FORMULA 1

Verstappen da tre punti con Shaquille, la frecciata di Sainz, Ricciardo  come Tom Cruise

Il pilota olandese "giganteggia" ad Austin quanto la leggenda NBA, alti e bassi anche in casa Ferrari.

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MAX VERSTAPPEN: VOTO 10 Ha talvolta espressioni facciali da Mister Bean ma è tutt'altro che "perso nel mondo". Anzi, per citare Hollywood ("Scarface") "The World Is Yours". Il Mondiale sorride sempre di più ad un campione che - al di là del suo talento, delle strategie e della performance della sua Red Bull - ha trovato il Tallone d'Achille del rivale: la mancanza di... riguardo nei confronti del suo ruolo-guida, del suo incedere (fin qui) indisturbato e dei suoi sette titoli a zero (per ora).

LEWIS HAMILTON: VOTO 8,5

Mette in pista una rimonta con i fiocchi ma quest'anno non bastano una quindicina di giri in modalità "Hammer Time". Ne servono cinquantasei (nel caso del GP USA): tutti quanti, nessuno escluso. Si vince e si perde insieme, dicono. Infatti la gestione Mercedes gli abbassa la media.

FERNANDO ALONSO: VOTO 5

Con il passare degli anni (ma anche solo delle tappe di questo Mondiale), l'ex ferrarista assomiglia sempre di più a Mansell. Sanguigno come Nigel e - certe domeniche - poco redditizio proprio come l'ex Leone. Infatti, un GP chiuso anzitempo ai box dopo aver litigato per mezza giornata con le Alfa Romeo. Grinta che gli rende onore ma che meriterebbe cause di ben altra portata. Tanto rumore... per nulla.

CARLOS SAINZ: VOTO 6,5

Scuro in volto nel finale, leggermente polemico con la squadra per l'ennesimo pit stop problematico. Carlos si è ambientato ed inzia a dire la sua senza farsi troppi problemi ma forse lo fa nel giorno sbagliato: quello che segna il sorpasso subito dal compagno di squadra nella classifica Mondiale. Partiva con la mescola meno indicata ma sulla SF21 nel Q2 del sabato c'era lui...

VALTTERI BOTTAS: VOTO 5

Dopo le cose turche, il ritorno alla normalità, addirittura all'anonimato. Parte nono ma viaggia nella parte meno nobile della top ten nonostante una Mercedes sotto il sedere ed un motore freschissimo dietro schiena. Si avvia al titoli di coda della sua esperienza (poco) "stellata" iniziando a fare l'abitudine alla pancia del gruppo che lo attende nel 2022.

CHARLES LECLERC: VOTO 8

La parte "soleggiata" del box rosso festeggia una domenica di grande classe e sostanza, chiusa appena giù dal podio ed impreziosita ai microfoni d un'analisi lucida e lungimirante. l'unico neo che gli troviamo ad Austin è una certa umoralità che rende il suo percorso stagionale piuttosto accidentato. Quando la Rossa sarà una monoposto da primato servirà anche una forza mentale priva di soprassalti.

 ANTONIO GIOVINAZZI: VOTO 6,5

Ormai "separato in casa" Alfa Romeo, Antonio mette in pista una prestazione più che dignitosa. Regge da tempo il confronto con Kimi Raikkonen, anche se questa ormai non è esattamente garanzia di successo. Certo che essere zittito via radio davanti a tutto il mondo per la restituzione della posizione ad Alonso non è bello: da parte di entrambi. 

SHAQUILLE O'NEAL: VOTO 10

Giù dal podio è alto quasi quanto Verstappen sul gradino più alto. Quasi. Infatti eravamo tentati di dare un bel nove a Shaquille O'Neal, per rispetto al dieci di Max. Però la leggenda della NBA ha imperversato per tutto il GP e la texanissima scorta al trofeo per il vincitore al volante di un "carro" che non avrebbe sfigurato al Carnevale di Viareggio gli guadagna la doppia cifra.

DANIEL RICCIARDO: VOTO 7,5

Nel weekend di Austin lo hanno osannato" come Tom Cruise (che non c'era) o come Ben Stiller (che era invece presente). Ha furbamente catturato i cuori texani travestendosi da Dale Earnhardt e guidando pure la sua "MonteCarlo". Certo, per vincere serve ben altro. In gara ha fatto a ruotate con Sainz. Va bene bravo e simpatico ma in gara l'educazione può anche restare chiusa nell'armadietto. Basta ed avanza il rispetto.

SERGIO PEREZ: VOTO 6

Con il proprio capitano fuori traiettoria causa duello con Hamilton al via, il messicano rischia "involontariamente" di superare "The Candidate", ma in un millisecondo si ricorda del suo ruolo e tira un staccata... al contrario nello "Snake" di Austin: scena brutta brutta. Il lato oscuro del rispetto di cui poco sopra.

 

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