PROMOSSI E BOCCIATI

Lewis e Valentino, Ferrari e Ducati: buoni e cattivi della doppia "tempesta nel deserto"

Primo giorno di scuola in Bahrain e Qatar: chi ha vinto, chi ha convinto, chi deve già correre ai ripari nel debutto stagionale a due e quattro ruote.

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Poco più di un centinaio di chilometri dividono in linea d'aria Sakhir da Losail, dove nello scorso weekend hanno esordito in parallelo i protagonisti del Mondiale di Formula Uno e quelli della MotoGP. Primi chilometri, primi duelli e - irresistibile - la tentazione di separare i "promossi" dai "bocciati". Pagelle da corsa, insomma. Per una volta miste: dalla lode per Hamilton alla "rivedibilità" di Valentino, dalla sufficienza piena della Ferrari (ma nulla di più) al sette "di stima" per l'altra Rossa, quella di Borgo Panigale.

LEWIS HAMILTON - VOTO 10 E LODE

Una sola imperfezione, ininfluente (ai fini della lode) perché "cronometricamente" annullata dal sorpasso restituito da Max Verstappen. Per il resto, una performance maiuscola, da campione freddo e caldissimo" al tempo stesso, che compensa - più con il cuore che con l'astuzia - le  manchevolezze probabilmente temporanee della sua W1: più Senna che Schumacher, insomma. Tanto per restare nel campo delle leggende. La sostanza non cambia, tantomeno la classifica: primo.

VALENTINO ROSSI - VOTO 5,5

Aveva posto in qualifica le premesse per un avvio di stagione più brillante rispetto agli ultimi anni, sfiorando la prima fila. Poi il GP con un anonimo dodicesimo posto finale in sella alla Yamaha satellite che - nel 2020 - ha viaggiato spesso e volentieri su ritmi più sostenuti di quella factory, invece prima e quinta al traguardo con Vinales e Quartararo. L'alibi del cambio di cavalcatura - alla sua età  - non vale, quello legato ai problemi della moto sì. Al suo compagno di colori Franco Morbidelli (SENZA VOTO), al traguardo ma al piccolo trottoè andata molto peggio.

MAX VERSTAPPEN - VOTO 9

Secondo solo ad Hamilton, come in pista. La sua "colpa"? Non tanto lo svarione oltre il famigerato cordolo alla curva 4. Piuttosto, l'avere in qualche modo subito senza particolari moti d'orgoglio le istruzioni del ponte di comando Red Bull, che lo hanno poi costretto a giocarsi nei cinque giri finali una gara "dominabile" da semaforo a semaforo. Certo, per poter rispondere "Lasciate fare a me" bisogna aver vinto qualche Mondiale (oppure chiamarsi Kimi ed essere soprannominato "Iceman" cfr. GP Abu Dhabi 2012)!

MAVERICK VINALES: VOTO 8

È scattato dalla prima fila, ha atteso il  momento giusto per lanciare la sua sfida (anzi, l'ha costruita giro dopo giro) e si è messo in tasca i primi venticinque punti, mettendo subito in chiaro le cose con il "Diablo" Quartararo (che lo aveva battuto in qualifica, VOTO 7). E allora? Solo otto? Sì, di... stimolo ed incoraggiamento, perché Maverick non è nuovo a exploit "out of the box", andati via via stemperandosi in stagioni a corrente alternata (vedi 2020, un Mondiale quasi imperdibile ed invece perso). Urge riconferma immediata ed è già dietro l'angolo, sullo stesso asfalto. 

FERRARI - VOTO 6,5

Molto più di un "brodino" (visto il recente passato), molto meno del necessario: il podio. La Rossa si è riaffacciata alle posizioni che contano: in linea con le aspettative della vigilia, ma non con quelle del proprio posto nel Mondiale. Charles Leclerc (VOTO: 8) ha affrontato la prova con la convinzione di essere il pilota di riferimento, Carlos Sainz (VOTO: 5,5) ha sorprendentemente ritratto gli artigli proprio quando il cronometro ha iniziato a correre per davvero! Lo ha ammesso lui stesso. Bravo, ma è già tempo di fare meglio. Imola lo attende alla controprova dei fatti. Noi pure.

DUCATI - VOTO 7

La straordinaria pole di Francesco Bagnaia (VOTO: OTTO) aveva fatto sognare, il GP ha rimescolato le carte ed ha avuto un esito meno brillante del previsto ma la Ducati c'è e può recitare un ruolo di primo piano (mica per niente è campione del mondo Costruttori in carica!), confermato dalla presenza di due Desmosedici sul podio (VOTO 9 a Johann Zarco, secondo nel volatone finale con la "Rossa" marchiata Pramac). Aspettando il risveglio di Jack Miller (VOTO: 5,5).  

 FERNANDO ALONSO: VOTO 7,5

Alpine non vale (per ora) la Renault della seconda parte della stagione ma Fernando è l'uomo chiave per tornare nella mischia delle "terze forze". Ha eclissato il compagno di colori Esteban Ocon (VOTO: 5) in prova ed in gara, ha messo in pista passione e qualità: un "vincente" nell'approccio. Non lo scopriamo oggi ma lo riscopriamo volentieri, sperando che torni ad esserlo anche davanti alla bandiera a scacchi. Sarebbe una bella storia di sport.

SEBASTIAN VETTEL - VOTO 4

I primi passi (non particolarmente spediti) dell'avventura con Aston Martin hanno fatto aggrottare ciglia a profusione per tutto il paddock... e oltre. Al via in ultima fila, al traguardo 15esimo, doppiato - of course - e penultimo tra coloro che hanno completato la distanza. Una vaga e indicibile sensazione di "paperinismo" in agguato... Non bastasse, il suo compagno di "verdona" Stroll ha raggiunto la top ten da punti iridati. A proposito, VOTO 7 al canadese: mezzo punto però glielo decurtiamo per il sorpasso subito all'ultimo giro dal rookie-manga Yuki Tsunoda (VOTO: 7,5 lui sì).

A proposito di esordienti: INGIUDICABILI in Bahrain Mick Schumacher e Nikita Mazepin, quest'ultimo già ribattezzato Maze(s)pin per il numero di testacoda disseminati a Sakhir... fin dai test di metà mese. Ingiudicabili loro ma, prima ancora, INGUARDABILE e INGUIDABILE la Haas-Ferrari. Dura scuola, per il tedesco ed il moscovita. 

 

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