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Bilancio rosso Ducati, ma l'anarchia al vertice spinge Bagnaia verso il bis iridato

Nonostante un candidato-principe, dopo tre GP il Mondiale non ha ancora imboccato un cammino definito

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Bilancio rosso Ducati, ma l'anarchia al vertice spinge Bagnaia verso il bis iridato - foto 1
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Due vittorie al sabato, solo una alla domenica... Ma soprattutto due scivolate su tre gare nel GP long distance, arrivate in circostanze tra di loro diametralmente opposte: mentre "inseguiva" Bezzecchi a Termas de Rio Hondo, mentre difendeva la leadership da Rins negli USA. Primo scorcio di Mondiale altamente contraddittorio per Francesco Bagnaia e in certo senso da bilancio in rosso per Ducati (nel senso del team ufficiale), se aggiungiamo allo stesso l'infortunio di Enea Bastianini nella prima Sprint dell'anno (e della storia del motociclismo) in Portogallo. 

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Stiamo naturalmente cercando il pelo nell'uovo, ma è quello che bisogna fare, alle prese con primo accenno di "caso" in gradi di dare sapore ad un campionato che - è questo il punto - a ruote ancora ferme ma tutto sommato anche dopo tre GP difficilmente Bagnaia e la Ducati possono perdere: per qualità e quantità. Tanto più se a trovarsi in vetta al Mondiale c'è il "satellite" Bezzecchi. L'affanno iniziale è con ogni probabilità destinato a risolversi in tempi brevi: d'altra parte "il campione in carica ha pur sempre vinto due Sprint e il GP d'apertura a Portimao e l'attuale capoclassifica targato VR46 difficilmente troverà la continuità necessaria a contrastare la marcia di Bagnaia verso il bis iridato. Già, Bezzecchi? E gli altri possibili candidati? Non se ne vedono. Il vincitore di Austin Rins non ha la moto per proporsi e il COTA (dove ha vinto in Moto3, in Moto2 ed ha collezionato due vittorie ed un secondo posto nelle ultime tre edizioni in premier class) non può davvero fare testo. In casa Honda, Joan Mir sembra avere bisogno di tempi medio lunghi per entrare in sintonia con un team ancora Marquez centrico e una moto... anche. Quanto ad Aprilia, l'avvio di Mondiale della Casa italiana è stato tutto un alternarsi di alti e bassi e - anche una volta trovata la continuità necessaria - si imporrà tra Maverick Vinales e Aleix Espargarò una scelta sul candidato sul quale puntare. In casa Ducati clienti, detto di Bezzecchi, al di là dei singoli exploit Johann Zarco e Jorge Martin non offrono solide garanzie sul "lungo".

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Chi resta? Fabio Quartararo, ovviamente. Per certi versi, raddoppiando le ruote ma facendo le dovute proporzioni, il suo caso ricorda quello di Ayrton Senna nel Mondiale di Formula Uno di esattamente vent'anni fa: capace di lottare al volante della McLaren-Ford contro le stratosferiche Williams-Renault, riuscendo a batterle per la vittoria in cinque occasioni (una delle quali il memorabile GP d'Europa del quale - l'11 aprile - è appena stato celebrato il ventesimo anniversario) e chiudendo il Mondiale al secondo posto, battuto da Alain Prost ma davanti a Damon Hill, compagno di squadra del "Professore".

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Alla fine, tornando a Bagnaia, tanti rivali ma in fondo nessuno. La "fortuna" del campione in carica sembra essere proprio questa alternanza di nomi nei quartieri alti della classifica, che di fatto impedisce ad uno di loro di prendere il largo. Aspettando che il caso-Pecco di sgonfi e che il ducatista trovi la pace interiore e soprattutto riprenda le redini del comando (della classifica stessa).

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