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Marquez-Ducati, un "cliente" difficile per tutti. Farà meglio di Rossi e Lorenzo?

Il passaggio dell'otto volte iridato in sella alla moto italiano richiama alla mente quello di altri campioni del recente passato

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Marquez-Ducati, un "cliente" difficile per tutti. Farà meglio di Rossi e Lorenzo? - foto 1
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Dal Giappone a Borgo Panigale con furore... ma mica sempre! Sono diversi - e tutti illustri - i precedenti del passaggio di un top rider della MotoGP da una Casa giapponese (Yamaha e Honda, per restringere il campo) alla Ducati. La mossa di Marc Marquez non è infatti un caso isolato nella storia del motociclismo contemporaneo, ma solo in un caso è stata coronata da vero e duraturo successo. Non potrà essere così in ogni caso per il Cannibale... Certo, il contesto per forza di cose varia ogni volta, soprattutto perché nel 2024 Marc - a differenza dei suoi... predecessori - salirà in sella a una Desmosedici clienti e non di quella ufficiale. La casistica stessa è... bella appunto perché piuttosto varia.  

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Il caso più clamoroso (ma non il più recente) è naturalmente quello di Valentino Rossi che - ormai poco più di un decennio fa - lasciò la Yamaha per un biennio ducatista (2011 e 2012) davvero avaro di soddisfazioni. A quel punto della sua carriera, il Dottore aveva già conquistato tutti i suoi nove titoli iridati (sette in MotoGP, uno a testa in 250 e 125). Il binomio Rossi-Ducati - sulla carta esplosivo - implose invece fin da subito. Tre soli passaggi sul podio in due stagioni: Le Mans nel 2011, ancora Le Mans e Misano l'anno dopo. Valentino chiuse al settimo posto della classifica generale il primo anno, facendo solo leggermente meglio (sesto) nel 2012, ma soprattutto facendo in entrambi solo leggermente meglio di Nicky Hayden (ottavo e nono) che in Ducati era arrivato un anno prima di lui e ci sarebbe rimasto un anno più di lui.

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Raccolse più di Rossi - ma non bastò a fare della sua avventura un successo - Jorge Lorenzo. Come Rossi, anche il maiorchino varcò le porte di Borgo Panigale dopo aver fatto incetta di titoli (cinque) e aver lui pure lasciato il team Yamaha factory e la difficile convivenza proprio con l'italiano, nel frattempo rientrato a Iwata a... leccarsi le ferite. Jorge salì due sole volte sul podio nella sua prima stagione rossa - il 2017 - chiudendo il Mondiale in settima posizione. L'anno dopo - a cose ormai fatte (nel senso della decisione di separarsi a fine anno), il binomio Lorenzo-Ducati decollò ormai fuori tempo massimo, con l'uno-due Mugello-Barcellona e il tris estivo a Spielberg: nono posto finale. Lo spagnolo fece... testacoda, passando al team ufficiale Honda HRC per una fallimentare stagione d'addio, costellata di prestazioni mediocri (mai nella top ten della classifica) e pure rimaneggiata dagli infortuni: diciannovesima casella del ranking e addio alle corse, o per meglio dire al motociclismo.

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A fare la differenza è Casey Stoner: il brillante quadriennio ducatista dell'australiano, anche se un po' in calando (campione del mondo nel 2007, vicecampione l'anno dopo, quarto nel 2009 e nel 2010, 23 vittorie in tutto) è incastonato al centro di una carriera nella MotoGP che lo aveva visto esordire nel 2006 con la Honda (team Cecchinello) e che si sarebbe poi conclusa di nuova con Honda (ma nel team HRC) con il titolo iridato del 2011 e il terzo posto nel 2012, per poi dare addio alle corse e ritirarsi nella sua Australia.

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Resta da dire di due ducatisti "high fidelity", compagni di squadra in Ducati nel solo 2013. Cinque stagioni rosse - dal 2009 al 2013 - ma senza vittorie per il già citato e sfortunato Nicky Hayden, nella parte centrale di una carriera per il resto integralmente spesa sotto le insegne Honda. Addirittura otto anni da "ufficiale" Ducati per Andrea Dovizioso che nel 2013 prese il posto di Valentino Rossi e vi rimase fino al 2020, collezionando tredici vittorie, sfiorando per ben tre anni di fila il titolo iridato: vicecampione in pianta stabile (purtroppo per lui, viene da dire) dal 2017 al 2019, prima di tornare per un deludente finale di carriera in Yamaha, vale a dire la Casa dalla quale dalla quale era arrivato. Senza dimenticare il quadriennio Honda 2008-2011, impreziosito dalla prima vittoria nella premier class nel 2009 sotto il diluvio di Donington.

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