FORMULA 1

Man on a Mission: la super offerta di Michael Andretti per tornare in F.1... ventinove anni dopo

Il top manager nordamericano stringe i tempi per l'acquisto del team elvetico e riffacciarsi nel Mondiale che lo avevva bocciato come pilota.

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La notizia circa ormai da alcune settimane, praticamente dai primi di settembre, ma ora l'acquisto della maggioranza delle azioni Sauber (partner di Alfa Romeo) da parte di Michael Andretti sembra davvero in fase avanzata ed i gironi del Gran Premio degli USA sembrano in qualche modo... propizi da questo punto di vista. Il cinquantanovenne (da pochi giorni) figlio di di Mario Andretti potrebbe quindi tornare nel mondo che lo... respinse ventotto anni fa.

Quello che non riuscì a fare da pilota nel 1993, Michael sembra pronto a provare a farlo da Team Principal, magari riportando nel Mondiale un pilota yankee. Ma andiamo con ordine.

Attualmente proprietario di una delle più potenti ed organizzate squadre del Motorsport nordamericano (e della Indycar in particolare), Andretti Jr. è stato visto nei giorni scorsi ad Hinwil (sede della Sauber) e le voci sulle sue intenzioni di espandersi alla Formula Uno sembrano destinate a trovare terreno favorevoli per infittirsi a magari subire una vera  e propria accelerazione nel paddock del Circuit Of The Americas di Austin, dove il Mondiale affronta il diciassettesimo dei ventidue appuntamenti stagionali. A spingere Michael ad offrire un cifra iperbolica (si parla di 350 milioni di dollari) per entrare come socio di maggioranza nel team italolevetico anche l'entrata in vigore del nuovo regolamento sportivo dalla prossima stagione e la svolta ecosostenibile che Andretti tra l'altro appoggia già da diversi anni con la partecipazione al campionato di Formula e nelle ultime tre stagioni con BMW i Andretti Motosport) e nella serie Extreme E per SUV elettrici che fa tapa questo fine settimana in Sardegna con l'Odyssey 21 Andretti United affidato a Catie Munnings e Timmy Hansen.

Legata al successo dell'operazione, corroborata dal raddoppio di GP a stelle e strisce nel 2022 (con l'ingresso di Miami  fianco di Austin) è poi la possibilità di rivedere in azione nel Mondiale un pilota da passaporto USA al fianco di Valtteri Bottas, ruolo per il quale è attualmente (forte) candidato il cinese Guanyu Zhiou. Maggiore (se non unico) indiziato, il ventunenne californiano Colton Herta che per Andretti Autosport ha disputato negli ultimi tre anni il campionato Indycar, chiudendo al quinto posto quello andato in archivio l'ultimo weekend di settembre a Lon Beach con il successo finale dello spagnolo Alex Palou che Colton (figlio di Bryan, acerrimo avversario di Alex Zanardi nella Champ Car fine anni Novanta e "vittima" dello storico sorpasso al "Cavatappi" di Laguna Seca '96) ha sì eguagliato in termini di vittorie stagionali - tre: ad inizio stagione a St. Petersburg e le ultime due a Monterey ed appunto Long Beach - senza però trovare la continuità necessaria per elevarsi a vero e proprio "title contender".

Questioni legate all'ottenimento della superlicenza a parte, il giovane Herta avrebbe come missione... a lungo termine quella di raggiungere quel successo nei Gran Premi rimasto largamente fuori dalla portata dello stesso Michael Andretti protagonista (si fa per dire) nell'ormai lontano 1993 di una stagione da incubo con la McLaren-Ford a fianco di... Ayrton Senna, un termine di paragone - questo almeno a Michael va riconosciuto - parecchio ingombrante. Stagione tra l'altro nemmeno completata, visto che Michael venne sostituto (oltre il danno, la beffa) dopo il suo unico podio stagionale (terzo nel GP d'Italia alle spalle di Damon Hill e Jean Alesi), lasciando il posto al pilota di riserva, che era all'epoca nientemeno che... Mika Hakkinen, la cui carriera... svoltò proprio in quel momento! Corsi e ricorsi della storia, visto che quattordici anni dopo (nel 2007) l'altro statunitense Scott Speed venne appiedato dalla Toro Rosso a metà stagione per fare posto a... Sebastian Vettel, che aveva esordito poche settimane prima con la BMW (Sauber!) proprio nel Gran Premio degli Stati Uniti a Indianapolis. L'ultima stagione completa di un pilota yankee rimane quella dello stesso Speed con la Toro Rosso nel 2006, visto che l'esperienza del californiano Alexander Rossi con la poco competitiva Marussia nel più recente 2015 fu limitata a cinque GP nel finale di stagione.

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