Questa sera si gioca Napoli-Milan e l'ex presidente dei rossoneri Silvio Berlusconi ricorda le "tante emozioni" della stessa sfida di 35 anni fa. "Mi commuovo ancora a pensare all'applauso che il meraviglioso pubblico di Napoli ci tributo' a fine partita - ricorda in un'intervista alla Gazzetta dello Sport -. Una prova di stile e di sportività straordinaria, una delle ragioni per le quali Napoli è e sarà sempre nel mio cuore". Non avere acquistato Diego Armando Maradona è "un rimpianto profondissimo", ammette Berlusconi. Anche perché "era una persona fragile" e "forse la disciplina e l'attenzione ai singoli che c'era nel mio Milan lo avrebbero aiutato a evitare alcuni errori". Ma l'argentino "era Napoli, era il simbolo e la bandiera del più grande Napoli della storia" e "le bandiere non si comprano e non si spostano". Passando in rassegna i campioni di oggi, il presidente del Monza ritiene che "giocatori come Kvaratskhelia oppure Osimhen ben figurerebbero in qualunque squadra al mondo", mentre "Leao è più da Milan". "Haaland o Mbappe'", poi, "sono il presente e il futuro del calcio". Il gap tra le squadre italiane e quelle dei migliori campionati europei "è difficile da colmare nella situazione attuale", sostiene Berlusconi, che vede però quest'anno "indizi confortanti", ovvero "la presenza di sei squadre italiane nei quarti di finale delle coppe europee". "Le nostre squadre scontano due handicap", aggiunge, citando "gli stadi, obsoleti, scomodi". Su Pioli dice di avere "molta stima", ma di non poter dare indicazioni su una sua eventuale riconferma la prossima stagione "per rispetto dell'attuale proprietà". Mentre Paolo Maldini lo definisce "una guida per il Milan in campo e lo è oggi dalla sua scrivania di dirigente". Il proprietario del Monza si dice soddisfatto del tecnico Palladino, ma "di contratto siamo d'accordo di parlare, anche per ragioni scaramantiche, solo a salvezza matematicamente acquisita".