SENZA CONFINI

Senna nella cultura popolare: la leggenda sempre viva del campione brasiliano

Musica, cinema, arte, ma anche, e soprattutto, innovazioni nella sicurezza e opere benefiche a suo nome: a 26 anni di distanza dalla scomparsa, l'eredità del leggendario pilota

  • A
  • A
  • A

“Il mio nome è Ayrton, e faccio il pilota / E corro veloce per la mia strada…". Inizia così una struggente canzone cantata da Lucio Dalla (testo di Paolo Montevecchi), prima traccia dell’album ‘Canzoni’ del 1996. È solo un esempio di quanto la vita, la carriera e purtroppo anche la tragica fine di Ayrton Senna abbiano influenzato migliaia di persone anche al di fuori del contesto degli appassionati di Formula 1. Sono numerosi gli esempi di riferimenti, omaggi, opere benefiche a nome di Senna, che a oltre un quarto di secolo dalla sua scomparsa dimostrano quanto la leggenda sia ancora viva e pulsante.

L’eredità più significativa è quella dell’Istituto Ayrton Senna, fondato nel novembre 1994 dalla sorella Viviane. La fondazione ha investito negli anni decine di milioni di dollari per collaborare con scuole, associazioni e istituzioni con l’obiettivo di togliere dai pericoli della strada i giovani meno abbienti, garantendo loro un futuro. Senna, molto sensibile ai problemi sociali del suo Paese, aveva già in mente di creare un’organizzazione del genere e ne aveva parlato proprio con Viviane pochi mesi prima dell’incidente. Sua sorella decise così di continuare ad onorare la sua memoria intitolando l’Istituto ad Ayrton. Tra le opere originali per supportare la fondazione c’è il fumetto “Senninha”, creato da Rogerio Martins e Ridaut Dias jr, ispirato alle imprese del campione brasiliano, i cui proventi vanno proprio all’Istituto.

Le tragiche conseguenze dell’incidente di Senna hanno portato anche la Fia a una rivoluzione negli standard di sicurezza: il circuito di Imola, rispetto al 1994, è stato notevolmente modificato nei suoi punti più critici, tra i quali la curva del Tamburello, ma praticamente tutti i tracciati del Mondiale sono stati interessati da modifiche più o meno importanti. Alla memoria di Senna sono state dedicate le vittorie nel Mondiale di Calcio della nazionale brasiliana e nel Mondiale di F1 di Michael Schumacher, ma anche strade, circuiti (e sezioni di circuito, come la famosa ‘S di Senna’ a Interlagos), impianti sportivi di ogni tipo, in Brasile ma non solo. Oltre alla già citata canzone di Lucio Dalla, un gran numero di artisti ha dedicato anche solo un passaggio di una canzone (se non interi album) alla memoria del brasiliano: tra questi citiamo Cesare Cremonini, Chris Rea, The Rock Alchemist.

Questi ultimi si esibirono dal vivo durante il concerto tributo a Senna nel 2014, sul circuito di Imola. Case motociclistiche e automobilistiche hanno onorato la sua memoria: dalla versione speciale della Ducati 916 a quella della Mv Agusta F4 750, dalla Vespa Piaggio donata proprio all’Istituto (e venduta all’asta per beneficenza) alla McLaren Senna, un’hypercar da quasi 800 cavalli presentata nel 2017. Senna è anche stato introdotto nella Hall of Fame degli sport motoristici a Lincoln, nell’Alabama (Usa) ed è uno dei pochi non americani (tra gli altri Alberto Ascari, Jack Brabham, Juan Manuel Fangio, Enzo Ferrari, Niki Lauda e il più fiero avversario di Senna, Alain Prost) ad aver ottenuto il prestigioso riconoscimento. Secondo alcuni dati raccolti dal ‘Daily Telegraph’, il numero dei visitatori che annualmente onora la tomba di Ayrton Senna è più alto di quello relativo a John Fitzgerald Kennedy, Marilyn Monroe ed Elvis Presley messi insieme.

Anche il mondo dei videogiochi non è rimasto insensibile alla leggenda del campione brasiliano: in Gran Turismo 6 c’è un’intera sezione biografica dedicata a Senna, Angry Birds Go comprende Ayrton come personaggio selezionabile dall’utente, il videogioco ufficiale F1 2019 consente via aggiornamento di poter rivivere alcuni momenti dell’intensa rivalità fra Ayrton e Alain Prost. Diversi piloti lo hanno poi ricordato indossando repliche o varianti del celebre casco giallo con bordo verde e blu: dal nipote Bruno (due stagioni e mezzo in Formula 1 tra il 2010 e il 2012), che indossava un casco molto simile in cui le strisce verdi e blu formavano una ‘S’, all’amico Rubens Barrichello, fino ad arrivare a Lewis Hamilton, che utilizzò un casco “alla Senna” nel Gran Premio del Brasile.

Anche fuori dalla Formula 1 c’è chi ha utilizzato un casco simile: tra questi si ricorda il ciclista Murilo Fischer, che indossò un casco con i colori brasiliani nella tappa del Giro d’Italia 2015 che terminò proprio all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments