MOTOGP

Come perdere un Mondiale imperdibile: chi, come e perché si è lasciato sfuggire l'occasione della vita

Rossi, Dovizioso e Vinales i grandi sconfitti di un Mondiale che il ko di Marquez ad inizo stagione aveva reso terra di conquista per i suoi rivali di sempre.

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Un Mondiale da subito così aperto ed incerto rappresentava la più ghiotta delle occasioni per tutti i piloti che - dal 2013 in avanti ed a vario titolo - avevano dovuto subire lo strapotere di Marc Marquez. Valentino Rossi, naturalmente, ma anche Andrea Dovizioso e Maverick Vinales. Assente lo spagnolo, tutti e tre hanno fallito la missione. Per ragioni (e casomai con giustificazioni) molto diverse tra di loro.

Non è stato il più veloce in pista , Joan Mir, ma è stato il più rapido ad approfittare della... piega che la stagione ha preso fin dal primo Gran Premio. Il ko di Marquez ha trasformato in un'inattesa "Land Of Opportunities" una stagione che altrimenti avrebbe verosimilmente assunto i contorni della rincorsa del campione di Cervera all'ennesimo titolo iridato. Scorrendo la classifica maturata al termine del GP della Comunità Valenciana, non troviamo traccia nelle prime tre posizioni dei nomi dei piloti che ci saremmo invece aspettati di leggere e questo ce li fa a maggior ragione considerare i grandi delusi di un Mondiale anomalo da tutti i punti di vista.

Tre volte vicecampione della premier class nelle tre ultime stagioni, il candidato principale (anzi, "il" candidato e basta) alla successione di Marquez era Andrea Dovizioso. Certo, le cose non funzionano così, soprattutto negli sport motoristici, nei quali il mezzo meccanico conta un buon cinquanta per cento (come minimo) del risultato ma il divorzio tra il forlivese e la Ducati ha ufficializzato - a Ferragosto! - una situazione da "separati" in casa" che durava già da settimane. E Ferragosto quest'anno, nella unicità di quest'anno, non rappresentava come normalmente accade due terzi della stagione, ma il weekend del quarto di quattordici appuntamenti stagionali: il GP d'Austria, vinto peraltro proprio da Dovizioso che però da lì in avanti ha corso appunto da "unemployed", prima di annunciare la decisione di prendersi una pausa in attesa... degli eventi Senza le motivazioni e in buona sostanza la determinazione nell'inseguimento di un obiettivo comune, la candidatura di Dovizioso ha via via perso smalto, anche se la moto è rimasta a tratti competitiva: come dimostrato dal successo a Le Mans di Danilo Petrucci (scaricato dalla Ducati addirittura un mese prima del via del Mondiale...) e dagli exploit delle Desmosedici Pramac affidate a Francesco Bagnaia e Jack Miller, che ieri ha conteso la vittoria a Franco Morbidelli fino all'ultimo giro, soprattutto nel corso dell'ultimo giro.

Quanto a Rossi e Vinales, suscita molto stupore la constatazione di come la coppia "factory" della Yamaha sia riuscita a mettere a segno una sola vittoria (con lo spagnolo, nella gara-due di Misano, dove è iniziata la serie nera di Valentino) contro le sei dei loro colleghi in sella alle M1 Petronas: tre a testa per Fabio Quartararo e Franco Morbidelli, ben distribuite lungo l'arco della stagione, a testimonianza di una competitività costante e costantemente incrementata. Noie meccaniche ed errori dei piloti hanno condizionato sia il Mondiale di Maverick (che a Portimao ha la - remota - possibilità di raggiungere il secondo posto della generale, attualmente è quarto  a -11 punti da Rins ed a -15 da Morbidelli), sia di quello di Valentino, oltretutto destabilizzato dalla positività al Covid-19 che lo ha costretto a saltare un paio di appuntamenti, quelli del Motorland di Aragon. Rossi occupa la quindicesima casella della classifica ed a questo punto nemmeno un exploit in Portogallo cambierebbe il segno alla sua stagione. Certo che tutto ci saremmo aspettati tranne che, in un Mondiale da nove vincitori di tappa diversi (compresi gli outsider Brad Binder e Miguel Oliveira), il Dottore non riuscisse a fare centro. Anche se in effetti l'ultimo podio alto di Rossi risale al Dutch TT del 2017 ad Assen.

Di fatto, in attesa di notizie certe sulle condizioni di salute di Marquez, un'occasione così difficilmente ripasserà per Rossi e Dovizioso e lo stesso Vinales (da qui in avanti) dovrà fare i conti con la crescita - accelerata dalle complicazioni di quest'anno - della quale sono stati protagonisti Mir naturalmente, il suo compagno di squadra Rins e poi Quartararo, Miller, Bagnaia e soprattutto Franco Morbidelli. Gente dalla quale lo stesso Marquez dovrà da qui in avanti inevitabilmente guardarsi le spalle.

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