Il fondatore di P&P Sport Management a Sportmediaset: "Acerbi e De Vrij sarebbero contenti di rimanere all'Inter, ma dei rinnovi si parlerà in primavera"
di Daniele Pezzini© Ufficio Stampa
Quella che si è conclusa poco più di un mese fa è stata una sessione di mercato particolarmente intensa per tutto il calcio italiano, ma una vera e propria sessione da record per P&P Sport Management, la società che fa capo a Federico Pastorello: "È stata la nostra ventinovesima stagione ed è stata la migliore in assoluto per numero di trasferimenti e la seconda per milioni di euro mossi - ha raccontato l'agente in esclusiva a Sportmediaset.it -. Avvicinarsi e superare i numeri del 2021 (quando Pastorello vinse il premio per il miglior agente dell'anno ai Globe Soccer Awards, ndr) è motivo di orgoglio. Questo é un lavoro che logora, che obbliga a uno stress mentale e fisico di cui la gente a volte non si rende conto. Si lavora 365 giorni all'anno, sette giorni su sette".
Qualche numero? "Ci siamo avvicinati ai 300 milioni di trasferimenti reali, quindi calcolando il prezzo dei cartellini, senza bonus. Abbiamo portato a termine 66 trasferimenti tra gennaio e l’estate, più quelli di 40 calciatrici. Abbiamo anche toccato 20 diverse nazionalità, tra quelle dei club e quelle dei calciatori. Questa ampiezza del nostro raggio di azione era il mio obiettivo fin dall’inizio. Non vogliamo porci limiti territoriali".
L'anno prossimo la sua agenzia compirà 30 anni: "Quando arrivi a essere tra le migliori agenzie del mondo la sfida è quella è di continuare a provare a superarti. Vogliamo rimanere a questi livelli, ma senza perdere il nostro Dna basato su correttezza, trasparenza e umanità. Uso sempre la metafora dell'hotel-boutique: noi garantiamo il servizio della grandissima catena, ma con un grande rispetto per il rapporto umano con i nostri calciatori. Anche per questo non vogliamo avere un numero altissimo di clienti. Cerchiamo di essere selettivi, di prendere i più bravi, o comunque quelli in cui noi crediamo davvero e che magari con la giusta guida possono ottenere dei risultati che finora non hanno raggiunto".
Il mercato, prima che di cifre astronomiche e di capitali che si spostano tra i quattro angoli del globo, è fatto prima di tutto di persone e alla domanda su quale sia stata la trattativa che gli ha dato più soddisfazione tra quelle recenti Pastorello risponde con un nome che potrebbe sorprendere: "Ionut Andrei Radu: ha firmato con me a fine 2024, quando si allenava con la Primavera dell'Inter. Quello del portiere è un ruolo difficile da piazzare perché le squadre non ne cercano mai molti. Siamo arrivati all’ultimo weekend del mercato invernale e non avevamo niente, nessuno cercava. Gli ho detto che sarebbe servito un miracolo e arrivarono 4 diversi infortuni, tra cui quello di Filip Stankovic del Venezia, dove poi Radu è andato. Ha dato il massimo in quei cinque mesi a Venezia, anche se non è bastato a salvare la squadra, ed è stato il primo che ho sistemato in estate con un quadriennale al Celta Vigo. Ora gioca l’Europa League ed è anche tornato in Nazionale".
Il trasferimento forse più chiacchierato in assoluto tra quelli che lo hanno visto coinvolto non ha però riguardato un calciatore, bensì un tecnico. Parliamo naturalmente di Simone Inzaghi, che ha lasciato l'Inter subito dopo la batosta in finale di Champions League in circostanze che hanno lasciato un po' perplessi i tifosi: "È un trasferimento che ovviamente non si completa in quattro giorni, c’è tutto un lavoro dietro. Avevamo già approcciato questo tipo di opportunità, ma la verità è che lui non ha mai voluto entrare nei dettagli di un potenziale accordo prima che accadessero determinate cose. Mi ha confidato che se avesse vinto la Champions non sarebbe mai andato via dall’Inter. Vi garantisco che la decisione è arrivata dopo la finale di Monaco e dopo i colloqui fatti con la dirigenza nerazzurra, anche se ovviamente in questi casi c’è un lavoro dietro le quinte. L’aspetto economico ha avuto la sua importanza, ma lui voleva mettersi alla prova anche all’estero e la lega saudita è tra le più importanti al mondo, non solo per le potenzialità economiche, ma anche per la qualità del campionato. L’Al Hilal è poi il club più importante d'Asia per storia e numero di tifosi".
Tra i suoi assistiti uno dei nomi più altisonanti è quello di Romelu Lukaku, attualmente fuori per infortunio ma, stando alle ultime indiscrezioni in arrivo dal Belgio, pronto a bruciare le tappe per tornare a disposizione di Antonio Conte: "Per chi conosce Romelu non è una sorpresa: è un ragazzo con una forza di volontà e una determinazione speciali, poi è estremamente professionale. L’unica cosa che posso dire è che sta lavorando per tornare più forte di prima. Certi infortuni ti segnano, ma ti permettono anche di resettare dal punto di vista fisico e mentale. La preparazione lo farà tornare più forte di prima, ne sono convinto. Ha ancora più voglia di lottare per tornare a incidere, aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi. Ha avuto un inizio di stagione sfortunato, ma tra un po' Conte avrà un'arma in più a sua disposizione".
Pastorello cura anche gli interessi di Alex Meret, che alla fine della passata stagione ha rinnovato col Napoli e che ora sta vivendo il dualismo col nuovo arrivato Milinkovic-Savic: "Alex è stato uno dei calciatori che ha avuto più richieste in assoluto quando si avvicinava alla scadenza, ma lui non ha mai nascosto che voleva rinnovare col Napoli. Le trattative sono state lunghe perché c’erano degli obiettivi economici e contrattuali da raggiungere, ma solo per quello. Nessuna delle due parti ha mai avuto tentennamenti. Ha avuto 4-5 offerte concrete, anche dall’estero, ma lui voleva restare a Napoli. Tra l'altro ha rinnovato sapendo che sarebbe arrivato un secondo portiere di livello, Conte è stato chiaro con lui e anche con me. Vanja ha caratteristiche diverse da Alex e oggi il mister sta facendo un po’ di staffetta, ma nonostante questa cosa, che sapevamo, Alex non ha mai avuto dubbi".
E a proposito di contratti in scadenza, nei prossimi mesi si parlerà inevitabilmente di quelli di Stefan De Vrij e Francesco Acerbi, che a 35 e 37 anni sono ancora colonne portanti dell'Inter: "Entrambi potrebbero giocare titolari. Quest’anno l’alternanza è un po’ più marcata rispetto all’anno scorso, ma sono due giocatori straordinari, con la maglia dell’Inter cucita addosso. Stefan è qui da tanto, quest'estate ha avuto l’opportunità di andare via, ma ha scelto di rimanere. Ace è all'Inter da meno tempo, ma è già nel cuore dei tifosi. Entrambi sono molto sereni per i prossimi mesi. Per i rinnovi se ne parlerà ad aprile come ha detto la società, se potessero scegliere so che sarebbero contenti di rimanere, ma dipenderà da tanti fattori. Sicuramente al momento è un lusso per l’Inter avere due giocatori così".
Pastorello ha poi parlato di un giovane talento che non appartiene direttamente alla sua scuderia, ma per il quale P&P ha fatto da intermediaria nel trasferimento da Lecce a Bergamo, ossia Nikola Krstovic: "Quando abbiamo avuto questo mandato abbiamo accettato con grande entusiasmo. Lui si è fatto da solo, ha una mentalità molto importante. Ha ben in testa cosa vuole e sa cosa deve fare per arrivarci. Ha sfruttato alla grande l’opportunità di Lecce e ora è arrivato in un top club. Chiaramente l'Atalanta rimane un club con una dimensione non paragonabile ad altre, ma è un posto in cui ha scelto di andare perché ha delle ambizioni comuni a quelle dei Percassi. Sono convinto che rimarrà per anni all’Atalanta, dove può togliersi grandi soddisfazioni e vincere anche dei trofei".
Inevitabile chiedergli anche un parere, da uomo di calcio, sulle prime giornate di campionato: "Nella mia griglia di inizio stagione vedevo il Napoli leggermente avanti, il lavoro di Conte può dare ulteriori frutti anche perché è normale che il secondo anno gli automatismi migliorino. Inoltre è stato fatto un grande mercato. Li vedo un po’ più avanti rispetto a Milan e Inter. Su Allegri non avevo dubbi, mi sta sorprendendo la Roma, anche se solo in parte. Gasperini è un allenatore a cui sono legato dal punto di vista affettivo, per il rapporto che aveva con mio papà (Giambattista Pastorello era vicepresidente del Genoa negli anni di Gasp in panchina, ndr). C’è una bella chimica con la squadra, giocano un bel calcio e il tutto con un mercato non altisonante. Con un paio di innesti a gennaio potrebbe dire la sua se fosse ancora lì a contatto con la vetta. La Juve è invece un capitolo a parte, si sta approcciando a un grande cambiamento a livello societario, ma anche di filosofia degli investimenti. Tutto questo necessita tempo. Penso che sarà davvero competitiva a partire dall'anno prossimo, anche se resta una grande squadra, con in rosa dei campioni e un bravo allenatore".
Il discorso si è poi spostato sul confronto con le big europee, che di anno in anno sembra sempre più impari: "In Europa le italiane fanno un po’ fatica a competere con certi club anche perché non c’è più quella legge che permetteva di attirare campioni dall'estero (il decreto crescita, abolito nel 2024, ndr). Speriamo ci aiuti almeno a livello di giovani da mettere a disposizione della Nazionale, anche se non ne sono proprio certo... Psg, Bayern, City, Barcellona, Real, Liverpool... Vedo che hanno una marcia in più, non sarà semplice".
Proprio la Nazionale è uno dei temi caldi del momento, con gli azzurri attesi dalle delicatissime sfide con Estonia e Israele: "Spalletti è uno dei migliori allenatori internazionali e anche lui non è riuscito a districare la matassa. Il compito di Gattuso è davvero arduo, ha tantissime pressioni perché non possiamo permetterci di non partecipare al terzo mondiale di fila, sarebbe veramente una tragedia. La squadra ha delle carenze ed è un dato di fatto, ma non voglio pensare che siano tali da non farci andare ai Mondiali. A Gattuso faccio un grosso in bocca al lupo, sono sicuro che saprà dare ciò di cui l'Italia ha bisogno".
Per chiudere, Pastorello ci dà il suo parere sui due colpi più rumorosi del mercato estivo della Serie A: Kevin De Bruyne e Luka Modric, che dopo aver dominato in Inghilterra e Spagna per anni hanno deciso di mettersi alla prova in Italia negli ultimi anni della loro carriera. "Ben vengano vecchietti così, stanno facendo entrambi vedere perché hanno fatto questa carriera straordinaria. Il nostro campionato, così tattico, dà la possibilità di fare la differenza anche a campioni che magari non sono più nel pieno della loro prestanza atletica. L'altro giorno parlavo con Terracciano (suo assistito e portiere del Milan, ndr) e mi diceva 'Federico tu non puoi capire quanto è forte Modric'. Tutto quello che fa lo fa con una naturalezza e una spontaneità incredibile. Vale lo stesso per De Bruyne, che certo ha vinto meno rispetto a Modric, ma sta mostrando tutta la sua classe e la sua umiltà. Dobbiamo dire grazie a Milan e Napoli perché sono calciatori che portano la gente allo stadio. Quale dei due è il colpo migliore lo dirà il tempo, ma se devo esprimere una preferenza dico Modric perché fare quello cha fa lui a 40 anni è cosa da grandissimi del calcio".