Moto3: il perdono di Fenati, un atto dovuto

Romano riparte dal suo ex team: ma dovrà dimostrare di essere cambiato

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Il perdono è un atto di umanità e generosità. Non significa che debba essere dimenticato il fatto per cui uno è stato punito. Semplicemente, lo si lascia alle spalle e si tenta di recuperare quanto di buono c'è in una persona. Stefano Bedon, il general manager del Team Snipers, era stato il primo a punire Romano Fenati dopo il fattaccio di Misano appiedandolo. Adesso è il primo a rimetterlo in sella per il 2019, categoria Moto3, quella che ha visto Romano irrompere nel mondo dei gran premi con una vittoria alla sua seconda uscita e diventare poi uno dei top riders.

Il “licenziamento” era un atto dovuto ma non voluto fino in fondo. La squadra, la famiglia Cecchini in primis (avete capito da dove arriva il nome Snipers?), aveva già svolto opera di recupero nei confronti di Fenati dopo la cacciata dal team Sky; solo quel gruppo ristretto di persone poteva avere il polso esatto della situazione, conoscendo a fondo questo ragazzo dal talento smisurato e dalle uscite altrettanto fuori misura. Il pentimento c'è stato, il patteggiamento con la Federazione Motociclistica Italiana pure. I

l ragazzo di Ascoli che andrà a vivere altrove per trovare consapevolezze e maturare come persona, potrà tornare in pista da febbraio, chiamato ad un impegno doppio. Ritrovare i meccanismi da gara sarà la prima cosa, e qui non dovrebbero esserci grandi difficoltà perché il talento è fuori discussione. Sarà poi indispensabile costruire il nuovo modo di parare i colpi che in un mestiere molto più duro di quanto si possa credere arrivano spesso. Questo sarà più difficile per Romano, che a 23 anni avrà tempo ma non troppo per farsi conoscere come il “Nuovo Fenati”. Quello vecchio ha fatto grandi cose, nel bene e nel male. Ora si tratta di fare solo le prime.

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