INTERVISTA ESCLUSIVA

MotoGP, Mir in esclusiva: "Pronto per lottare, voglio il primo podio con Suzuki"

Il pilota Suzuki a SportMediaset: "La moto è arrivata a un livello spettacolare. Valentino? Spero resti ancora tanti anni"

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Campione del mondo Moto3 nel 2017, un anno di transizione in Moto2, condito da 4 podi, poi l'approdo in MotoGP, nel 2019. La Suzuki ha fiutato il suo talento e, soprattutto, ha visto nei suoi occhi la voglia di emergere tra i grandi del Motomondiale. La stagione da rookie è trascorsa tra alti e bassi, con un brutto infortunio che ne ha un po' frenato i progressi. Ora, però, Joan Mir è pronto a farsi largo tra gli altri top rider e a lottare alla pari in ogni gara: "Fisicamente mi sento come non mai - ha detto in un'intervista esclusiva a SportMediaset - Dobbiamo porci degli obiettivi realistici, ma i test ci hanno detto che siamo al livello degli altri big e conquistare il mio primo podio è una prospettiva concreta. Poi, quando sei lì davanti ogni fine settimana tutto può succedere...".

Joan, come molti suoi colleghi, ha trascorso il periodo di quarantena nella sua casa di Andorra: "Adesso sto molto bene, ma non è stato facile - ha ammesso - Siamo rimasti tutti confinati in casa e quei momenti sono stati duri, specialmente per uno che è abituato a rimanere attivo, a uscire, ad allenarsi…Comunque ora va molto meglio. Abbiamo più libertà, anche se ancora non posso tornare in Spagna e rivedere i miei genitori. Comunque ho qui la mia ragazza, posso uscire, posso allenarmi e le giornate passano in un attimo adesso".

D'altronde, per chi vive la propria vita a 300 km/h in pista, le quattro mura di casa rischiano di trasformarsi in una vera e propria gabbia, per quanto dorata: "Noi siamo abituati a un ritmo di vita ‘full gas’, che solo adesso sto cominciando a recuperare. Se non avessi avuto questa intervista non sarei certo stato a casa, ma in pista - ha detto con una risata - Tra l’altro ora sto recuperando anche tutte quelle piccole cose che non potevo fare, andare al ristorante, fare una passeggiata in città. Valgono tanto per me".

Ritrovare il feeling con l'asfalto è la prima cosa da fare per poter tornare a fare al meglio il proprio mestiere: "Nelle ultime settimane ho ripreso in mano la moto, girando con gli altri piloti che vivono qui al circuito di Pas de la Casa. È a 2500 metri di altitudine quindi fa un po’ freddo…Però va bene per allenarsi. Spero presto di poter tornare a girare su una pista del Mondiale. Fisicamente mi sento meglio che mai, perché mi sono sempre allenato duramente. Tecnicamente devo ancora mettermi un po’ alla prova…Vorrei riuscire a fare un po’ di motocross e girare con la GSX-R 1000. Mi servono queste conferme per poter dire ‘sono a posto al 100%’".

L'anno da rookie non è stato semplicissimo, complice una brutta caduta nei test di Brno che gli ha causato una contusione polmonare dalla quale ha faticato a riprendersi del tutto: "Il primo anno è sempre di apprendistato. Ho fatto un’ottima prima gara (8° posto in Qatar, ndr), poi sono cominciate le cadute, gli errori…cose che ci stanno all'inizio, devono succedere. Tra Barcellona, Assen e Sachsenring stavo trovando il ritmo, avevo cominciato ad andare forte, poi però è arrivata la caduta in gara a Brno e l’incidente nei test. Quello è stato veramente tosto, bruttissimo. Mi ha tagliato le gambe perché mi sentivo pronto per cominciare a lottare per il podio. Fisicamente non sono stato più lo stesso. Le gare si facevano lunghe, facevo fatica a resistere fino alla fine. L’obiettivo comunque era essere competitivo la seconda stagione e ci stiamo arrivando".

E in effetti i test invernali, tra Malesia e Qatar, hanno messo in evidenza una crescita per certi versi sorprendente, anche se non del tutto inaspettata: "Ogni volta che prendo la moto sento di imparare qualcosa di nuovo. I test ci hanno detto che eravamo già lì davanti, ma ancora abbiamo voglia e margine per migliorare. Vuol dire che stiamo facendo un gran lavoro e che non siamo ancora al top". In attesa di conferme ufficiali, la partenza del Motomondiale è prevista per il 19 luglio a Jerez, anche se Joan ammette che aveva in testa un avvio diverso: "Avrei voluto cominciare a marzo in Qatar, visto com’erano andati i test. Però sarà bello iniziare a Jerez, in casa. C’è da dire che sarà strano senza la folla degli altri anni e il tifo degli spagnoli. In un certo senso sarà come essere a Losail, visto che lì non c’è nessuno neanche normalmente…".

Mir, così come il compagno di team Rins, è fresco di rinnovo fino al 2022. Suzuki ha dato piena fiducia alla giovanissima coppia spagnola, che ora è pronta a darsi battaglia senza favoritisimi di alcun genere: "Il duello con Alex comincia davvero ad essere bello. L’anno scorso io ero un rookie e questo mi ha portato a fare qualche cavolata di troppo. Già nel finale di stagione però eravamo spesso ruota a ruota e nei test abbiamo spinto molto, portando la Suzuki a un livello spettacolare. Questo team non dà la priorità a un pilota rispetto a un altro e anche questo mi ha convinto a firmare il rinnovo".

A proposito di compagni di squadra, Joan ha detto la sua anche sulla scelta di Alex Marquez, che corse con lui in Marc Vds nel 2018 e che ora si è accasato alla Honda, al fianco del fratello Marc: "È stato coraggioso: ha scelto un team dove non era semplice andare, viste le difficoltà di Lorenzo nel 2019, e in più sarà in squadra col fratello, 8 volte campione del mondo. Ha fatto tanta fatica ad arrivare dove voleva con la Moto2, ci ha messo tanti anni. Vediamo ora se riuscirà ad arrivare al top anche in MotoGP. Nei test è andato abbastanza bene, Marc sicuramente gli darà una mano per arrivare al suo livello  e penso che alla fine sarà competitivo anche lui".

Al momento, tuttavia, non lo mette tra i rivali più accreditati per la stagione: “Marc sicuramente resta il favorito. Anche se è sembrato soffrire un po’ con la Honda nei test so che metterà quel qualcosa di suo che lo porterà ad essere lì davanti. Poi sicuramente Vinales e Quartararo, quelli con cui ho lottato per i tempi migliori nei test. Ovviamente ci aggiungo Alex, il mio compagno di squadra, e Dovizioso, che c’è sempre. Saranno loro gli avversari più duri".

Lassù manca Valentino Rossi, ma l’ammirazione che Joan ha per il Dottore gliela si legge negli occhi. Sarà perché il giorno dopo la vittoria del primo titolo di Vale (era il 31 agosto 1997), Mir quegli occhi li apriva per la prima volta (è nato il 1° settembre ’97): “È una coincidenza spettacolare vero? Il Motomondiale perderebbe tanto se Vale lasciasse - ha detto parlando di un possibile addio di Rossi a fine anno - Sono cresciuto vedendolo vincere e correre al suo fianco ogni weekend è fantastico. È fortissimo anche adesso e mi piacerebbe che rimanesse altri due anni. Anche quattro se volesse. È in grande forma e mi piacerebbe che continuasse a correre con noi”.

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