Non potrebbe esserci occasione "statisticamente" più favorevole del GP d'Austria per Francesco Bagnaia che - vincendo due domeniche fa a Silverstone - ha messo a segno la sua quarta affermazione stagionale, portandosi a quarantanove punti da Fabio Quartararo (tanti ancora), però mttendo nel mirino Aleix Espargarò, distante ventisette "sole" lunghezze. Da quando la MotoGP è tornata a visitare stabilmente - dopo quasi due decenni di latitanza - quello che nel frattempo è diventato il Red Bull Ring, la Ducati ha fato incetta di vittorie, limitata nella sua "ingordigia austriaca" da due soli lampi dei padroni di casa della KTM.
Nel GP della Stiria (due sole edizioni, come detto da emergenza sanitaria), Jorge Martin ha invece colto dodici mesi fa in sella alla Ducati Pramac il suo primo - e fino ad ora unico - successo nella MotoGP. Una buona "referenza" per il giovane spagnolo, in piena bagarre con Enea Bastianini (che però di vittorie su un’altra Desmosedici "satellite" - quella Gresini - ne vanta il triplo!) per prendere il posto di Jack Miller nel team ufficiale.
Nel 2020 invece ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio nel secondo dei due appuntamenti stagionali di Spielberg era stato il portoghese Miguel Oliveira con la KTM. Sulla pista di casa il marchio austriaco e la Ducati insomma si sono equamente spartite il bottino nelle doubleheaders di Spielberg, visto che è stato il sudafricano Brad Binder a tagliare per primo il traguardo nel movimentatissimo GP d'Austria, lasciando ancora una volta a secco Yamaha ed Aprilia.
Cattive notizie e... pista in salita per Quartararo ed Espargarò? Non necessariamente, visto il rendimento attuale del Diablo e quello del pilota di punta della moto italiana. Più che l'albo d'oro recente del GP d'Austria e quello - brevissimo ed attualmente "esaurito" - del GP della Stiria, è la progressione del rivale Bagnaia nella classifica generale del Mondiale in corso a mettere in agitazione Fabio ed Aleix. Quanto a Pecco, il suo "must" deve essere la continuità al massimo livello: non esistono per lui alternative, in chiave rimonta iridato. Vincitore quattro anni fa a Spielberg in Moto2, due settimane fa in Inghilterra il piemontese ha ripreso in mano la sua missione da dove l'aveva lasciata un mese e mezzo prima ad Assen: vale a dire con altrettante vittorie.
Era andata diversamente in occasione delle altre due vittorie del piemontese, autore di altrettanti passaggi a vuoto a Le Mans ed a Barcellona, in entrambi i casi subito due le due affermazioni di Jerez e del Mugello ed in entrambi i casi davanti a Quartararo e ad Espargarò: fin qui le uniche due occasioni nelle quali i tre sono saliti sullo stesso podio e sempre in quest'ordine!
A ben vedere però (e lo sanno bene anche Quartararo, Espargarò, Yamaha ed Aprilia), studiando le classifiche di cui sopra il dato che emerge è il contrasto tra il difficile avvio stagionale di Pecco (31 soli punti nelle prime cinque gare) e la successiva impennata, purtroppo però discontinua: cento punti tondi tondi, frutto appunto di quattro vittorie, "inciampate" però in tre ritiri che fanno tuttora male alla candidatura iridata di Bagnaia, secondo un anno fa dietro a Binder e davanti alla Desmosedici Pramac di Martin - che era scattato dalla pole position - al termine di un GP... stravolto nel suo ranking finale dalla pioggia caduta nelle battute conclusive.
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