FERRARI, SI CAMBIA

Vettel e la Rossa, alti e bassi di un'avventura

Cinque stagioni in rosso, la sesta... in standby. Una separazione resa inevitabile dalla crescita di Leclerc, dalle ambizioni di Seb, da ragioni di bilancio

di
  • A
  • A
  • A

Puntava a replicare l'epopea di Michael Schumacher con la Ferrari, Sebastian Vettel. Con un timbro suo, un talento costruito ma sopraffino. Lui, tedesco come Schumi, sulla sua pista ha trovato proprio una tedesca: la Mercedes, padrona della Formula Uno ibrida. Prima che l'arrivo di Charles Leclerc a Maranello allontanasse forse definitivamente il sogno di chiudere la carriera con il titolo iridato al volante della Ferrari.

  
 

Con la Red Bull non ha mai fatto peggio del quinto posto nella classifica piloti. Con la Ferrari ... anche! La differenza sta nei quattro titoli consecutivi messi a segno guidando la monoposto "che ti mette le ali"  tra il 2010 ed il 2013 in rapporto ai pur lusinghieri piazzamenti finale sulla Rossa di Maranello. Non basta certo questo a mettere il segno "meno" all'avventura italiana del campione di Eppenheim ma è più che sufficiente per stendere un'ombra un po' malinconica sull'annuncio della separazione, che avverrà al termine di una stagione dal destino ancora incerto e fosco. Come il grigiore che avvolgeva Fiorano la mattina del 29 novembre 2014, giorno del primo test di Vettel al volante della Ferrari, una monoposto del 2012. Seb era reduce dalla sua "peggiore" annata con la Red Bull, diciamo la meno brillante, perché successiva al poker iridato. Si apprestava a  prendere il posto di Fernando Alonso, a riannodare idealmente il filo con gli anni d'oro di Schumacher, in quel momento da undici mesi esatti vittima del destino.

Terzo nella stagione del debutto con tre vittorie (la prima in assoluto al Gran Premio della Malesia, seconda tappa del Mondiale), quarto nel 2016 (nessun successo), poi addirittura vicecampione del mondo nel 2017 e nel 2018, i suoi anni migliori, quelli dell'impresa sfiorata ma in realtà fuori portata, poiché là davanti c'erano sempre la Freccia d'Argento e Lewis Hamilton. Non servirono nemmeno cinque vittorie in entrambe le annate. A Singapore, lo scorso mese di settembre, Seb centra la sua 14esima e fin qui ultima vittoria con la Ferrari, ma è l'unico vero acuto di un campionato per lui segnato da troppi alti e bassi e soprattutto dalla rapida ascesa di Leclerc, autore della doppietta messa a segno tra Spa-Francorchamps e Monza, subito prima di Singapore che a quel punto (più che la ciliegina sulla torta per lo splendido finale d'estate della Ferrari) finisce per assomigliare al canto del cigno del quattro volte iridato. 

Con aspettative reciproche ormai circoscritte, cinque stagioni già alle spalle, il rapporto tra Vettel e la Ferrari era già più o meno inevitabilmente avviato alla sua naturale conclusione. Accelerata dalla rivalità interna appunto, ma anche della circostanze attuali, dall'altrettanto inevitabile necessità, per Maranello ,di far quadrare i conti. Vettel era approdato in Emilia quando era già entrato  a far parte della storia della Formula Uno, ma ancora affamato di successo, abbagliato dalla possibilità di dare una pennellata di rosso ad un quadro blu e argento. Dall'urgenza, nemmeno tanto segreta, di mettersi alla prova, dimostrare al mondo che nel poker iridato 2010-2013 i meriti uomo-macchina erano quanto meno sullo stesso piano. Non è fin qui riuscito a coronare il suo sogno rosso, Seb, difficilmente potrò farlo, ma ha avuto il merito di crederci, di lavorare duro, dimostrando classe in pista e fuori, equilibrio e misura pur dentro una professione estrema. Merita un'ultima chance di realizzare cose grandi con la Rossa, togliersi qualche soddisfazione, persino qualche sassolino dalla scarpa. E  chissà che proprio un tempo anomalo come questo non gli offra qualche occasione "imprevista": di chiudere magari la carriera su toni alti. Perché, al di là di tutto, quattro titoli iridati e cinque (sei) annate al volante della Ferrari sono un curriculum più che sufficiente per non doversi mettere alla caccia di una monoposto da centro gruppo. Da quelle parti, Vettel ha trascorso ben poco tempo, dal 2007 in avanti. Forse non è il caso di iniziare adesso.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments