"Mi hanno detto che il presidente della Repubblica Italiana ha insistito perché il sorvolo avesse luogo. Voglio dire, ha quasi cent'anni, forse per lui è difficile rinunciare ad un certo tipo di egoismo". Parole durissime quelle pronunciate domenica pomeriggio a Monza da Sebastian Vettel, a proposito del sorvolo dell'Airbus A350 "Enzo Ferrari" di ITA Airways, scortato dai nove Aermacchi MB-339PAN, le Frecce Tricolori.
"Ci avevano promesso che questo genere di sorvoli sarebbero stati vietati ma sembra che il presidente Mattarella fosse di un altro parere e la Formula Uno si sia piegata, nonostante la presenza lungo la pista di cartelli relativi agli obiettivi da inseguire per rendere il mondo un posto migliore. Il punto è che se ti prefiggi un traguardo, non dovesti adeguarti a ciò che fanno gli altri e dimenticare il fatto che non ce la farai a raggiungerlo. Dovresti tenere fede alle promesse. Il tempo farà giustizia".
A rispondere a Vettel (per quanto riguarda il sorvolo dell'Airbus "Enzo Ferrari" è stato Giuseppe Redaelli, presidente Sias, la società che gestisce l'autodromo di Monza:
"Si tratta di una polemica che offende il presidente della Repubblica e tutti noi. Ringraziamo Mattarella per essere venuto qui a celebrare il centenario dell'Autodromo Nazionale. L'aereo di ieri ha volato, per la prima volta, con una dose pari al 25 per cento di carburante bio. Si è trattato di una prima volta ed è stato un esperimento importante anche per l'aviazione civile".
Senza nulla togliere alle sue opinioni, che non sono in discussione, le parole dell'ormai quasi ex-pilota di Formula Uno tedesco sono quantomeno irrispettose nei confronti della più alta carica dello Stato Italiano. A Monza Sebastian - a sei GP dalla sua uscita di scena quasi una presenza per certi versi "ingombrante" nel paddock - ha preso parte per l'ultima volta nella sua carriera al Gran Premio d'Italia, peraltro chiudendolo quasi subito: dopo una decina di giri, primo pilota ad abbandonare. Ha forse scelto di lasciare il segno a Monza in un'altra maniera, che però non gli fa certo grande onore per intempestività e superficialità. Al netto, lo ripetiamo, del suo pensiero circa tempi e modi con i quali la Formula Uno ha impostato la sua marcia vero l'obiettivo "zero carbon" entro il 2030.
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