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F1, le squadre approvano il budget cap. Silverstone 2020 appesa ad un filo

Il calendario del Mondiale resta un cantiere aperto, ma il focus è sul tetto di spesa per il 2021 e oltre

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Il via del mondiale di F1 più "accidentato" di sempre è letteralmente dietro l'angolo. Tra sei settimane squadre e piloti (il condizionale è d'obbligo) dovrebbero animare quella che è stata definita una sorta di "biosfera" al Red Bull Ring di Spielberg per il primo Gran Premio (anzi i primi due) di una stagione dai contorni abbozzati (almeno nelle intenzioni), ma ancora tutti da definre. A partire dagli appuntamenti successivi a quelli austriaci.

La conferma della quarantena bisettimanale imposta a chi faccia il proprio ingresso nel Regno Unito a partire da lunedì 8 giugno assomiglia ad una sentenza sulla possibilità che il Mondiale di Formula Uno, dopo la sperabile partenza tra le Alpi della Stiria, possa entrare nel vivo tra le campagne del Northamptonshire, a Silverstone, dove il piano attuale è quello di mettere in scena il Gran Premio d'Inghilterra domenica 26 luglio e la sua replica sette giorni più tardi, ai primi del mese di agosto. Il governo inglese non è orientato a concedere esenzioni di sorta, nemmeno per lo svolgimento di eventi sportivi di levatura internazionale. Ciò che non impedisce a Stuart Pringle, amministratore delegato del circuito di Silverstone, di proseguire nella tratttativa per salvare la corsa. Anzi le corse, perchè la luce verde alla prima garantirebbe automaticamente di poter dare luogo anche alla seconda.

"Stiamo continuando a lavorare in stretto contatto con il Governo.  L'obiettivo è quello di trovare una soluzione che abbia per priorità la sicurezza. Il Governo ha ben chiara in mente l'importanza del motorsport come industria in questo Paese. Rimaniamo ottimisti sulla possibilità di trovare una soluzione positiva. In linea di principio siamo aperti alla possibilità di spostare il Gran Premio al mese di agosto o addirittura a settembre".

Parole, queste ultime, che già spostano l'attenzione in avanti, contando su di un progressivo allentamento delle restrizioni, che permetta al Gran Premio d'Inghilterra di continuare a dividere con quello d'Italia il primato di appuntamento sempre presente nei settant'anni di storia del Monddale di Formula Uno. Lo sguardo d'insieme sul destino della stagione 2020 è però molto più ampio e complesso. Le limitazioni agli spostamenti del personale di buona parte delle squadre iscritte al Mondiale (sette su dieci fanno base nel Regno Unito) continuano a pesare sullo svolgimento del Mondiale. Il posto di Silverstone a luglio potrebbe essere preso da Hockenheim ma, in un puzzle che cambia aspetto giorno per giorno, ad entrare nella "zona grigia" è ora il Gran Premio degli Stati Uniti sul Circuit Of The Americas di Austin, Texas.

In questo panorama di massima incertezza, con la prospettiva (anzi la realtà ormai consolidata) di una stagione comunque anomala, il focus si sposta necessariamente sull'immediato futuro. In una panorama a tinte fosche per il futuro, le squadre del Mondiale hanno votato a favore del budget cap quinquennale che prevede un abbassamento del tetto di spesa per il 2021 da 175 a 145 milioni di dollari (133 milioni di euro) e poi a 140 per l'anno successivo ed a 135 per il triennio 2023-2025. Si attende ora il voto da parte dei delegati e poi, all'inizio della prossima settimana, la ratifica da parte del Consiglio Mondiale della Federazione Internazionale dell'Automobile. Del pacchetto fanno parte anche limitazioni al regolamento tecnico relative soprattutto al pacchetto aerodinamico ed al lavoro di sviluppo e ricerca, che finirebbero ovviamente per penalizzare le squadre di primissima fascia.

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