"Rossi ha modificato la realtà"

Lo spagnolo parla al Mundo Deportivo: "Vale ha molta influenza sui giornali italiani e sui tifosi: alla fine in tanti hanno creduto alla sua teoria"

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Non è finita perché non poteva finire qui. Anche se Valencia è lontana, se il Mondiale è finito, assegnato, archiviato. Vale contro Lorenzo ieri. Lorenzo contro Vale oggi. In mezzo un rapporto fatto a pezzi in un paio di gare, una convivenza che pare impossibile e chissà come la Yamaha riuscirà a gestire. Eccolo Jorge, via Mundo Deportivo: "Solo Vale può fare qualcosa per far scendere la tensione". E poi: "Lui ha molta influenza sulla stampa italiana e può modificare la realtà, come poi è accaduto".

Il che fa di Valentino un visionario o giù di lì. Un ossessionato, quelli per cui si dice che vedono il complotto ovunque. Sepang? Valencia? Ma per carità, tutti puliti come gigli. Nessuna irregolarità, salvo quella punita di Vale, niente patti stretti a tavolino, zero aiutini. Tutta roba che veste da santo buono per il Paradiso Marc Marquez e richiude in dispensa anche solo l'idea di un biscotto. Lorenzo la pensa così, anche se lo dice ovviamente con parole differenti. E sembra uno che ha già dimenticato quanto successo, uno già pronto a strette di mano da consegnare ai fotografi per una pace che nemmeno il Medio Oriente. Impossibile, ecco la verità.

"In condizioni normali - dice però -, a fine campionato i rapporti sarebbero tornati normali, ma dopo quanto accaduto a Sepang e le convinzioni che ha maturato Valentino a tal proposito, ci vorrà del tempo perché le relazioni tornino a essere come prima. Per quanto mi riguarda non c'è nessun problema, non ci sono rancori, rispetto tutti i piloti dentro e fuori le piste". Insomma, il cattivo, a guardarla da qualunque lato, è quell'altro. Lui e Marquez, al massimo, sono finiti dentro un volantino con scritto wanted, ma non hanno fatto nulla. Un po' di sano western, tutto qui: due pistolettate e via, pronti per il prossimo ciak.

Il problema, piuttosto, è capire quale film si girerà la prossima volta. Per cui, forse, Lorenzo fa bene a chiarire che "non lavoriamo insieme, siamo nello stesso team ma ognuno ha il suo staff personale. Corriamo entrambi sulle Yamaha, ma le moto non sono uguali e non lo sono neanche i meccanici, andiamo in pista per vincere e battere tutti, compagno di team e avversari".

E' che a scorrere tutta la pellicola a ritroso resta l'idea di un thriller in cui non è chiaro chi sia l'assassino. Lorenzo dice la sua, poi non resta che sedersi comodi per aspettare la replica di Vale. Il visionario, come detto. Come dice, con queste parole qua, Lorenzo: "Basta vedere le ultime 5-6 gare, se così fosse Marquez non mi avrebbe superato a Phillip Island. Però sappiamo l'influenza che ha Rossi sui mezzi di comunicazione, ha tantissimi tifosi e alla fine in tanti hanno creduto alla sua teoria, uno sportivo con molta influenza sulla stampa può modificare la realtà ed è quello che è avvenuto. Io e Marquez siamo attaccati in Italia proprio per l'influenza che hanno le dichiarazioni Rossi, i giornalisti italiani difendono le sue teorie e la gente segue quello che sente e quello che legge. In Spagna mi sento difeso, la stessa cosa vale per Marquez, è stato difeso anche lui perché è evidente che Marc non ha fatto nulla di male. Lui in Malesia ha cercato di fare la sua gara, è stato Valentino a commettere un'irregolarità. Poi, a Valencia, sono stati i piloti italiani a dire pubblicamente che avrebbero cercato di aiutare Rossi. I fischi sul podio a Valencia? Arrivavano dai tifosi di Rossi, non dagli spagnoli, ma tutto questo non mi piace e vorrei che nel Motomondiale tornasse l'atmosfera che c'era qualche anno fa. Adesso solo Rossi può far sì che le tensioni si abbassino, Valentino dovrebbe mandare un messaggio forte ai suoi tifosi per calmare gli animi, ma non so se è disposto a farlo". Non poteva finire e non finisce qui. Figurarsi. Questo è solo un nuovo inizio.

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