Da Camarda a Liberali, per i rossoneri cessioni non onerose tra i giocatori in surplus. Eppure servono soldi per finanziare il mercato
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L'ultimo no in ordine di tempo è firmato Ismael Bennacer: c'erano pronti una ventina di milioni in arrivo dall'Arabia Saudita, ma l'algerino ha preferito declinare l'offerta. Nella sua testa c'è forse un ritorno in Francia al Marsiglia, ma da quelle latitudini non arrivano abbastanza soldi per far felice il Milan che, alla voce esuberi, ha fin qui ben poco di cui rallegrarsi. Camarda e Liberali non hanno portato soldi, Emerson Royal, uscito per 9 milioni (Flamengo) ha prodotto a bilancio una minus-valenza di 2,3 milioni, Pobega è finito al Bologna con un prestito oneroso da un milione e un diritto di riscatto a 7 dopo che, un anno fa, un diritto di riscatto più alto non era stato esercitato dai rossoblù. Stessa cosa accaduta a Firenze ad Adli che ora cerca casa ma ha già detto no alla proposta dello Spartak Mosca che avrebbe garantito 15 milioni al Milan. E gli altri? Per Musah e Chukwueze solo sondaggi dalla Premier, Morata è destinato al Como ma è bloccato dal Galatasaray, Thiaw, che piaceva a Fabregas, rimarrà in rossonero, Okafor ha manifestazioni di interesse non onerose o molto poco onerose (sempre il Bologna) e lo stesso vale per Bondo (Cremonese) o Filippo Terracciano (Verona). Il che, al 3 di agosto, non fa essere troppo fiduciosi sul più comune (tra le squadre) e divertente (eufemismo) gioco dell'estate: la caccia al tesoretto.
Già, perché la fame di soldi è di gran moda. Dal canterino "non siamo mica gli americani", il passo al calcistico "non siamo mica la Premier e tanto meno Saudi" il passo è logico e brevissimo. Qui di milioni da investire ce ne sono pochi, motivo per cui, anche, i giocatori del nostro campionato vanno via come il pane ma a cifre decisamente ridotte rispetto a quelle che normalmente circolano. Perché se non spendiamo, nemmeno si può pretendere che ci riempiano di soldi. Così Jashari resta appeso a uno o due milioni e lo stesso, per spostarsi dall'altra sponda del Naviglio, vale per l'Inter e Lookman. Ma questa è davvero un'altra storia. Certo è che, con la Champions fallita, prima di mettere mano al portafoglio era ampiamente necessario aggiustare il bilancio. Non quello presente, cui ha pensato Reijnders, ma quello che verrà, aggiustato in parte, e solo in parte, da Theo Hernandez. Fatto sta che le uniche due cessioni realmente utili alle casse sono anche state le più dolorose e ora, che servirebbero sacrificabili a cifre interessanti, non si muove foglia. Con il timore che alla fine, come usuale nel mercato di questi tempi, si finisca per accontentarsi di partenze in prestito senza obbligo.
Intanto, il popolo rossonero sogna un centravanti da 20 gol e si interroga, esplorando Youtube, sull'ultimo ritrovato dello scouting milanista. Con una domanda che nasce spontanea: ma Calabria non era meglio di Athekame?