La dirigenza rossonera è convinta di aver fatto il massimo per acquistare il centrocampista svizzero dal Bruges
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Passa il tempo e nulla cambia, almeno nell'orizzonte di mercato del Milan. La società rossonera dopo Modric, Ricci ed Estupinan si è impantanata nell'operazione Jashari con il Bruges e, con difficoltà a cedere gli esuberi come Bennacer e Adli - con tanto di 35 milioni di euro potenziali sfumati -, lo stallo è inevitabile. Lo sforzo massimo Tare e la dirigenza stanno provando a farlo per il centrocampista svizzero per il quale sono stati messi sul piatto 33,5 milioni di euro più bonus, ma il Bruges ne vuole 40 e da lì non si schioda. L'iniziale ottimismo, forte anche del lavoro del giocatore che più volte ha dichiarato di volersi trasferire in rossonero, sta lasciando spazio a riflessioni un po' più pessimistiche.
Da una parte il Bruges ha inserito lo stesso Jashari, e l'altro scontento Ordonez, nella lista per i playoff di Champions, ma le voci dal Belgio parlano della possibilità concreta che il centrocampista possa disputare anche qualche minuto in campo europeo nella sfida di mercoledì contro il Salisburgo.
Dall'altra il Milan deve decidere che strada intraprendere. La posizione ufficiale dei rossoneri, resa nota pubblicamente da Tare, è di non rilanciare la proposta da 33.5 milioni di euro più bonus fatta pervenire al club belga. Non più solo una strategia e una presa di posizione forte, ma col passare dei giorni anche il risultato di una riflessione interna che ha portato la dirigenza milanista a pensare di aver comunque fatto il massimo per arrivare al giocatore. Difficile dunque che il Milan possa alzare la posta e a metà settimana ci sarà la decisione definitiva se continuare ad aspettare, bloccando anche buona parte delle altre operazioni, o abbandonare l'affare.