Nelle due ultime edizioni, il Gran Premio d'Italia ha offerto risultati a finali a dir poco inconsueti
di Stefano Gatti© Getty Images
È una vera e propria hall of fame l'albo d'oro del Gran Premio d'Italia, ma le sue voci più recenti sono anche le più... stranianti. Pierre Gasly vincitore nel 2020 con Alpha Tauri, Daniel Ricciardo dodici mesi fa con la McLaren. Strano ma vero, verrebbe ad dire. Senza nulla togliere al francese (che a Monza ha colto il suo primo e fino ad ora unico successo nel Mondiale) ed all'australiano, che naviga oggi in pessime acque ma che anche nel 2021 all'Autodromo Nazionale mise a segno un exploit piuttosto isolato.
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Possiamo in fondo considerarle altrettante eccezioni alla regola, le apparizioni di Gasly e Ricciardo sul gradino più alto del podio monzese, peraltro legittime e meritate. Regola che assegna al Gran Premio d'Italia la responsabilità di sancire il valore di piloti e squadre padroni del campo nell'anno in cui si imposero sul sacro asfalto brianzolo. Senza affondare più di tanto in un passato che non farebbe altro che confermare la teoria, l'albo d'oro recente della prova italiana del Mondiale "colleziona" negli ultimi undici anni ben otto vittorie del pilota che a fine stagione si sarebbe laureato campione del mondo. Oltre a Gasly e Ricciardo, fa eccezione solo la vittoria di Lewis Hamilton esattamente dieci anni fa, ottenuta... usurpando l'onore a Sebastian Vettel (all'epoca impegnato nei tocchi finali del terzo dei suoi quattro titoli e vincitore l'anno prima e l'anno dopo).
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Qui però occorre aprire una parentesi affatto secondaria o periferica al discorso principale, perché proprio a Monza l'attuale pilota Aston Martin (ormai prossimo all'uscita di scena e questo weekend alla sua ultima apparizione italiana) ottenne nell'ormai lontano 2008 la sua prima vittoria nel Mondiale, al termine di un weekend contrassegnato dal maltempo, che vide l'allora poco più che esordiente Seb stampare prima la pole position e poi una clamorosa vittoria con la Toro Rosso! Dodici anni dopo, ribattezzata Alpha Tauri, la scuderia faentina nata dalle ceneri della Minardi sarebbe tornata alla vittoria con Gasly.
Tornando ad Hamilton, il sette volte iridato si sarebbe poi imposto altre quattro volte tra il 2014 e il 2018, lasciando solo le briciole al compagno di squadra Nico Rosberg: al solito nel 2026, anno di grazia del tedesco, a fine stagione appunto campione del mondo ed a fine anno pensionato d'oro (e iridato) della Formula Uno.
A proposito di Nico, l'ex pilota della Mercedes probabilmente non vede l'ora di vedere le sue recenti e pesanti accuse al management ferrarista dal Gran Premio d'Italia, che la Scudera di Maranello ha vinto diciannove volte. Fare cifra tonda quest'anno è una vera impresa e per la verità lo è stato negli ultimi dodici anni. Dopo la straordinaria epopea monzese di Michael Schumacher (cinque vittorie nel decennio 1996-2006) e senza dimenticare i due successi di Rubens Barrichello nel 2002 e nel 2004 (Rubens avrebbe fatto tris con la Brawn nel 2009), il Cavallino Rampante è tornato a galoppare davanti a tutti a Monza solo nel 2010 con Fernando Alonso nel 2010 e con Charles Leclerc nel 2019. Quella di tre anni fa fu per il monegasco la seconda delle sue tre vittorie fin qui messe a segno nel Mondiale.
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Dodici mesi dopo Charles rischiò grosso finendo a tutta velocità contro le barriere all'uscita della Parabolica ed in fondo dando il via alla catena di avvenimenti che portò poi alla vittoria di Gasly e dell'Alpha Tauri nella luce calante del tardo pomeriggio che - ai meno giovani - fece tornare in mente le stesse ombre che avvolgevano ormai il rettilineo del traguardo quando Mario Andretti e Gilles Villeneuve tagliarono il traguardo in prima posizione, salvo poi essere penalizzati per partenza anticipata, consegnando la vittoria a Niki Lauda. Anche allora, come nel 2019, la conclusione tardopomeridiana del GP fu determinata da un incidente: quello che al primo via costò la vita a Ronnie Peterson e gravi conseguenze per l'idolo di casa Vittorio Brambilla.
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Tornando però al presente, chi nella griglia di partenza del Mondiale 2022 può puntare a succedere a Gasly e Ricciardo (ma anche al Vettel del 2008) nel ruolo di vincitore "anomalo" del GP d'Italia? La condizione sine-qua-non è quella di guidare una monoposto che - nell'arco della stagione in corso - non abbia ancora vinto un Gran Premio e che poi non riesca a ripetersi prima della fine del Mondiale in corso. Come Toro Rosso nel 2008, Alpha Tauri nel 2020 e McLaren nel 2021. Beh, realisticamente la rosa dei candidati non è così ampia ed in ogni caso servirà una gara dallo svolgimento un po' fuori dagli schemi, come negli... episodi precedenti.
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La McLaren stessa, oppure Alpine. Vale a dire le due squadre che si contendono il quarto posto nel Mondiale Costruttori alle spalle delle Tre Sorelle Red Bull, Ferrari e Mercedes. La sfida pende attualmente a favore del team bleu (125 punti a 101) e questo ci spinge a "profetizzare" (troppo: accontentiamoci di "vagheggiare") un clamoroso bis monzese di Fernando Alonso, a dodici anni di distanza dalla sua affermazione al volante della Ferrari. Alpine non sarebbe nuova ad exploits di questo genere: il precedente è quello di Esteban Ocon l'anno scorso in Ungheria (anche in quel caso in capo ad una gara dallo svolgimento molto particolare).
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Quanto alla McLaren, questa volta puntiamo tutto sulla prima vittoria di Lando Norris, dopo che nel 2021 il pilota di Bristol dovette accontentarsi di completare la doppietta del team papaya aperta da Ricciardo in un GP che la McLaren stessa aveva "rischiato" di vincere anche un anno prima quando Carlos Sainz (che a metà maggio aveva firmato per la Ferrari) le provò tutte - ma invano - per superare Gasly nel finale e presentarsi così al suo nuovo pubblico con una clamorosa vittoria!