che prevede l’ascesa diretta da Casto alla Corna di Savallo. Due delle quattro tappe italiane saranno quindi ospitate dall’evento bresciano.

Nella provincia “alta” di Brescia, Casto è un piccolo comune che riunisce caratteristici borghi ai piedi delle montagne lombarde. Qui la corsa in montagna fa parte della cultura: in passato andare a piedi fino al “villaggio“ era un’attività quotidiana, così come affrontare le vette per cacciare il cibo, lavorare i campi, agliare la legna e farlo nel modo più veloce era una necessità. Oggi la passione per lo sport e per la corsa si è trasformato anche in una missione: quella di lavorare per l’ambiente e per il benessere dei propri abitanti che ha reso Casto un esempio virtuoso. Il comune è autosufficiente a livello energetico grazie ad un sistema di pannelli solari che soddisfa il fabbisogno della popolazione ed ha permesso di coprire i costi di diversi servizi al cittadino, oltre a ridurre le imposte. Trekking, escursionismo de arrampicata sono le principali attività outdoor che ogni anno attraggono turisti e sportivi sulle sponde del Lago d’Idro.

Trofeo Ciolo – Gagliano del Capo (Lecce)

L’evento pugliese ha due simboli: lo spettacolare Fiordo Marino del Ciolo ed il proprio vulcanico presidente (ed atleta) Luca Scarcia. Immaginare il mountain running sui tratturi antichi che si inerpicano tra le rocce del Fiordo Marino del Ciolo, a strapiombo sul mare blu della Puglia ed i particolare del Salento è stato il capolavoro dell’ASD Atletica Capo di Leuca. Il Fiordo Naturale del Ciolo, con la sua aurea di leggenda legata alle grotte (dette appunto delle Ciole, le gazze ladre in dialetto salentino) ed allo spettacolare ponte della litoranea che unisce le due sponde, rappresenta lo scenario unico ed il biglietto da visita indimenticabile di questa new entry nel calendario della World Cup. Un tracciato di gara tecnico e ricco di storia (si incontrano sul percorso le Pajare, costruzioni contadine del passato realizzate in pietre a secco), natura incontaminata e panorami spettacolari, risalendo dal mare per raggiungere il suggestivo borgo di Gagliano del Capo, con la possibilità di rituffarsi in discesa in un circuito spettacolare. Il Ciolo ha già ospitato una Youth Cup, un Mondiale Master  ed un Italiano Master, dimostrando capacità organizzative eccellenti e confermando la possibilità di coniugare mountain running classic ed ambiente marino, anzi mediterraneo.

Gagliano del Capo è un paese del Salento dal cuore antico e dall’anima nobile che si affaccia sul mare con una suggestiva scogliera. Il centro storico alterna piccole abitazioni a imponenti palazzi che valgono una passeggiata, sugli antichi frantoi ipogei, di cui molti ancora comunicanti. Ma sono i percorsi costieri a lasciare incantati, tra grandi e piccole grotte e cavità, tra altissime falesie meta di climbers, affacciate sugli scuri fondali. Il Canale del Ciolo - piccolo canyon che si tuffa nell’Adriatico -è uno spettacolo sia che lo si guardi dal mare o dal maestoso ponte che lo sovrasta, dal quale i più temerari si lanciano in infiniti tuffi.

Kilometro Verticale Chiavenna – Lagunc (Sondrio)

Sono decenni di storia a raccontare la passione che l’ASD Chiavenna Lagunc ha messo nell’organizzazione della storica gara. Nata come tradizionale competizione di sola salita, la prova si è evoluta nel tempo grazie al suo percorso, interamente naturale, che dai primi anni del XXIesimo Secolo è stato dettagliatamente verificato, ottenendo l’omologazione ufficiale con uno studio ingegneristico e successivamente il riconoscimento FIDAL quale primo esempio di KM Verticale. Qui sono state realizzate le migliori prestazioni al mondo sul dislivello senza ausilio di bastoni, culminate nei primati attuali di Bernard Dematteis (30’27” nel 2013) e di Andrea Mayr (35’40” nel 2018). La passione del territorio ha poi portato alla nascita dell’altra gara organizzata dal gruppo KV Lagunc: il Valbregaglia Trail che si corre ogni anno ad aprile e lega Italia e Svizzera in un impegnativo trail sulla distanza della maratona. Ma è Chiavenna tutta che crede nella corsa in montagna, con la gara storica delle Marmitte dei Giganti che continua il proprio percorso storico.

In provincia di Sondrio, in Valtellina o più precisamente in Valchiavenna, il piccolo borgo che prende il nome dalla sua valle è un vero gioiello che custodisce edifici in pietra e vie rimaste quasi intatte fin dal 1500. Chiavenna sorse su una grande frana, staccatasi in epoca remotissima dal versante sud. I massi fermatisi sul pendio e sul piano diedero origine ai famosi Crotti. Tra gli spiragli di tali massi (“sorei”) infatti soffia una corrente d’aria a temperatura costante, sia d’estate che d’inverno, intorno agli otto gradi Celsius. Da non confondersi con le normali cantine, queste cavità sono ottime per la conservazione e la maturazione del vino e di altri prodotti gastronomici tipici. Attorno ai sorei i chiavennaschi edificarono piccole costruzioni con saletta e camino che oggi rappresentano i tipici ristoranti della Valchiavenna. 

 

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