MOUNTAIN RUNNING

Francia al maschile, Irlanda al femminile: il gotha del mountain running incanta a Morbegno  

Anche quest'anno il Trofeo Vanoni ha portato in Italia gli atleti più forti della corsa in montagna a livello internazionale. Vincono Francia e Irlanda.

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La Francia dei fratelli Fine e dell’intramontabile Rancon sovverte i pronostici della vigilia e trionfa nel Trofeo Vanoni 2020. Con un’epica rimonta il terzetto del Valle Brembana composto da Nadir Cavagna, Alex Baldaccini e Francesco Puppi chiude al secondo posto e conferma il titolo tricolore 2019. Al femminile vittoria con record per la fuoriclasse irlandese Sarah McCormack.

Colpi di scena a ripetizione nella prova principe del 63esimo Trofeo Vanoni, altrimenti noto come il “Mondiale delle foglie morte”. L’assenza per infortunio del fortissimo Sylvain Cachard sembrava avere tagliato fuori dai giochi la Francia di Jean-Claude Louison. A sorpresa però l’esperto tecnico transalpino ha inserito in rosa il giovane Sebastien Fine che, insieme al fratello Alexander ed al sempre competitivo Julien Rancon, ha formato un trio capace di non far rimpiangere la formazione titolare. Pronti via e in prima frazione è stata la selezione slovena a fare la voce grossa con uno scatenato Timotej Becan. Alle sue spalle, bagarre per le posizioni di rincalzo. In seconda frazione la Francia è salita in cattedra, mentre il Valchiese ha subito fatto capire che i sogni da podio dei suoi giovani alfieri erano tutt’altro che azzardati. In terza frazione i transalpini hanno allungato ulteriormente con Alexandre Fine che si è presentato in solitaria sul red carpet di Via Vanoni.

Per i cugini d’Oltralpe finish time totale di un’ora, 30 minuti e 42 secondi, vittoria e conquista del Trofeo Vanoni. Secondo posto e ancora una volta titolo tricolore per il Valle Brembana grazie ad un Francesco Puppi superlativo che ha aperto il gas e ristabilito le gerarchie, per un finish time di appena un minuto e 30 secondi superiore a quello dei vincitori. Terzo posto (e quindi podio) strameritato per i “bad boys” del mountain running italiano Alberto Vender, Luca Merli, Marco Filosi. La giovanissima squadra del Valchiese fa tremare i big nazionali della specialità e non solo, mettendosi alle spalle il Valli Bergamasche Leffe di Maestri, Chevrier, Spada e la Gran Bretagna di Douglas, Hanna e Mounsey. 

Banco di prova dell’ultima sfida tricolore della stagione è stato ancora una volta un tracciato lungo il quale storia, tradizione, mito e leggenda si fondano insieme, regalando emozioni indimenticabili su rampe lungo le quali i corridori di montagna che conservano lucidità e forza di alzare lo sguardo da terra leggono una scritta che è l’emblema di questo evento: “A Morbegno nessuno è estraneo, l’unico estraneo è l’amico che non hai ancora conosciuto”. I più giovani, forse, non sapranno chi l’ha pronunciata, ma correndo questa mitica competizione impareranno a conoscere  anche colui che è stato una delle sue icone, Pietro Bottà. Tornando al tracciato, un anello tecnico da affrontare con la testa in salita e con il cuore in discesa: 7250 metri e un dislivello di 435 metri. Partenza ed arrivo nella centralissima via Vanoni, gran premio della montagna in località Arzo. La salita ripercorre ampi tratti dell’antica via Priula, storica strada di collegamento tra la Valtellina e la Repubblica di Venezia. La seconda parte è per veri gourmet della discesa. Il record individuale della gara appartiene all’orobico Alex Baldaccini (28’21”) mentre quello a squadre è della gloriosa Forestale con (01h28’55”) siglato dal trio Marco Rinaldi, Emanuele Manzi e Marco De Gasperi. 

Nel Trofeo Vanoni femminile (format di gara individuale per le ragazze) la forte runner irlandese Sarah McCormack ha dominato grazie ad una performance da primato. Nata negli USA e residente ad Ambleside, nel Lake District (Cumbria, Inghilterra del nord), la 34enne campionessa del mondo in carica ha dato spettacolo facendo registrare la migliore prestazione cronometrica all-time sul tracciato da cinque chilometri e 248 metri di dislivello positivo. Per la McCormack un 21’06” finale che ritocca di pochi secondi (sette!) il precedente limite, che la britannica Emmie Collinge aveva fissato in 21’13” nel 2015.

L’appuntamento clou della mattinata è stato infiammato anche dalla sfida per il successo riservato alle squadre che, per il binomio italiano autore del miglior finish time, valeva il titolo Fidal di specialità. Ad agguantarlo - con una prova tutta in rimonta – sono state le due azzurre dell’Atletica Alta Valtellina  Elisa Sortini e Valentina Belotti. Se la prima ha messo una seria ipoteca sulla vittoria finale grazie al migliore tempo assoluto di giornata (21’46”), la seconda ha definitivamente messo in cassaforte il risultato con una salita “a tutta” che ha letteralmente tagliato le gambe  alle rispettive avversarie. Classifica alla mano quindi successo del duo Sortini – Belotti in 45’09”, davanti alla coppia Rodriguez-Poncet (Francia) staccata di trentatrè secondi e – a completamento del podio - le altre due runner dell’Atletica Alta Valtellina Giulia Compagnoni ed Elisa Desco (46’38” il loro tempo totale). 

Cosiccome il livello tecnico e sportivo, anche il pubblico del Vanoni 2020 è stato – nonostante le attuali circostanze - quello delle grandi occasioni, perfettamente in linea con la storia del Mondiale delle Foglie Morte. Nel pieno rispetto di regole e restrizioni in vigore, il popolo del mountain running ha sostenuto i campioni che hanno regalati uno spettacolo di altissimo livello in questa storica competizione che ogni anno - l’ultimo fine settimana di ottobre - porta in Valtellina il “meglio del meglio” della specialità. La speranza di tutti è che nel 2021 si possa tornare a vedere la “torcida” di Via Vanoni e che la 64esima edizione del Trofeo si possa correre tra due ali di folla.

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