Francesca Canepa, le riflessioni indotte della première dame: la "stanchezza buona" della corsa

Considerazioni a margine di un'intervista della regina dell'UTMB 2018

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Un'intervista a margine di una serata a lei dedica al Lecco Mountain Festival: UTMB - LA MIA OLIMPIADE. E lei è Francesca Canepa, ultratrailer azzurra, vincitrice dell'Ultra Trail del Mont-Blanc 2018. A porgerle le domande il nostro Stefano Gatti. Ne nasce una chiacchierata tra appassionati, tra amanti della corsa in natura e in montagna. E la premiére dame del trailrunning, al termine, affida le sue considerazioni e le sue riflessioni alla sua pagina social: ne nasce così un post che ci permettiamo di "rubare" e pubblicare. Perché? Perché spiega cosa siano passione e competenza e dimostra quali buoni frutti possano dare quando si incontrano e si uniscono.

"Se c’è una cosa che mi piace è trovarmi davanti a una telecamera con dall’altra parte qualcuno realmente preparato. Il motivo per cui mi piace è che quando trovi persone così, come Stefano, mentre cerchi di rispondere alle sue domande ti rendi conto che hai molto, ma molto lavoro da fare su di te. Perché domande ben fatte richiedono una riflessione non scontata, e io mi accorgo di avere tante contraddizioni. Tanti aspetti che dentro di me si mescolano e finiscono per portarmi a fare cose anche fighe ma di cui magari mi sfugge la vera ragione".

"Un classico: perché corri? mmmmm. mmmmm" prosegue Francesca su facebook. "Ecco, non c’è un motivo solo e magari in due periodi diversi non è manco lo stesso. Però ho capito che al momento è principalmente fisico. Non ho precisamente bisogno di un podio/vittoria. Ho bisogno di arrivare a sentire una certa fatica fisica sana, quella sensazione di stanchezza buona che mi viene solo dopo un certo numero di ore in giro. L’ultima volta che l’ho provata .... Dio mio, è stata in Bosnia. Fine luglio. Bisogna fare qualcosa. Ora bisogna fare questo. Prima di tutto questo. Tra pochi giorni andrò in Cina. 100 km. Troverò quello che cerco?? Boh. Intanto farò del mio meglio per stare in giro più tempo possibile, che mi rendo conto, non è precisamente la frase che scriverebbe uno che vuole spaccare ma.... io sono «sui generis», col mio funzionamento anarchico che segue solo i cazzi suoi e io mi limito umilmente ad assecondare nella speranza che poi il corpo decida di farsi lievemente più cooperativo.

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