FORMULA 1

"Non siamo dei debuttanti, guidare la Ferrari è una responsabilità". Carlos, Leclerc e... l'ombra di Schumi Jr.

Lo spagnolo conta i giorni che lo separano dal debutto nel Mondiale, primo punto di "svolta" di una passione nata ai box del GP di Spagna di diciassette anni fa.

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Archiviato con successo il primo test al volante della Ferrari ed il suo primo mese della sua nuova vita "in rosso", Carlos Sainz Jr. mette il focus sulla prima stagione da pilota ufficiale del Cavallino Rampante: all'orizzonte il lancio della nuova monoposto, il test precampionato a Sakhir ed il debutto del 28 marzo nel Gran Premio del Bahrain, dove il madrileno, ventisei anni e... cinque mesi proprio oggi,  proverà a dare il suo contributo alla riscossa della Scuderia.

"Ogni squadra attraversa dei momenti difficili - fa parte della Formula 1 -ma quello che conta è la capacità di reagire. La storia dimostra che i team che in passato hanno vinto sono in grado di tornare a essere competitivi. La Scuderia è la squadra più vincente nella storia del nostro sport e ci sono delle valide ragioni per questo: se ce n’è una che sulla griglia può ritornare al vertice, questa è la Ferrari. Ho piena fiducia nel progetto e anche se ci dovesse volere un po’ di tempo sono sicuro che, alla fine, la squadra ritornerà a vincere".

Idee chiare per la stagione che sta per avere inizio (che in realtà è già iniziata) ed un obiettivo finale che è - inevitabilmente - prima di tutto un sogno: conquistare il titolo iridato al volante della Ferrari. Sul suo cammino, oltre alla concorrenza diretta, il pilota madrileno avrà - altrettanto inesorabilmente - il proprio compagno di squadra Charles Leclerc, assieme al quale Carlos forma la coppia di piloti più giovane "di stanza" a Maranello dal 1968.

"Onestamente, non credo che l’età sia un fattore così rilevante. Semmai è l’esperienza che conta di più in questo sport. Ovvio che più anni hai e più esperienza hai accumulato ma ciò non vuol dire che tu sia necessariamente più veloce: ho solo ventisei anni ma ho già alle spalle sei stagioni in Formula 1 e ho guidato per tre squadre prima di arrivare alla Ferrari. Charles ne ha ventitré ma andrà a cominciare la sua quarta stagione, la terza con la Ferrari: conosce perfettamente la vettura e la realtà di Maranello. Quello che voglio dire è che, pur essendo una coppia così giovane, non siamo più dei debuttanti e comprendiamo bene che cosa significhi guidare per la Ferrari. Come ho detto in precedenza, non vedo l’ora di assumermi questa responsabilità in maniera positiva e sono sicuro che, insieme a Charles, sapremo dare alla squadra ulteriore motivazione, passione e voglia di vincere".

Sarà molto più di una semplice soddisfazione, per lo spagnolo, quando - riferendosi a lui - tutti noi potremo farlo chiamandolo (e scrivendolo) solo "Sainz", lasciando cadere quel suffisso "Junior" che in un certo senso oggi lo assimila ad un altro figlio d'arte la cui presenza - nel test collettivo dell'ultima settimana di gennaio a Fiorano - ha certamente finito per distogliere un pò di attenzione al suo debutto in rosso. Stiamo parlando naturalmente di Schumacher... Junior, appunto. Una giovane promessa preceduta dalla propria fama e, forse, una futuribile (ma neanche tanto) ombra sui piani di successo di Sainz. Il quale intanto, non nega di avere fatto il titolo per il sette volte campione del mondo e papà di Mick ed in fondo di fare risalire ad un episodio specifico riguardante Michael la prima "scintilla" di una passione rossa che ora lo porta a guardare molto lontano.

"Quando avevo dieci anni andai al Gran Premio di Spagna a Barcellona ed ebbi la fortuna di incontrare uno dei miei eroi, Michael Schumacher, e di visitare il garage della Ferrari: l’atmosfera era semplicemente unica, non esiste nulla di simile (Michael vinse quel GP dalla pole e proseguì vincendo quell'anno - il 2004 - il suo settimo titolo, ndr). Quindi, credo che il modo più facile per descrivere cosa significhi per me essere parte della Scuderia è che si realizza un sogno di quando ero bambino! A tutti i fan della Rossa e alla squadra voglio garantire il mio totale e assoluto impegno. Sono certo anche che abbiamo in comune l’ambizione di vedere la Ferrari tornare là dove deve essere  e, con il loro supporto, sono convinto che ci riusciremo prima. È un grandissimo onore per me gareggiare per i migliori tifosi del mondo e sono impaziente di calarmi nell’abitacolo e correre insieme a tutti loro".

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